21 gennaio 1968

Pensiamo a chi soffre;

pensiamo ai paesi della Sicilia devastati dal terremoto;

pensiamo alle vittime di tanta sciagura;

pensiamo ai numerosi superstiti infelicissimi,

nel dolore,

nella desolazione,

nell'incertezza,

nell'oppressione fisica e morale di incalcolabili difficoltà:

hanno tutto perduto!

Noi fortunati d'essere incolumi ed immuni da tanta calamità, non dimentichiamo il dovere civile e cristiano della compassione, della solidarietà, della carità.

E uniamo allora alla terrificante visione delle regioni sconvolte e delle popolazioni desolate la visione edificante e confortante dei soccorritori, accorsi da ogni parte con grande e nobile sensibilità.

Noi diremo grazie alle autorità, alle istituzioni, al popolo, alle persone che si sono prodigate nell'opera di consolazione e di aiuto; e diremo: avanti, ancora continuate, portate a termine il gesto generoso del primo momento!

Noi pure siamo, come Ci è possibile, presenti col Nostro obolo, con i Nostri voti; ecclesiastici e laici cattolici sono anch'essi in prima linea.

La Nostra Opera di assistenza affianca umilmente, ma efficacemente la difficile azione di aiuto e di conforto.

Giovani esploratori e ottime suore sono all'opera; ne siamo anche Noi consolati.

Coraggio; la prova esige uno sforzo perseverante e coordinato.

Coraggio.

La Nostra preghiera e la Nostra Benedizione è con tutti i sofferenti e con tutti i valorosi benefattori e soccorritori.

La « Consolatrice degli afflitti », Maria, tutti li assista.