L'impegno morale del cristiano

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I - La chiamata di Dio, attraverso l'annuncio della Chiesa, risuona nell'intimo del cuore

3. Dio chiama

L'impegno morale del cristiano, se è visto e vissuto come imposto dall'esterno, manca di vitale riferimento alla misteriosa realtà interiore propria del battezzato.

Ed invece il credente, che vuole prendere coscienza del suo posto nella Chiesa e nel mondo, deve partire dal mistero della propria vocazione cristiana, riscoprendone il valore.

Dio « chiama » ciascuno di noi alla partecipazione della sua vita in Cristo: egli ci dona in lui quell'adozione per cui siamo « chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente » ( 1 Gv 3,1 ).

Dio stesso, che ci chiama a vivere da figli suoi, per mezzo del suo Spirito ci rende capaci di « opere buone », anzi ci fa « santi e immacolati » ( cfr. Ef 1-2 ).

Questa « vocazione cristiana » provoca e attende una risposta filiale da parte dell'uomo.

Egli, per non cadere in atteggiamenti di formalismo, deve prenderne più chiara consapevolezza per attuarne le forti esigenze di vita.

4. La chiamata di Dio risuona nella Chiesa

Il piano salvifico di Dio e la chiamata di tutti gli uomini alla santità continuano ad attuarsi nella Chiesa e per mezzo della Chiesa, « universale sacramento di salvezza »1.

Proclamando fedelmente il messaggio della salvezza, la Chiesa rinnova, in ogni tempo e per ogni uomo, la chiamata di Dio in Cristo.

Sorretto dallo Spirito Santo, tutto il popolo di Dio cresce nella comprensione di questo messaggio e l'applica nella vita sotto la guida del sacro Magistero.2

Infatti la parola di Dio viene annunziata e compresa … « anzitutto mediante il ministero dei Pastori e di coloro che essi associano alla propria missione ».3

La funzione del magistero ecclesiastico è quindi un « servizio », rivestito dell'autorità di Cristo.

Quando i Pastori della Chiesa insegnano in comunione con il Romano Pontefice, i fedeli debbono accettare, per volere del Signore, il loro giudizio « in materia di fede e di morale », aderendovi « con religioso ossequio dell'anima ».4

Non è raro il caso che, su questioni gravi riguardanti la fede e la vita morale, vengano presentate ai fedeli dottrine non pienamente conformi agli insegnamenti del magistero, o anche apertamente difformi.

Guardiamo con rispetto e con gratitudine agli odierni sforzi dei teologi per l'approfondimento della verità anche nel campo morale.

Così come riconosciamo la libertà ad essi necessaria nel momento della ricerca scientifica.

Desideriamo però ricordare a tutti il preciso dovere di evitare quanto può essere motivo di scandalo o d'inciampo « per il tuo fratello » ( cfr. Rm 14,20-21 ), e di cercare invece ciò che promuove la pace e l'edificazione vicendevole ( cfr. Rm 14,19 ).

« I teologi, nel compiere il loro lavoro di riflessione e di ricerca, convinti come sono che l'insegnamento del magistero è guida e norma prossima della fede della Chiesa, devono cooperare con esso, aiutando i fedeli a comprendere le parole dei Pastori, facendosi interpreti dei loro documenti e favorendo l'approfondimento e la diffusione della dottrina in essi contenuta; e devono prolungare l'indagine, sia per trovare un linguaggio adeguato alla nuova sensibilità, sia per estendere ai nuovi problemi la autentica soluzione cristiana ».5

5. La coscienza del cristiano

La chiamata di Dio risuona nell'intimità della coscienza, « il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio ».6

Attraverso la coscienza, la legge morale viene riconosciuta nei suoi imperativi ed applicata alle concrete situazioni, in vista delle necessarie scelte operative.

Ne risulta il ruolo primario della coscienza nell'impegno morale, e, quindi, la fondamentale esigenza che essa venga debitamente formata.

Educare la propria coscienza a scegliere responsabilmente e liberamente è dovere imprescindibile di ciascuno di noi; lo è particolarmente di coloro che sono chiamati ad educare gli altri.

Infatti l'educazione cristiana, ad ogni livello, non può mai prescindere dalla legge divina.

L'uomo d'oggi, in particolare il giovane, vive nel culto della libertà.

Partendo da questo valore, occorre ricordargli che il « cristiano, per intrinseca vocazione, mira a proteggere, fortificare, promuovere la libertà della persona e, nella libertà racchiude e promuove come al vertice, tutti i valori umani che sono ordinati a costruirla ».7

Al tempo stesso, non gli si deve tacere che « norma suprema della vita umana è la legge divina, eterna, oggettiva, universale, per mezzo della quale Iddio, con sapienza e amore, ordina, dirige e governa l'universo e la umana società ».8

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1 Lumen gentium, 48
2 Cfr Lumen gentium, 12
3 CEI, Il rinnovamento della catechesi, 22
4 Lumen gentium, 25
5 CEI, Magistero e teologia nella Chiesa, n. 5, 16-1-1969
6 Gaudium et spes, 16
7 Il rinnovamento della catechesi, 92
8 Dignitatis humanae, 3