Comunicazione e missione

Indice

Per una cultura dei media a servizio dell'uomo: famiglia, giovani, società

75 Famiglia e media

La famiglia è la cellula fondamentale della società e snodo essenziale di tutti i processi culturali.

Dal rapporto che essa stabilisce con i media dipende quindi in larga misura anche il ruolo che essi assumeranno nella società e la loro capacità di incidere sui modelli di pensiero e di comportamento.

Oggi questo rapporto viene preso in considerazione dagli operatori dei media quasi esclusivamente dal punto di vista dei consumi.

A interessare sono le modalità di consumo mediale delle famiglie - quali programmi ascoltano e vedono e quanto a lungo, che cosa leggono, quale uso fanno di internet - per meglio indirizzare i messaggi pubblicitari.

I mezzi della comunicazione sociale dovrebbero, invece, avere a cuore il bene complessivo della famiglia.

A essa spetta comunque attrezzarsi culturalmente per saper discernere i messaggi di qualità da quelli ispirati dal consumismo.

76 I media nel vissuto quotidiano delle famiglie

Le case stanno diventando sempre più una piccola centrale di media: radio, televisione ( sovente presente in più stanze ), stereo, computer, internet, telefoni cellulari.

I genitori devono essere preparati a "convivere con i media" e a educare i loro figli perché sappiano interagire in modo competente, critico, eticamente responsabile.

I mezzi di comunicazione «possono esercitare un benefico influsso sulla vita e sui costumi della famiglia e sulla educazione dei figli, ma al tempo stesso nascondono anche insidie e pericoli non trascurabili, e potrebbero diventare veicolo - a volte abilmente e sistematicamente manovrato, come purtroppo accade in diversi paesi del mondo - di ideologie disgregatrici e di visioni deformate della vita, della famiglia, della religione, della moralità, non rispettose della vera dignità e del destino dell'uomo».79

La famiglia è il luogo dell'intimità e degli affetti, dell'accoglienza reciproca e della solidarietà.

I media, proprio perché entrano in tutte le case, hanno il dovere di rispettarla evitando la tendenza, sempre più diffusa, a ridurre a puro oggetto di spettacolo la sessualità e le relazioni familiari, con approcci superficiali, banali, inutilmente provocatori e per molti versi distruttivi.

77 Da spettatrice a protagonista della cultura dei media

La famiglia è il primo luogo dove un individuo cresce, si forma, matura una sua personalità.

Ma proprio questo luogo subisce la presenza massiccia e incisiva dei media.

Determinando i ritmi della giornata, occupando spazi e organizzando il tempo all'interno della casa, i media s'impongono come potente agenzia di trasmissione di modelli culturali.

Ai genitori, e in generale alle presenze adulte nella famiglia, tocca dunque farsi carico d'una responsabilità in gran parte nuova: attrezzarsi culturalmente per comprendere i linguaggi dei media, imparando a distinguerne gli influssi positivi e negativi, sottraendo loro potere - meno spazio e meno tempo loro consegnato - quando risultasse eccessivo.

Se veramente «i genitori desiderano che quanto entra nelle loro case attraverso i media sia nell'interesse dei loro figli»,80 proprio in famiglia occorre riappropriarsi del ruolo attivo di utenti capaci di valutare, attrezzati criticamente.81

Ancor più, occorre favorire un clima in cui crescere autonomamente nei giudizi e nelle scelte.

Nei corsi di preparazione al matrimonio e nella pastorale ordinaria occorre affrontare questo aspetto della vita familiare e le giovani famiglie devono essere aiutate, anche con opportuni sussidi, perché possano darsi «criteri per sane abitudini nel vedere»82 e trovare un sapiente equilibrio nel governo del mezzo televisivo e degli altri media.

78 Un'attenzione privilegiata alle nuove generazioni

Tutto ciò vale anche per bambini, ragazzi e giovani, ossia quanti si trovano in condizione di particolare vulnerabilità perché nel vivo dei processi di costruzione della personalità e di socializzazione; un pubblico vasto e frammentato.

«Secondo l'età e le circostanze i bambini e i giovani dovrebbero essere avviati alla formazione circa i mezzi di comunicazione sociale, resistendo alla tentazione semplificatoria della passività acritica, a pressioni esercitate dai loro compagni e allo sfruttamento commerciale».83

I tentativi di autoregolamentazione, certamente lodevoli ma dall'efficacia dubbia, attivati dalle emittenti a salvaguardia dei più indifesi, non esonerano le autorità civili dall'elaborazione di un rigoroso e aggiornato quadro normativo a tutela innanzitutto dei minori.

79 I giovani e le nuove tecnologie

Assieme ai giovani è possibile recuperare positivamente le notevoli risorse mediali del nostro tempo, non ultima la rete internet.

«Uno strumento per svolgere un'attività utile e i giovani devono imparare a considerarlo e usarlo come tale.

Nel cyberspazio, come in ogni altro luogo del resto, i giovani possono essere chiamati ad andare controcorrente, a esercitare controcultura, perfino a subire persecuzione per il vero e per il buono».84

È necessario garantire ai più giovani, in presenza di una vorticosa accelerazione dei tempi e di una rovinosa perdita del passato e della memoria, la possibilità di entrare in contatto con le proprie radici, la propria eredità culturale e il senso vivo della tradizione.85

80 Scuola e media

La scuola non può ignorare il ruolo delle comunicazioni sociali, a cominciare dalla vita degli studenti, che dai media ricevono una mole d'informazioni, con giudizi e pregiudizi, ben superiore a quella che attingono in classe.

I media costituiscono una sorta di "scuola parallela", spesso ben più persuasiva e seducente.

Alla scuola, ancora una volta, spetta fornire agli studenti gli strumenti critici che ne facciano utenti liberi e responsabili.

È un'alfabetizzazione, un "leggere e scrivere" di genere più raffinato ma non meno fondamentale.

In particolare, le associazioni cattoliche degli insegnanti e le scuole cattoliche sono tenute a offrire il loro peculiare contributo per un approccio qualificato alle innovazioni tecnologiche, ricco di approfondimenti antropologici ed etici.

Non va dimenticato che il nuovo contesto mediale, proprio per l'incidenza che ha sull'apprendimento e nel vasto campo educativo, interpella il profilo stesso del docente e dell'educatore in genere.

81 Nuovi dinamismi negli scambi generazionali

La scuola è anche il luogo dove la persona diviene a poco a poco autonoma e responsabile.

Pur non essendo l'unico, è così importante da richiedere un'attenzione particolare: certo non si educa solo con la scuola, ma nemmeno senza di essa.

È suo compito favorire lo sviluppo dell'uomo e della società in tutte le loro dimensioni, attraverso un'attenta opera di comunicazione intellettuale e uno scambio tra generazioni, che permetta di condividere il patrimonio della tradizione e della cultura, compresi linguaggi e messaggi dei media.

82 Nel contesto sociale e politico del Paese

L'impegno della comunità ecclesiale nel settore della comunicazione sociale non dimentica il fatto che « la partecipazione pubblica al processo decisionale relativo alla politica delle comunicazioni [ … ] dovrebbe essere una partecipazione organizzata, sistematica e autenticamente rappresentativa, non deviata a favore di gruppi particolari».86

Rientra quindi nella missione della Chiesa contribuire anche all'individuazione di una sana politica delle comunicazioni sociali.

« La possibilità di comunicare in modo nuovo e diffuso è un bene di tutta l'umanità e come tale va promosso e tutelato.

Quanto più potenti sono i mezzi di comunicazione, tanto più deve essere forte la coscienza etica di chi in essi opera e ne fruisce.

È necessario pertanto che la comunicazione sociale non sia considerata solo in termini economici o di potere, ma resti e si sviluppi nel quadro dei beni di primaria importanza per il futuro dell'umanità».87

83 In dialogo con i responsabili dei media

La Chiesa si pone quindi in costante ricerca di dialogo con i responsabili dei media, approfondendo gli aspetti culturali, sociali e politici.

« Questo dialogo implica che la Chiesa faccia uno sforzo per comprendere i media - i loro obiettivi, i loro metodi, le loro regole di lavoro, le loro strutture interne e le loro modalità - e che sostenga e incoraggi coloro che vi lavorano».88

Sarà così possibile elaborare proposte significative per rimuovere gli ostacoli al progresso umano e alla proclamazione del Vangelo.

In questo quadro occorre dare attuazione all'esortazione del Santo Padre che invita « i cattolici a partecipare all'elaborazione di un codice deontologico per quanti operano nell'ambito della comunicazione sociale, lasciandosi guidare dai [ seguenti ] criteri:

rispetto della dignità della persona umana, dei suoi diritti, compreso il diritto alla privacy;

servizio alla verità, alla giustizia e ai valori umani, culturali e spirituali;

stima delle diverse culture evitando che si disperdano nella massa, tutela dei gruppi minoritari e dei più deboli;

ricerca del bene comune, al di sopra degli interessi particolari o del predominio di criteri soltanto economici».89

84 Saper valorizzare le nuove tecnologie

Internet può diventare uno straordinario mezzo di comunicazione e di progresso culturale della società.

« Caratterizzato da istantaneità e immediatezza, internet è presente in tutto il mondo, è decentrato, interattivo, indefinitivamente espandibile per quanto riguarda i contenuti, flessibile, molto adattabile.

È egualitario, nel senso che chiunque, con gli strumenti adeguati e una modesta abilità tecnica, può essere presente nel cyberspazio, trasmettere al mondo il proprio messaggio ed essere ascoltato».90

Adeguatamente valorizzato e sapientemente utilizzato, internet può divenire non solo luogo di confronto ma anche di vera e propria elaborazione della cultura cattolica, in riferimento soprattutto alla pace, alla solidarietà e al dialogo.

85 Comunicazione della fede e opinione pubblica

L'impegno della Chiesa nel mondo dei media non si esaurisce nel discernimento e nella formazione.

Oggi «i media, che danno accesso all'informazione in diretta, sopprimono la distanza di spazio e di tempo, ma soprattutto trasformano la maniera di percepire le cose: la realtà cede il passo a ciò che di essa viene mostrato.

Perciò, la ripetizione continua di informazioni scelte diventa un fattore determinante per creare un'opinione considerata pubblica».91

Dinanzi al loro potere nel modellare l'opinione pubblica, la Chiesa avverte da una parte l'urgenza di dotarsi di propri media, dall'altra la necessità di rafforzare e precisare le modalità di intervento all'interno dei media stessi.92

I temi riguardanti la fede e le questioni morali necessitano di un procedere logico e argomentativo che richiede tempo e attenzione, condizioni che raramente i media riescono a garantire.

Pertanto è necessaria un'estrema cautela nello scrivere, nel rilasciare interviste e anche nell'accettare di partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive.

86 Valori religiosi e legittimazione sociale nei media

Varcare le soglie dell'arena mediale comporta un riconoscimento sociale sempre maggiore; rinunciarvi significa perdere rilevanza.

Temi, problemi e istanze rappresentate vengono percepite dall'opinione pubblica come prioritarie; quelle assenti, al contrario, marginali e insignificanti.

Di qui la necessità di invertire una certa spirale del silenzio, talora messa in atto dai media, relativamente all'esperienza di fede della grande tradizione cristiana e agli stessi valori umani fondamentali, come il rispetto della vita, la natura della famiglia fondata sul matrimonio, la solidarietà tra i popoli.

A quanti nella Chiesa ricoprono ruoli di rilevanza pubblica o intervengono attraverso i media sono richieste formazione e competenze specifiche, per evitare di offrire messaggi poco chiari o di essere strumentalizzati.93

Indice

79 Giovanni Paolo II, Familiaris consortio 76
80 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 4
81 I vari messaggi per le Giornate mondiali delle comunicazioni sociali che hanno toccato il tema della famiglia:
Paolo VI, Comunicazioni sociali e famiglia ( 1969 );
Giovanni Paolo II, Ruolo delle comunicazioni sociali e compiti della famiglia ( 1980 );
Giovanni Paolo II, Televisione e famiglia: criteri per sane abitudini nel vedere ( 1994 );
Giovanni Paolo II, I media in famiglia: un rischio e una ricchezza ( 2004 )
82 Giovanni Paolo II, Mess. 28a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ( 1994 )
83 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 25
84 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, La Chiesa e Internet 11
85 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 16
86 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 24
87 C. E. I. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia 39
88 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Aetatis novae 8
89 Giovanni Paolo II, Ecclesia in Europa 63
90 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica in Internet 7
91 Pontificio consiglio della cultura, Per una pastorale della cultura 9
92 Pontificia comm. per le comunicazioni sociali, Communio et progressio 24-32. 123. 141
93 Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Etica nelle comunicazioni sociali 26