Eucaristia, comunione e comunità

Indice

Capitolo VI - Eucaristia e missione

103. La celebrazione eucaristica come atto missionario

L'Eucaristia è l'azione missionaria per eccellenza, perché contiene ed esprime in se stessa la missione totale di Cristo e della Chiesa.

La sua radice missionaria è contenuta nel comando del Signore: « Fate questo in memoria di me » ( Lc 22,19 ), e nella destinazione universale del suo sangue sparso « per tutti » in remissione dei peccati. ( Cfr. Mt 26,28 )

Il popolo di Dio, con la celebrazione dell'Eucaristia, entra in comunione col suo Signore ed è coinvolto con lui nell'impegno della salvezza universale.

La celebrazione eucaristica deve accogliere e riflettere questa carica missionaria con un rinnovamento autentico non solo dei riti, ma dell'amore che in Cristo viene celebrato.

Dovremo dunque curare celebrazioni liturgiche che consentano a tutti di trovarsi a casa propria, nella casa dell'unico Signore.

E ciò per il modo con cui ciascuno si sente accolto nel segno di una genuina fraternità;

per la certezza di essere accettato nella dignità della sua persona;

per il fatto che si sente coinvolto nella preghiera;

e per la solidarietà cristiana che la celebrazione deve far trasparire, in forza dell'unico sacrificio di Cristo e della comunione con lui.

104. Missionari sulla via della croce

Impegnarsi nella missione secondo il comando del Signore significa percorrere la stessa via della croce con l'atteggiamento di carità del Cristo che offre se stesso al Padre, mostrando che questo sacrificio realizza la vera redenzione degli uomini.

Come Cristo, le nostre comunità devono compiere gesti e dire parole forti per liberare gli uomini del nostro tempo dagli idoli che ogni giorno costruiscono al posto di Dio e per convincerli che vera radice di ogni idolatria è il peccato

E da qui che si scatena la logica della civiltà della morte, che rischia di svilupparsi nella società moderna, segnandola drammaticamente.

Se l'Eucaristia è segno di contraddizione, tale deve essere la Chiesa.

Si tratta di andare contro corrente e di porre sui valori morali le premesse di una organica cultura della vita.

La presenza dei cristiani, laici soprattutto, là dove si consumano i grandi drammi del mondo di oggi, deve richiamare a tutti il coraggio della speranza che nasce dalla Pasqua di Cristo.

Là dove l'uomo soffre violenza, dove l'ingiustizia, la fame o la guerra sfigurano il volto dell'uomo e ne oscurano la piena vocazione nel cammino della storia, il cristiano deve dare ragione della sua speranza e la Chiesa deve mostrarsi segno di salvezza.129

105. Missionari nel segno della carità, della giustizia, della pace

L'Eucaristia immette nella carità di Cristo che ha dato se stesso per noi fino al sacrificio di sé.

Analogamente, forti del suo stesso amore, dobbiamo fare dono di noi stessi ai fratelli.

Ed è di questo supplemento di amore generoso che la nostra società ha bisogno, per ricreare un tessuto di comunione nel paese, nel territorio, nelle famiglie, nella scuola, nel mondo del lavoro, in ogni ambito dell'impegno sociale.

Non mancano mai gli spazi di carità per prevenire la giustizia, per provocarla e suggerirla, per oltrepassarla e giungere là dove nessuno arriva.

Se Paolo VI ci ha sollecitato alla testimonianza osservando puntualmente che la giustizia è la misura minima dell'amore, Giovanni Paolo II, con sapiente sollecitudine, ci ammonisce: « L'esperienza del passato e del nostro tempo dimostra che la giustizia da sola non basta e che, anzi, può condurre alla negazione e all'annientamento di se stessi, se non si consente a quella forza più profonda, che è l'amore, di plasmare la vita umana nelle sue varie dimensioni ».130

106. Da qui nasce la scelta di ripartire con gli « ultimi » e con i « nuovi poveri », che la società continua a produrre, e poi ignora ed emargina, e che sono segno drammatico della crisi attuale anche del nostro paese.

Dobbiamo assumere l'impegno per la giustizia a favore di quanti sono privi tuttora dell'essenziale per una vita dignitosa, operando in quegli organismi dove si decide il futuro dello Stato, della città, del quartiere, della scuola e del lavoro, in dialogo e in collaborazione con tutti gli uomini che vi operano, ma portando il contributo della piena carità cristiana ed ecclesiale e della visione dell'uomo secondo il Vangelo.131

In questo senso i cristiani, contro i sempre crescenti strumenti di morte, sanno di dover essere costruttori di pace, perché è la pace il dono che Cristo ha lasciato in eredità. ( Cfr. Gv 14,27 )

107. Ma la pace non viene da sé.

Essa è frutto di una giustizia da realizzare con amore, perché ogni uomo veda riconosciuti i propri diritti inalienabili:

alla vita,

alla salute,

al lavoro,

alla famiglia,

alla libertà,

all'esercizio di essa in campo sociale, politico, religioso.

Non è certo un compito facile: esige competenza, costanza e disponibilità, impegno di presenza e partecipazione nei diversi ambiti della vita sociale.

L'Eucaristia è un segno povero e umile, ma ricco della potenza di Dio, capace di rinnovare in radice l'uomo e la sua vita.

Analogamente la missione della Chiesa e del cristiano, povera nei mezzi, forse, e carica di debolezze e deficienze umane, quando è rivestita del dono di Cristo celebrato nel sacramento, sa tramutarsi in germe fecondo di nuova vita per tutti.

« La vera frazione del pane - ci invita a meditare Giovanni Paolo II - quella che è fondamentale per noi cristiani, è solo quella del sacrificio della croce.

Da questa tutte le altre scaturiscono e ad essa confluiscono.

È perché l'umanità non si arresti nel rifiuto, perché l'ingiustizia non abbia l'ultima parola, perché sia cancellato l'odio e la storia si apra a un avvenire nuovo, Cristo accettò di essere lui stesso sulla croce la vittima offerta per il peccato, per l'incredulità e l'ingiustizia ».133

108. La tensione ecumenica e universale dell'Eucaristia

L'Eucaristia educa le nostre comunità ad avere un respiro ecumenico e universale nella loro missione.

A partire dalle assemblee eucaristiche domenicali, il nostro sguardo interiore e il nostro più vivo desiderio non possono non sintonizzarsi con le parole di Gesù: « Che tutti siano una cosa sola » ( Gv 17,21 ).

Nello stesso tempo il pane che spezziamo e il calice cui partecipiamo, mentre ci mettono in comunione con il Signore, morto e risorto, ci fanno sentire una grande tristezza ed un continuo dolore ( Cfr. Rm 9,2 ) per tanti nostri fratelli che hanno perduto o stanno perdendo l'orientamento verso la casa del Padre comune, che non sentono più la fame e la sete della parola di Dio, che non gustano più le dolcezze del dono celeste ( Cfr. Eb 6,4 ) e non condividono la responsabilità della evangelizzazione.

Una più intensa e più metodica pastorale eucaristica potrà risvegliare in tutti non solo il desiderio dell'unità ma soprattutto l'impegno a rinsaldare i vincoli della carità, per affrettare il giorno nel quale tutti coloro che credono in Cristo potranno unirsi intorno all'unica Parola e all'unico pane.

109. Eucaristia e unità della Chiesa sono inseparabili.

La rinnovazione del testamento di Gesù richiama la sua preghiera: « Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato ( Gv 17,23 ).

La divisione dei cristiani pone un controsegno all'unità voluta da Cristo e impedisce la comunione eucaristica a chi pure professa l'unica fede in Cristo e loda l'unico Padre.

Da qui la necessità che penetri sempre più anche nelle nostre comunità italiane una mentalità ecumenica che mantenga vivo nell'animo, nel cuore e nell'impegno dei fedeli il desiderio dell'unità.

110. L'Eucaristia apre a tutta la Chiesa sparsa nel mondo.

Così la nostra missionarietà si arricchisce di una visione universale, cattolica, quale scaturisce dal sacrificio offerto per la salvezza di tutti gli uomini.

Le Chiese locali infatti non sono una riduzione della Chiesa universale, ma la realizzano pienamente in un determinato luogo.

La comunione di carità tra le diverse Chiese che celebrano l'unico sacrificio, manifesta l'unità della Chiesa e le arricchisce in un mutuo scambio di doni spirituali di cui sono portatrici.

I problemi, le preoccupazioni e le istanze delle giovani Chiese dell'Africa, dell'Asia, dell'America Latina e di quante soffrono a causa di persecuzioni e difficoltà politiche, non possono lasciare indifferenti.

L'Eucaristia unisce a loro in un vincolo di comunione nel sangue di Cristo e impedisce di spezzare l'unico pane senza vivere la comune carità, perché vi sia uguaglianza. ( Cfr. 2 Cor 8,13-14 )

111. Nella sua profonda carica missionaria, l'Eucaristia ci spinge a desiderare e ad affrettare il giorno nel quale tutti quelli che sono già uniti nel vincolo dell'unica fede in Dio possano godere la gioiosa condivisione di un banchetto nel quale ogni contrasto sarà eliminato, ( Cfr. Lc 13,29 ) ogni scandalo superato e trionferà l'Amore.138

112. Il mistero che celebriamo, se compreso nella sua carica interiore, strappa ad ogni genere di settorialismo e sospinge a comunicare, in qualche modo, con tutti.

La parola che ci interpella, se accolta con religioso ascolto, educa all'arte del dialogo, esercitato senza esclusioni preconcette e senza accettazione di persona.

Il pane che ci viene donato, se considerato in stretto rapporto alla passione-morte di Gesù, rimanda alla situazione esistenziale di tanti fratelli e sorelle che portano nella loro carne i segni della violenza e anelano alla piena libertà dei figli di Dio. ( Cfr. Rm 8,12-18 )

Per questi motivi, finché ci saranno guerre fratricide tra i popoli, finché dovremo lamentare sperequazioni sociali ed economiche tra gli uomini, finché la terra non sarà resa abitabile per tutti, non potremo vivere pienamente il dono della salvezza nelle sue dimensioni universali e, pur mangiando del pane consacrato, ci sentiremo in qualche modo responsabili di ogni minaccia alla pace e alla concordia tra i popoli.

113. La tensione missionaria nell'Eucaristia spinge anche verso i non credenti, gli indifferenti e i lontani per annunciare loro che Dio non è assente dal mondo.

Al contrario, egli ama questo mondo e tutti quelli che oggi lo abitano e per essi continua a donare il suo figlio Gesù, come via e verità che illumina la ricerca di ogni giusto progresso umano.

È ancora la legge del dialogo e della comunione che ci guida, consapevoli che la fede non è contro l'uomo ma in armonia con le aspirazioni più segrete del cuore umano.

Un dialogo che ci trova protagonisti, ma prima ancora attenti alla azione misteriosa di Dio.

L'Eucaristia rinnova la certezza che la gioiosa speranza della Pasqua di Cristo si diffonde anche al di là delle barriere che sembrano ostacolarla e sa penetrare nei cuori in maniera imprevedibile.

Perché l'Eucaristia è redenzione piena di ogni angoscia e di ogni tristezza.

Nell'Eucaristia possiamo dire che l'uomo ha sempre un futuro.

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129 Cfr. Lumen gentium, n. 31
130 Giovanni Paolo II, Dives in misericordia, n. 12;
cfr. Gaudium et spes, n. 69;
cfr. Paolo VI, Populorum progressio, n. 22
131 Cfr. Consiglio permanente La Chiesa italiana …, nn. 32-37
133 Giovanni Paolo II, Messaggio televisivo al Congresso Eucaristico di Lourdes, 21.7.1981
138 Cfr. Nostra aetate, n. 5;
cfr. Comunione e comunità, n. 61