La pastorale della salute nella Chiesa Italiana |
65. Le strutture principali della pastorale sanitaria sono:
la consulta nazionale,
la consulta regionale,
la consulta diocesana e
la cappellania ospedaliera.
Esse sono a servizio degli operatori pastorali, delle associazioni e delle istituzioni, quale strumento di comunione e di animazione per il proseguimento delle comuni finalità pastorali nel mondo della salute.
66. È l'organismo che esprime la sollecitudine della chiesa italiana verso i sofferenti e quanti li assistono, e costituisce lo strumento operativo per la realizzazione di una pastorale d'insieme da parte di tutte le forze cristiane impegnate nel settore sanitario della penisola.
67. Le finalità, l'organizzazione e l'attività della consulta nazionale sono indicate in un regolamento approvato dalla CEI.
68. È presieduta da tre vescovi, designati dal consiglio permanente della CEI, uno dei quali funge da presidente nell'intento di assicurare un rapporto organico e diretto con la segreteria della CEI.
69. Fanno parte della consulta nazionale:
gli incaricati regionali della pastorale sanitaria,
i rappresentanti degli ordini religiosi ospedalieri,
dei cappellani degli ospedali,
delle associazioni cattoliche del settore e
alcuni esperti.
70. Il lavoro della consulta nazionale si articola in un insieme di progetti e di iniziative che hanno i seguenti scopi:
- approfondire la conoscenza dei problemi che agitano il mondo della sanità;
- concordare proposte cristiane sull'erogazione dell'assistenza sanitaria ai cittadini, sul funzionamento dei servizi sanitari e sulle scelte legislative più opportune;
- favorire un dialogo e uno scambio di esperienze con altri organismi pubblici o ecclesiali impegnati nel campo dell'assistenza e della carità;
- stimolare e coordinare le attività delle consulte regionali.
71. È l'espressione della Conferenza episcopale regionale fa da collegamento tra le consulte nazionale e diocesane.
72. È guidata da un incaricato regionale, designato dalla Conferenza episcopale della regione.
Egli opera d'intesa con il vescovo delegato alla pastorale della stessa Conferenza episcopale
73. Fanno parte della consulta:
i delegati diocesani della pastorale sanitaria,
i rappresentanti di organismi e gruppi implicati nel settore ( cappellani, associazioni, movimenti ) e
alcuni esperti.
74. I compiti della consulta regionale possono essere così sintetizzati:
- promuovere e coordinare le attività delle consulte diocesane;
- favorire iniziative a livello regionale ( convegni, discorsi … ) tese a sensibilizzare la popolazione ai problemi della salute e dell'assistenza e a formare gli operatori sanitari e pastorali;
- operare opportuni collegamenti con gli organismi regionali civili preposti all'assistenza sanitaria, contribuendo a rendere più consoni ai valori umani e cristiani gli eventuali interventi legislativi regionali.
75. È l'organismo che esprime l'impegno della chiesa particolare nella pastorale sanitaria; opera in sintonia con le consulte regionali e nazionale.
76. È presieduta da un incaricato, designato dal vescovo.
77. Fanno parte della consulta diocesana i rappresentanti delle parrocchie, degli organismi ecclesiali e delle associazioni operanti nel mondo della sanità.
Qualora, per esigenze operative, la competenza del settore pastorale della sanità fosse demandata ad altri uffici diocesani di pastorale, è necessario salvaguardare, nei modi più opportuni, l'identità e specificità del settore.
78. I compiti della consulta diocesana sono i seguenti:
- animare e coordinare la pastorale sanitaria delle vicarie e delle parrocchie, favorendo un'azione comune e condivisa fra le varie associazioni, gruppi e organismi caritativi operanti nella diocesi ( Caritas, cappellani, volontari … );
- favorire la presenza di ammalati e operatori sanitari negli organismi ecclesiali diocesani;
- assumere iniziative di formazione e di aggiornamento nel settore.
79. La cappellania ospedaliera è espressione del servizio religioso prestato dalla comunità cristiana nelle istituzioni sanitarie.
80. È composta da uno o più sacerdoti cui possono essere aggregati anche diaconi, religiosi e laici.
81. Gli obiettivi principali della cappellania ospedaliera sono i seguenti:
- fare esistere nell'istituzione sanitaria un segno ecclesiale reperibile, che renda possibile un'azione missionaria;
- essere un luogo dove, attraverso delle persone, delle attitudini e dei gesti, compresi quelli sacramentali, Dio rivela la sua tenerezza e si mette al servizio dell'uomo per accompagnarlo nella prova, aiutandolo a vivere fino alla fine;
- promuovere e coordinare tutte le forze presenti nella comunità ospedaliera, attraverso idonei strumenti e iniziative ( consiglio pastorale … );
- contribuire al coinvolgimento dei cristiani, presenti nel territorio, nella promozione della salute e nell'assistenza dei malati.
82. Al termine di questa nota, amiamo rivolgere il pensiero alla vergine Maria.
A lei, « Madre di misericordia », « Salute degli infermi », « Consolatrice degli afflitti », in ogni tempo si sono rivolti i cristiani con incessante e fiduciosa preghiera.
In lei, quanti assistono gli ammalati trovano un modello di premurosa attenzione e di amore materno.
La sua protezione accompagni il difficile cammino di quanti portano il peso della sofferenza e faccia crescere nella comunità cristiana quella sensibilità per cui « se un membro soffre, tutte le altre membra soffrono con lui » ( 1 Cor 12,26 ).
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