"Licet iuxta doctrinam"
23 ottobre 1327
Questa bolla respinge gli errori di un regalismo estremo contenuti nel Defensor pacis del maestro parigino Marsilio da Padova.
L'opera fu terminata nel 1324, ma pubblicata solo nel 1326.
Si è incerti se Giovanni de Janduno ne sia coautore.
La bolla riporta gli asserti erronei non letteralmente, ma secondo il loro senso.
Vengono elencati due volte: una volta nella parte principale della bolla e un po' variati alla fine della bolla stessa.
Essi vengono condannati in quest'ultima forma.
Il testo qui riportato presenta perciò questa seconda forma.
Per comando di Benedetto XII il Defensor pacis fu di nuovo sottoposto a un esame, che Clemente VI concluse nell'anno 1343 respingendo 240 tesi.
Errori di Marsilio da Padova sulla costituzione della chiesa
§ Quello che si legge riguardo a Cristo nel Vangelo del beato Matteo ( Mt 17,27 ), e cioè che lui stesso pagò il tributo a Cesare quando, a quelli che chiedevano una doppia dracma, ordinò di dare uno statere preso dalla bocca del pesce, questo lui fece non per condiscendenza e per la benevolenza della sua pietà, ma costretto da necessità.
§ Il beato Pietro Apostolo non fu capo della chiesa più che ciascuno degli altri Apostoli, e non ebbe maggiore autorità di quella che ebbero gli altri Apostoli, e Cristo non assegnò nessun capo alla chiesa, e non fece nessuno suo vicario.
§ Spetta all'imperatore correggere e punire il papa, istituirlo e destituirlo.
§ Tutti i sacerdoti, sia il papa, sia un arcivescovo, sia un qualsiasi semplice sacerdote, hanno, in forza dell'istituzione di Cristo, uguale autorità e giurisdizione; quello poi che uno ha più di un altro, questo è secondo quanto l'Imperatore ha concesso in più o in meno, e, così come ha concesso, può anche revocare.
§ Il papa o anche tutta la chiesa presa nel suo insieme, non può punire con punizione costrittiva nessun uomo, scellerato quanto si voglia, salvo che l'Imperatore non ne dia loro l'autorità.
[ Censura: Gli articoli suddetti ] …
Noi dichiariamo, in forma di sentenza, in quanto contrari alla sacra Scrittura e nemici della fede cattolica, eretici, cioè conformi a eresia ed erronei, e così anche che i suddetti Marsilio e Giovanni sono eretici, o meglio manifesti e notori eresiarchi.
Giovanni XXII