Evangelizzazione e sacramenti

Indice

II Parte - Indicazioni Biblico-Teologiche

Connessione fra Parola e Sacramento

26. - Negli ultimi decenni, in seguito agli apporti delle ricerche biblico-patristiche e, soprattutto, grazie alle acquisizioni teologiche del Concilio Vaticano II, è stata riportata in più chiara luce e riproposta con maggior precisione l'inscindibile connessione che esiste, nel mistero cristiano, fra l'annuncio della Parola e la celebrazione del sacramento, fra la fede e i sacramenti.

27. - Parola e Sacramento formano un tutt'uno, e devono, quindi, essere considerati come due aspetti e due fasi di un unico processo salvifico.

« Andate - ha detto il Signore - e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato » ( Mt 28,19 ).

28. - Pertanto la proclamazione della Parola e la celebrazione del sacramento non possono essere concepite come due maniere parallele di vivere la fede in Cristo.

E neppure ci si può contentare della Parola soltanto, o solo del Sacramento, in quanto e questo e quella hanno un'efficacia loro propria.

Nel contesto cristiano, non si può separare ciò che Dio stesso ha voluto congiungere.

29. - L'unità « bipolare » tra Parola e Sacramento non è mai stata dimenticata dalla Chiesa nel suo lungo cammino, anche se ha subito qualche attenuazione nella controversia fra protestanti e cattolici.

Mentre in campo protestante si è posto l'accento in modo pressoché unilaterale sulla parola di Dio, in campo cattolico si fu indotti, per reazione, a sottolineare con forza il valore dei sacramenti.

Si favorì in tal modo, sia sul piano teologico che su quello pastorale, la tendenza a porre in maggior evidenza il rito sacramentale nei confronti della Parola e quindi, nella prassi pastorale, l'amministrazione dei sacramenti rispetto alla evangelizzazione.

30. - Tale prassi pastorale si colloca d'altra parte in un contesto socio-culturale in cui la famiglia e le stesse istituzioni sociali contribuivano alla formazione cristiana e alla diffusione della dottrina cattolica.

Non mancarono neppure iniziative di predicazione, missioni, catechesi agli adulti e ai fanciulli che, in tempi più recenti, si estesero in diversa misura a tutte le nostre comunità ecclesiali.

31. - Ora che il contesto socio-culturale è notevolmente cambiato e va rapidamente evolvendosi, è giusto e doveroso che tali iniziative vengano adeguatamente aggiornate e intensificate, realizzando al tempo stesso una maggiore pratica connessione fra evangelizzazione e sacramenti, fra fede e prassi sacramentale.

Dimensione sacramentale dell'economia salvifica

32. - Il Concilio Vaticano II ha sottolineato come l'intimo legame fra l'evangelizzazione e i sacramenti abbia radice nella stessa dimensione sacramentale propria dell'economia salvifica.

Si può dire che la salvezza viene a noi per via sacramentale, e parimenti, ogni realtà, che rientra nell'ambito dell'economia salvifica, assume un valore sacramentale.

33. - In questa visione, il concetto di sacramento è analogamente applicato alla parola rivelata, con cui Dio si manifesta al mondo; al Cristo, in cui quella parola raggiunge la sua pienezza; alla Chiesa, che attualizza la presenza di Cristo e, in senso stretto, ai sette sacramenti, quali atti fondamentali con i quali il Cristo ci fa rivivere, nella Chiesa e attraverso la Chiesa, il suo mistero.

34. - Il sacramento, così inteso, indica una realtà unitaria e complessa, umana e divina, terrestre e celeste, visibile e invisibile.

Quello che è umano, terrestre e visibile, è segno di realtà invisibile, celeste, divina.

Questa realtà appartiene all'ordine della salvezza.

Il sacramento non solo è segno di tale realtà, ma la trasmette e la partecipa.

35. - Nella cultura occidentale, la parola è un semplice mezzo di comunicazione interpersonale, e ha una funzione puramente conoscitiva.

La parola di Dio, invece, più che un semplice mezzo per comunicare idee e nozioni nuove, è un dono, un appello, mediante il quale Dio « nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé » ( Dei Verbum, 2 ).

36. - Per questo nella Sacra Scrittura, l'espressione « parola di Dio » indica una realtà, una forza che crea e promuove la storia: è parola e avvenimento salvifico insieme.

Sulla stessa linea afferma il Concilio Vaticano II: la rivelazione « avviene con eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto » ( Dei Verbum, 2 ).

Cristo sacramento del Padre

37. - La parola di Dio, annunciata a più riprese e in vario modo dai profeti, « nei tempi ultimi è venuta a noi nel Figlio suo » ( Eb 1,2 ), in Gesù Cristo, il Verbo eterno, che illumina tutti gli uomini.

« Col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione di sé, con le parole e le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e risurrezione dai morti, e infine con l'invio dello Spirito di verità, [ Gesù ] compie e completa la rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina » ( Dei Verbum, 4 ).

Gesù manifesta compiutamente la volontà di salvezza del Padre nei nostri riguardi e al tempo stesso la realizza.

38. - Il Cristo, perciò, non è soltanto un messaggero del Padre, ma lo rivela: « Filippo, chi vede me, vede anche il Padre » ( Gv 14,9 ); e non si limita ad annunciare il regno di Dio, ma nella sua persona e nella sua opera lo manifesta e rende presente.

Così nella sua umanità santissima, Cristo è il sacramento del Padre.

La Chiesa sacramento del Cristo e mezzo di salvezza

39. - La presenza del Cristo glorioso è continuata ed è resa operante nel mondo dalla Chiesa, che « per una non debole analogia è paragonata al mistero del Verbo Incarnato » ( Lumen gentium, 8 ).

Animata infatti dallo Spirito Santo, la Chiesa estende a tutte le generazioni e a tutti i popoli la salvezza compiuta dal Signore.

Di tale salvezza è insieme « segno e strumento » ( cfr. Lumen gentium, 1 ).

Perciò nella sua struttura divina la Chiesa giustamente è proclamata sacramento di Cristo.

40. - Per questa sua dimensione sacramentale la Chiesa adempie la sua missione con la parola di Dio e i sette sacramenti, che sono atti ed eventi privilegiati, ai quali Cristo ha attribuito la singolare efficacia di comunicare agli uomini la sua stessa vita.

C'è quindi stretta correlazione fra quello che costituisce la Chiesa e la fa esistere come corpo di Cristo, e quello che la Chiesa è inviata a fare tra gli uomini; cioè fra la sua misteriosa natura umano-divina e la sua missione salvifica.

E si può senza dubbio affermare che la Chiesa riscopre il suo vero volto quando annuncia la parola di Dio e celebra i sacramenti.

41. - La missione perciò della Chiesa può e deve essere espressa nel binomio evangelizzazione-sacramenti.

Un binomio che sembra tuttavia inadeguato a esprimere l'intimo intreccio delle due realtà; l'evangelizzazione è indispensabile premessa al sacramento, mentre il sacramento la comprende e ne porta a pienezza l'annuncio, che diventa in tal modo operativo di grazia attraverso il segno.

42. - Evangelizzazione e sacramenti vanno dunque intesi nella loro profonda unità, nella compenetrazione, cioè, di Parola e Sacramento, così fortemente radicata nella stessa storia della salvezza.

È questo uno dei richiami più importanti anche dell'ultimo Sinodo dei Vescovi, il quale riferendosi al ministero sacerdotale afferma: « Il rapporto reciproco che lega tra loro l'evangelizzazione e la celebrazione dei sacramenti appare evidente nella missione della Chiesa.

Una divisione tra l'una e l'altra attività dividerebbe il cuore della Chiesa fino a mettere in pericolo la fede » ( Il sacerdozio ministeriale, n. 1/b ).

Cristo presente nel ministero della Parola

43. - Con l'evangelizzazione, la Chiesa rende presente, nel segno della Parola, la persona del Cristo e ne attualizza l'insegnamento.

Anzi il fine stesso a cui tende l'evangelizzazione è la comunione con Cristo e, per Cristo, con il Padre.

Mediante la parola dei suoi messaggeri, è Cristo stesso che parla, esorta, fa nota la volontà divina: « Chi ascolta voi ascolta me » - ha detto Gesù - « e chi disprezza voi disprezza me.

Chi poi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato » ( Lc 10,16; cfr. Sacrosanctum Concilium, 7 ).

44. - Nella parola evangelizzatrice della Chiesa l'uomo incontra dunque il Cristo che gli parla, conosce la propria vocazione, si apre all'amore del Padre e al disegno salvifico.

L'uomo, se accoglie Cristo nella fede « prestando a Dio il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà » ( cfr Dei Verbum, 5 ), entra col Battesimo a far parte della Chiesa quale comunità di salvezza.

45. - Nel disegno della nostra salvezza il ruolo dell'evangelizzazione è davvero insostituibile, perché via ordinaria attraverso la quale viene a noi trasmessa la fede ( cfr. Rm 10,17 ).

Di qui l'impegno di evangelizzare che, certo, riguarda primariamente gli apostoli e coloro che per l'imposizione delle mani hanno ricevuto il compito specifico di « proclamare il Vangelo della grazia di Dio » ( At 20,24 ) e sono stati costituiti « ministri della Parola » ( Lc 1,2 ); ma riguarda, anche, sia pure in forma subordinata, tutti coloro che sono resi, col Battesimo, partecipi del sacerdozio profetico di Cristo ( cfr. Lumen gentium, 11 ).

46. - Diverse possono essere le forme, nelle quali l'evangelizzazione si compie; essa però, nonostante la povertà e inadeguatezza dei mezzi nei quali si esprime, conserva sempre l'efficacia salvifica che le proviene dalla potenza misericordiosa del Padre ( cfr. Is 55,10-11 ).

Cristo stesso per comunicarsi a noi ha scelto i mezzi umani nella loro povertà e fragilità, per facilitarci l'accesso alle misteriose vie di Dio.

47. - L'annuncio, pertanto, anche se deve essere fatto in un linguaggio comprensibile agli uomini di oggi, non potrà fondarsi su persuasivi argomenti della sapienza umana, ma sulla manifestazione dello Spirito, per provocare l'obbedienza della fede ( cfr. 1 Cor 2,4 ).

L'evangelizzazione in tal modo prolunga nel tempo quel mistero di umiltà che qualificò, in modo unico e incorrfondibile, tutta la vita del Cristo.

Il Sacramento pienezza dell'evangelizzazione

48. - L'evangelizzazione non è fine a se stessa; essa tende al sacramento, non solo nel senso che lo precede, ma anche perché entra nella vera e propria celebrazione sacramentale, e nel sacramento raggiunge tutta la sua pienezza.

Il sacramento contiene così l'annuncio e lo attualizza insieme: « Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua resurrezione » ( Messale Romano ).

Parola e Sacramento rendono attuale e operante, in tutta la sua efficacia, la salvezza operata da Cristo.

Per questo, l'adulto non può accedere al sacramento senza la fede, senza l'adesione a quella Parola, che introduce al Sacramento e ne svela insieme il significato; solo così l'azione sacramentale sarà pienamente efficace.

49. - Nel Nuovo Testamento, l'annuncio della salvezza suscita una comunità di credenti, i quali partecipano, mediante il segno sacramentale, alla salvezza offerta dal Cristo glorioso.

Coloro che hanno ascoltato la proclamazione di Gesù, crocifisso e « costituito Signore» ( At 2,36 ), sono invitati a ricevere il Battesimo nel suo nome per la remissione dei peccati, e il dono dello Spirito Santo ( cfr. At 2,38-41 ).

50. - Non solo la Parola precede e accompagna il Sacramento, ma lo segue pure nella « vita nuova » suscitata dal sacramento stesso.

Il cristiano, in virtù della sua comunione col Cristo, avvenuta nell'accoglienza della sua Parola e del Sacramento, viene costituito suo testimone.

Egli è tenuto a manifestare nella vita quella « novità » di cui è stato reso partecipe; novità che non può limitarsi al compimento di gesti singolari, ma deve esprimersi nel vivere « altrimenti », in modo diverso, la propria vita, perché ispirata e regolata da criteri radicalmente nuovi.

51. - Dalla Parola al Sacramento, alla vita nuova: questa la dinamica della esistenza cristiana, la quale, per conservarsi e svilupparsi, ha bisogno di rifarsi di continuo alle sorgenti stesse da cui è scaturita, muovendosi ancora dalla vita, al Sacramento, alla Parola.

Fino all'ultimo giorno, quando questa condizione provvisoria si concluderà nella manifestazione del Regno, la comunità cristiana non potrà non ripetere l'esperienza della Chiesa nascente: « Allora quelli che accolsero la parola, furono battezzati … erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere » ( At 2,41-42 ).

I sette sacramenti espressione diversa dell'unico mistero pasquale

52. - Per comprendere il perché dell'organismo sacramentale, occorre risalire alla volontà del Cristo, che ha istituito i diversi sacramenti, per esprimere ed effondere insieme la multiforme pienezza del suo mistero pasquale.

I sette sacramenti sono infatti tutti una diversa espressione e partecipazione all'unico mistero della morte e della resurrezione del Signore ( cfr. Rm 6,3-4 ); da esso infatti scaturiscono, derivandone la loro forza salvifica, così come tutti trovano il loro vertice e la loro pienezza nella Eucaristia, che di quel mistero è la piena attualizzazione.

53. - La diversità proviene pertanto dal fatto che i sette sacramenti, comunicando la vita nuova del Risorto, assumono e santificano il dinamismo della esistenza umana e si inseriscono nelle fondamentali situazioni dell'uomo.

Così nell'evento sacramentale, azioni e momenti della nostra esistenza vengono accolti ed elevati ad atti impegnativi di incontro e di rapporto fra Dio e l'uomo, e fra l'uomo e i fratelli nella comunità ecclesiale.

In tal modo la luce e la grazia del mistero pasquale coinvolge ed eleva tutta la vita umana.

L'esistenza cristiana segno del Cristo e della Chiesa

54. - L'esistenza cristiana, profondamente radicata nel tessuto sacramentale e vissuta con coerente fedeltà, si trasforma in culto spirituale gradito a Dio ( cfr. 1 Pt 2,5 ).

Come tale, essa diviene anche segno efficace e comprensibile della salvezza di Cristo, oltre che segno visibile della Chiesa, che di Cristo stesso è il mistico prolungamento nel tempo e nello spazio.

55. - Nonostante che l'uomo moderno, vivendo nel suo contesto culturale, esperimenti nuove difficoltà a percepire il valore dei segni sacramentali e persino a intendere il significato dell'annuncio cristiano, la Chi'esa, fedele al suo Signore, non può cambiarne il messaggio, né modificare i sacramenti, da lui istituiti come mezzi di salvezza per gli uomini di tutti i tempi.

56. - La Chiesa tuttavia s'impegna nel rinnovamento della catechesi e della liturgia, nell'intento di rendere quel messaggio e quei segni maggiormente accessibili all'uomo d'oggi.

Soprattutto, però, la Chiesa confida nella testimonianza dell'intera comunità cristiana, che a somiglianza della Chiesa primitiva, nella vita di gioia, di carità e di sacrificio manifesta la forza del Vangelo ( cfr. At 2,46-47 ) e rende più facilmente intelligibile il linguaggio della fede e il significato dei segni sacramentali.

57. - L'evangelizzazione, l'azione sacramentale, la vita cristiana illuminata dal Vangelo e animata dalla grazia, il lavoro e ogni attività nel mondo debbono svolgersi sempre nella coscienza viva della presenza del Signore risorto, che dirige tutti gli eventi della storia alla realizzazione del Regno.

La liturgia della terra, mentre ci costituisce e ci fa sentire una sola famiglia unita « nella mutua carità e nell'unica lode della Trinità santissima » ( cfr. Istruzione Eucharisticum mysterium, 9 ) ci aiuta a corrispondere alla nostra vocazione nel tempo, e ci fa pregustare « la liturgia della gloria eterna » ( Lumen gentium, 51 ).

Ci sentiamo così impegnati con maggior senso di responsabilità all'attuazione del regno di Dio, che, « già presente nel mistero … giungerà a perfezione con la venuta del Signore » ( Lumen gentium, 51 ).

La nostra vicenda terrena diventa in tal modo tensione lieta e dinamica verso il ritorno di Colui che è « l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine » ( Ap 22,12 ), e ci unirà per sempre al Padre, « affinché egli sia tutto in tutti » ( 1 Cor 15,23 ).

Indice