Res novae e solidarietà

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Fecondità storica della Rerum novarum

2. - "Magna charta" dell'operosità sociale cristiana

Pio XII,1 Pio XIII,2 Giovanni XXIII,3 Paolo VI,4 e Giovanni Paolo II,5 trattando argomenti fondamentali di carattere sociale, economico e politico, hanno tutti espressamente richiamato l'insegnamento della Rerum novarum, punto di riferimento e validissimo contributo6 per la costituzione della dottrina sociale e per la testimonianza dei cristiani nelle varie realtà temporali.

Questa enciclica, che aprì, per tutta la Chiesa, percorsi inediti, è stato il documento magisteriale certamente più celebrato di questo secolo.

Il valore della persona umana,

della socialità,

dell'ordine provvidenziale dell'esistenza,

della carità,

della finalità ultraterrena della vita umana,

della libertà interiore fondata sulla volontaria obbedienza a Dio,

della giustizia e

della solidarietà con i più poveri

sono i principi etici, derivati dalla tradizione del pensiero cristiano, che animano il progetto di rigenerazione sociale formulato da Leone XIII e motivano la continuità di fondo tra la sua testimonianza e quella dei suoi successori.7

3. - Verso la fine del XIX secolo, i problemi sociali diventano una delle preoccupazioni predominanti del mondo europeo.

Lo sfruttamento umano, prodotto dalla nuova organizzazione industriale del lavoro, frutto del liberalismo capitalista e la marcata ideologizzazione delle rivendicazioni dei lavoratori, operata dal socialismo, pongono al centro dell'attenzione politica e sociale la questione operaia.

Leone XIII, preoccupato dalla deplorevole situazione in cui versava il proletariato industriale, interviene con l'enciclica Rerum novarum.

Individuando gli errori che causavano l'immeritata miseria del proletariato ed escludendo il socialismo quale rimedio alla questione operaia, egli precisa e attualizza la dottrina cattolica

sul lavoro,

sul diritto di proprietà,

sul principio di collaborazione contrapposto alla lotta di classe come mezzo fondamentale per il cambiamento sociale,

sul diritto dei deboli,

sulla dignità dei poveri e

sugli obblighi dei ricchi,

sul diritto ad avere associazioni professionali,

sul perfezionamento della giustizia mediante la carità.

4. - Leone XIII afferma, contro le tendenze della sua epoca, la necessità che la vita sociale sia sottratta al predominio dei rapporti di puro interesse e di forza, orientata a valori etici, animata da principi cristiani.

L'impegno di animazione cristiana della vita sociale si profonde in molte direzioni.

Si costituiscono l'Unione degli Studi sociali e i Circoli di studi sociali.

Vengono istituite cattedre di economia sociale in vari Seminari.

Sorgono società operaie, sindacati, corporazioni, cooperative, banche rurali, assicurazioni, opere di assistenza.

Viene dato notevole impulso alla legislazione del lavoro per la protezione degli operai, soprattutto dei fanciulli e delle donne, al miglioramento dei salari e dell'igiene, e all'istruzione.

Si lotta su tutti i fronti contro il pauperismo.

Nascono i grandi movimenti democratici cristiani che, dopo il crollo dei regimi totalitari, riprendono la loro attività, non solo politica, ma anche sindacale, cooperativa, ecc.

Tutte queste iniziative trovano ispirazione nella Rerum novarum, che viene perciò definita la magna charta dell'operosità sociale cristiana d'inizio secolo.8

5. - Tali esperienze, frutto di comunità di fede vive ed operose, ci sollecitano a riflettere a fondo sulla testimonianza che offriamo come cristiani agli uomini del nostro tempo, ancora così drammaticamente segnato da situazioni di povertà e di miseria, estese a livello planetario.

Chiamati da Cristo a far risplendere la nostra luce davanti agli uomini, perchè vedano le nostre opere buone e rendano gloria a Dio ( cf Mt 5,16 ), ci accorgiamo spesso di come restino opachi i nostri comportamenti, individuali e di comunità.

Anche nel nostro Paese, il progressivo, per quanto molto mal distribuito, innalzamento della qualità materiale della vita assopisce molte coscienze cristiane.

Ma gli allarmi e le urgenze della nostra epoca, insieme alle speranze, interamente consegnate alla volontà di vita e al rispetto di questo dono da parte del genere umano, sono segni che destano e quotidianamente interrogano, inducendo a un cambiamento di mentalità.

Questi segni aiutano noi cristiani, in particolare, a scoprirci proiettati, con la nostra volontà di conversione e il nostro impegno di testimonianza cristiana, verso nuovi orizzonti che la parola di Dio illumina.

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1 Cf Lett. Enc. Quadragesimo Anno ( 15 maggio 1931 )
2 Cf Radiomessaggio per il cinquantenario della "Rerum novarum" ( 1 giugno 1941 )
3 Cf Lett. Enc. Mater et Magistra ( 15 maggio 1961 )
4 CF Let. Apost. Octogesima Adveniens ( 14 maggio 1971 )
5 Cf Lett. Enc. Laborem Exrcens ( 14 settembre 1981 )
e Lett. Enc. Sollicitudo rei socialis.
Nel XX anniversario della "Popolurum progressio" ( 30 dicembre 1987 )
6 Cf Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 1
7 Cf Congr. Educaz. Cattolica, La dottrina sociale della Chiesa nella formazione sacerdotale.
Orientamenti per lo studio e l'insegnamento ( 30 dicembre 1988, n. 6 )
8 Cf Pio XII, Radiomessaggio, cit., n. 5