Aeterna Dei sapientia

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II.1

L'unità della chiesa nel pensiero del santo

Anzitutto san Leone ci insegna che la chiesa è una, perché uno è il suo sposo, Gesù Cristo:

« Tale è infatti la chiesa vergine, unita a un solo sposo, Cristo, da non ammettere nessun errore; sicché in tutto il mondo noi godiamo di una sola casta, integra unione ».23

Il santo ritiene altresì che questa mirabile unità della chiesa abbia avuto inizio con la nascita del Verbo incarnato, come risulta da queste espressioni:

« È infatti la nascita di Cristo che determina l'origine del popolo cristiano: il natale del Capo è anche il natale del corpo.

Anche se ciascuno dei chiamati [alla fede] ha il suo turno, se tutti i figli della chiesa sono distribuiti nella successione dei tempi, tuttavia il complesso dei fedeli, nati dal fonte battesimale, come con Cristo sono crocifissi nella sua passione, sono risorti nella sua risurrezione, sono posti alla destra del Padre nella sua ascensione, così con lui sono congenerati in questa nascita ».24

A questa misteriosa nascita del « corpo della chiesa » ( Col 1,18 ) ha partecipato intimamente Maria, grazie alla sua verginità, resa feconda per opera dello Spirito Santo.

San Leone, infatti, esalta Maria come: « Vergine, ancella e madre del Signore »;25 « genitrice di Dio »26 e vergine perpetua.27

Inoltre il sacramento del battesimo, osserva ancora san Leone, non solo rende ogni cristiano membro di Cristo, ma lo rende altresì partecipe della sua regalità e del suo spirituale sacerdozio:

« Tutti coloro, infatti, che sono stati rigenerati in Cristo, sono anche fatti re col segno della croce, e consacrati sacerdoti con l'unzione dello Spirito Santo ».28

Il sacramento della confermazione, chiamato « santificazione dei crismi »,29 corrobora tale assimilazione a Cristo capo, mentre nell'eucaristia essa trova il suo compimento:

« Infatti la partecipazione del corpo e del sangue di Cristo non fa altro che trasformarci in ciò che assumiamo; e portiamo in tutto, nella carne come nello spirito, quello stesso, nel quale siamo morti, sepolti e risuscitati ».30

Ma, si noti bene, per san Leone non vi può essere perfetta unione dei fedeli con Cristo capo e tra loro, quali membra di un medesimo organismo vivo e visibile, se ai vincoli spirituali delle virtù, del culto e dei sacramenti non si aggiunge la professione esterna della medesima fede:

« Grande sostegno è la fede integra, la fede vera, nella quale nulla può essere aggiunto o tolto da chicchessia; poiché la fede se non è unica, non esiste affatto ».31

All'unità, però, della fede è indispensabile l'unione tra i maestri delle verità divine, cioè la concordia dei vescovi tra loro in comunione e sottomissione al romano pontefice:

« La compattezza di tutto il corpo è ciò che dà origine alla santità e alla sua bellezza; e questa stessa compattezza, se richiede l'unanimità, esige però soprattutto la concordia dei sacerdoti.

Questi hanno in comune la dignità sacerdotale, ma non lo stesso grado di potere; giacché anche fra gli apostoli vi fu eguaglianza di onore, ma differenza di potere, in quanto a tutti fu comune la grazia dell'elezione, ma a uno solo è stato concesso il diritto di preminenza sugli altri ».32

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23 Ep, 80, ad Anatolium episc. Constantinopolitanum, 1: PL 54, 913
24 Serm. 26, in Nativ. Domini, 2: PL 54, 213
25 Ep. 165, ad Leonem imper. , 2: PL 54, 1157
26 Ep. 165, ad Leonem imper. , 2: PL 54, 1157
27 Serm. 22, in Nativ. Domini, 2: PL 54, 195
28 Serm. 4, in Nativ. Domini, 1: PL 54 149;
Serm. 64, de Passione Domini, 6: PL 54, 357; Ep. 69, 4: PL 54, 870
29 Serm. 66, de Passione Domini, 2: PL 54, 365-366
30 Serm. 64, de Passione Domini, 7: PL 54, 357
31 Serm. 24, in Nativ. Domini, 6: PL 54, 207
32 Ep. 14, ad Anastasium episc. Thessal. , 11: PL 54, 676