Rerum novarum

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Favorire i congressi cattolici

41 Degnissimi d'encomio sono molti tra i cattolici che, conosciute le esigenze dei tempi, fanno ogni sforzo per migliorare onestamente le condizioni degli operai.

E presane in mano la causa, si studiano di accrescerne il benessere individuale e domestico; di regolare, secondo equità, le relazioni tra lavoratori e padroni; di tener viva e profondamente radicata negli uni e negli altri il senso del dovere e l'osservanza dei precetti evangelici; precetti che, allontanando l'animo da ogni sorta di eccessi, lo inducono alla moderazione e, tra la più grande diversità di persone e di cose, mantengono l'armonia nella vita civile.

A tal fine vediamo che spesso si radunano dei congressi, ove uomini saggi si comunicano le idee, uniscono le forze, si consultano intorno agli espedienti migliori.

Altri s'ingegnano di stringere opportunamente in società le varie classi operaie; le aiutano col consiglio e i mezzi e procurano loro un lavoro onesto e redditizio.

Coraggio e protezione vi aggiungono i vescovi, e sotto la loro dipendenza molti dell'uno e dell'altro clero attendono con zelo al bene spirituale degli associati.

Non mancano finalmente i cattolici benestanti che, fatta causa comune coi lavoratori, non risparmiano spese per fondare e largamente diffondere associazioni che aiutino l'operaio non solo a provvedere col suo lavoro ai bisogni presenti, ma ad assicurarsi ancora per l'avvenire un riposo onorato e tranquillo.

I vantaggi che tanti e sì volenterosi sforzi hanno recato al pubblico bene, sono così noti che non occorre parlarne.

Di qui attingiamo motivi a bene sperare dell'avvenire, purché tali società fioriscano sempre più, e siano saggiamente ordinate.

Lo Stato difenda queste associazioni legittime dei cittadini; non si intrometta però nell'intimo della loro organizzazione e disciplina, perché il movimento vitale nasce da un principio intrinseco, e gli impulsi esterni facilmente lo soffocano.

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