1 novembre 2012
Cari fratelli e sorelle!
Oggi abbiamo la gioia di incontrarci nella solennità di Tutti i Santi.
Questa festa ci fa riflettere sul duplice orizzonte dell'umanità, che esprimiamo simbolicamente con le parole "terra" e "cielo": la terra rappresenta il cammino storico, il cielo l'eternità, la pienezza della vita in Dio.
E così questa festa ci fa pensare alla Chiesa nella sua duplice dimensione: la Chiesa in cammino nel tempo e quella che celebra la festa senza fine, la Gerusalemme celeste.
Queste due dimensioni sono unite dalla realtà della « comunione dei santi »: una realtà che comincia quaggiù sulla terra e raggiunge il suo compimento in Cielo.
Nel mondo terreno, la Chiesa è l'inizio di questo mistero di comunione che unisce l'umanità, un mistero totalmente incentrato su Gesù Cristo: è Lui che ha introdotto nel genere umano questa dinamica nuova, un movimento che la conduce verso Dio e al tempo stesso verso l'unità, verso la pace in senso profondo.
Gesù Cristo - dice il Vangelo di Giovanni ( Gv 11,52 ) - è morto « per riunire insieme i figli di Dio dispersi », e questa sua opera continua nella Chiesa che è inseparabilmente « una », « santa » e « cattolica ».
Essere cristiani, far parte della Chiesa significa aprirsi a questa comunione, come un seme che si schiude nella terra, morendo, e germoglia verso l'alto, verso il cielo.
I Santi - quelli che la Chiesa proclama tali, ma anche tutti i santi e le sante che solo Dio conosce, e che oggi pure celebriamo - hanno vissuto intensamente questa dinamica.
In ciascuno di loro, in modo molto personale, si è reso presente Cristo, grazie al suo Spirito che opera mediante la Parola e i Sacramenti.
Infatti, l'essere uniti a Cristo, nella Chiesa, non annulla la personalità, ma la apre, la trasforma con la forza dell'amore, e le conferisce, già qui sulla terra, una dimensione eterna.
In sostanza, significa diventare conformi all'immagine del Figlio di Dio ( cfr Rm 8,29 ), realizzando il progetto di Dio che ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza.
Ma questo inserimento in Cristo ci apre - come avevo detto - anche alla comunione con tutti gli altri membri del suo Corpo mistico che è la Chiesa, una comunione che è perfetta nel « Cielo », dove non c'è alcun isolamento, alcuna concorrenza o separazione.
Nella festa di oggi, noi pregustiamo la bellezza di questa vita di totale apertura allo sguardo d'amore di Dio e dei fratelli, in cui siamo certi di raggiungere Dio nell'altro e l'altro in Dio.
Con questa fede piena di speranza noi veneriamo tutti i santi, e ci prepariamo a commemorare domani i fedeli defunti.
Nei santi vediamo la vittoria dell'amore sull'egoismo e sulla morte: vediamo che seguire Cristo porta alla vita, alla vita eterna, e dà senso al presente, ad ogni attimo che passa, perché lo riempie d'amore, di speranza.
Solo la fede nella vita eterna ci fa amare veramente la storia e il presente, ma senza attaccamenti, nella libertà del pellegrino, che ama la terra perché ha il cuore in Cielo.
La Vergine Maria ci ottenga la grazia di credere fortemente nella vita eterna e di sentirci in vera comunione con i nostri cari defunti.