19 marzo 1967

Vi anticipiamo i Nostri auguri pasquali, e ve li esprimiamo col ramo d'olivo, col simbolo della pace.

Sì, che la pace di Cristo sia con voi, assidui ascoltatori di questo Nostro saluto domenicale, con voi, giovani, che avete questa mattina celebrato con Noi la festa messianica del Re della pace, e con voi, pellegrini e visitatori venuti a Roma per la Settimana Santa.

Il Nostro ramo d'olivo era questa mattina intrecciato alla Nostra croce.

Così è per questi due sacri segni; e così è per ciò ch'essi rappresentano: cioè la pace non può essere senza la croce, cioè senza Cristo.

La pace

non è inerzia,

non è debolezza,

non è viltà,

non è egoismo,

non è piacere:

la pace è virtù,

la pace è frutto del dovere e dell'amore,

la pace, com'è nata per tanti paesi dal sacrificio di tante vite, così dev'essere conservata e vissuta, con la dedizione di sé al bene degli altri.

Ecco: che la Madre di Cristo sia per noi tutti Regina della sua pace.