Santo Domingo

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9.3. L'opzione preferenziale per i poveri

481 L'opzione preferenziale per i poveri è un'espressione della carità cristiana e ha un'applicazione diretta nelle nostre responsabilità sociali al momento di prendere decisioni concrete.

« Questo amore preferenziale, con le decisioni che ci ispira, non può smettere di accogliere le immense moltitudini di affamati e mendicanti, di uomini e donne senza tetto, senza assistenza medica e, soprattutto, senza speranza di un futuro migliore: non si può dimenticare l'esistenza di questa realtà.

Ignorarla significherebbe diventare come il ricco Epulone che fingeva di non conoscere il mendicante Lazzaro, prostrato alla sua porta ». ( Lc 16,19-31 )540

482 A partire dalla nostra fede nel Dio di Gesù, rinnoviamo e ribadiamo l'opzione preferenziale per i poveri del nostro continente.

Essi sono i « prediletti di Dio »541 per la loro situazione di povertà ed emarginazione.

Questa opzione esige una profonda conversione542 di tutti noi, perché nasce dalla nostra fede ed è segno della sua autenticità. ( Mt 25,31-46 )

Pertanto bisogna invitare tutti ad assumere insieme la promozione e la difesa dei legittimi diritti dei poveri, valutando lo sviluppo autentico a partire dalla loro situazione e impegnandosi a creare o consolidare quelle strutture sociali che danno loro dignità.

483 Conviene ribadire l'affermazione di Puebla: « Il Vangelo ci deve insegnare che, di fronte alle realtà che viviamo, non si può oggi in America Latina amare veramente il fratello e quindi Dio, senza impegnarsi a livello personale e, in molti casi, a livello di strutture, nel servizio e nella promozione dei gruppi umani e degli strati sociali più spossessati e umiliati, con tutte le conseguenze che ne seguono sul piano di queste realtà temporali ».544

484 Duole profondamente ascoltare frasi dispregiative su queste persone emarginate.

Lo sforzo per inserirle nella società è un dovere di umanità perché la loro emarginazione denuncia l'inumanità della società.

È assolutamente urgente e « necessario abbandonare una mentalità che considera i poveri - persone e popoli - come un fardello o come molesti e importuni ».545

In verità, « la promozione dei poveri è una grande occasione per la crescita morale, culturale e anche economica dell'umanità intera ».546

485 Alcuni settori della società, anche cattolici, hanno criticato i vescovi dicendo che optano per i poveri e non per i ceti medi che superano la povertà.

Si deve tuttavia affermare, con molta chiarezza, che la nostra opzione preferenziale per i poveri sorge dalla fede nel Dio Padre di tutti e che è un'opzione a favore dei poveri delle nostre terre perché superino la loro condizione di emarginati sociali.

Pertanto la concezione cristiana del progresso è includente, cioè considera autentico sviluppo solo quello che comporta il benessere di tutti e la corretta integrazione di tutte le dimensioni della persona umana.547

Non si è contro il progresso quando è per tutti gli uomini e le donne, e per tutta la persona umana nella sua dignità di creatura di Dio.

486 L'opzione preferenziale per i poveri esige la creazione delle condizioni sociali che ne permettono la promozione.

Pertanto è un'opzione contro quei meccanismi che impediscono il loro inserimento protagonistico nella società, come cittadini con uguali condizioni, diritti e doveri.548

È opportuno ricordare che Dio non vuole la miseria per nessuno, ma esiste una povertà evangelica, cui tutti, poveri e ricchi, siamo chiamati e che prevede la sobrietà e l'austerità di vita, la disponibilità a condividere e la piena fiducia in Dio.

Così come tutti, poveri e ricchi, siamo chiamati a coltivare le virtù che tanto contribuiscono a far uscire dalla miseria e ad assicurare il benessere e la dignità di tutti: la laboriosità, l'abilitazione, la responsabilità, l'onestà, lo spirito di iniziativa.

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540 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 42
541 Puebla 1143
542 Puebla 1134,1140
544 Puebla 327
545 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 28
546 Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 28
547 Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 27-34;
Giovanni Paolo II, Centesimus Annus 29
548 Gaudium et Spes 86;
Paolo VI, Populorum progressio 55;
Giovanni Paolo II, Sollicitudo Rei Socialis 44