Ecclesia in Europa

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Per realizzare un vero volto di Chiesa

26 L'intera Chiesa in Europa senta rivolto a sé il comando e l'invito del Signore: ravvediti, convertiti, « svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire » ( Ap 3,2 ).

È un'esigenza che nasce anche dalla considerazione del tempo attuale: « La grave situazione di indifferenza religiosa di tanti europei, la presenza di molti che anche nel nostro Continente non conoscono ancora Gesù Cristo e la sua Chiesa e che ancora non sono battezzati, il secolarismo che contagia una larga fascia di cristiani che abitualmente pensano, decidono e vivono "come se Cristo non esistesse", lungi dallo spegnere la nostra speranza, la rendono più umile e più capace di affidarsi solo a Dio.

Dalla sua misericordia riceviamo la grazia e l'impegno della conversione ».48

27 Nonostante a volte, come nell'episodio evangelico della tempesta sedata ( Mc 4,35-41; Lc 8,22-25 ), possa sembrare che Cristo dorma e lasci la sua barca in balia delle onde agitate, alla Chiesa in Europa è chiesto di coltivare la certezza che il Signore, attraverso il dono del suo Spirito, è sempre presente e operante in essa e nella storia dell'umanità.

Egli prolunga nel tempo la sua missione, costituendo la Chiesa come flusso di vita nuova, che scorre entro la vita dell'umanità quale segno di speranza per tutti.

In un contesto nel quale è facile la tentazione dell'attivismo anche a livello pastorale, ai cristiani in Europa è chiesto di continuare ad essere reale trasparenza del Risorto, vivendo in intima comunione con lui.

C'è bisogno di comunità che, contemplando e imitando la Vergine Maria, figura e modello della Chiesa nella fede e nella santità,49 custodiscano il senso della vita liturgica e della vita interiore.

Prima di tutto e sopra tutto, esse dovranno lodare il Signore, pregarlo, adorarlo e ascoltarne la Parola.

Solo così potranno assimilarne il mistero, vivendo totalmente relative a lui, come membra della sua Sposa fedele.

28 Di fronte alle ricorrenti spinte alla divisione e alla contrapposizione, le diverse Chiese particolari in Europa, forti anche del legame con il Successore di Pietro, devono impegnarsi ad essere vero luogo e strumento di comunione dell'intero popolo di Dio nella fede e nell'amore.50

Coltivino, perciò, un clima di carità fraterna, vissuta con radicalità evangelica nel nome di Gesù e nel suo amore;

sviluppino un contesto di rapporti amichevoli, di comunicazione, di corresponsabilità, di partecipazione, di coscienza missionaria, di attenzione e di servizio;

siano animate da atteggiamenti di stima, di accoglienza e di correzione vicendevoli ( Rm 12,10; Rm 15,7-14 ), oltre che di servizio e sostegno reciproci ( Gal 5,13; Gal 6,2 ), di perdono scambievole ( Col 3,13 ) e di edificazione gli uni degli altri ( 1 Ts 5,11 );

si adoperino per realizzare una pastorale che, valorizzando tutte le legittime diversità, promuova anche una cordiale collaborazione tra tutti i fedeli e le loro aggregazioni;

rilancino gli organismi di partecipazione quali preziosi strumenti di comunione per una concorde azione missionaria, suscitando la presenza di operatori pastorali adeguatamente preparati e qualificati.

In tal modo, le stesse Chiese, animate dalla comunione che è manifestazione dell'amore di Dio, fondamento e ragione della speranza che non delude ( Rm 5,5 ), saranno riflesso più splendente della Trinità, nonché segno che interpella e invita a credere ( Gv 17,21 ).

29 Perché la comunione nella Chiesa possa essere vissuta in modo più pieno, occorre valorizzare la varietà dei carismi e delle vocazioni, che convergono sempre più verso l'unità e la possono arricchire ( 1 Cor 12 ).

In quest'ottica, è anche necessario, da una parte, che i nuovi movimenti e le nuove comunità ecclesiali, « abbandonando ogni tentazione di rivendicare diritti di primogenitura e ogni incomprensione vicendevole », progrediscano nel cammino di una più autentica comunione tra di loro e con tutte le altre realtà ecclesiali, e « vivano con amore in piena obbedienza ai Vescovi »; d'altra parte, è pure necessario che i Vescovi, « manifestando loro quella paternità e quell'amore che sono propri dei pastori »,51 sappiano riconoscere, valorizzare e coordinare i loro carismi e la loro presenza per l'edificazione dell'unica Chiesa.

Grazie, infatti, alla crescita della collaborazione tra le diverse realtà ecclesiali sotto la guida amorevole dei pastori, la Chiesa intera potrà presentare a tutti un volto più bello e credibile, trasparenza più limpida di quello del Signore, e così potrà contribuire a ridare speranza e consolazione sia a quanti la cercano, sia a quanti, pur non cercandola, ne hanno bisogno.

Per poter rispondere all'appello del Vangelo alla conversione, « è necessario fare tutti insieme un umile e coraggioso esame di coscienza per riconoscere le nostre paure e i nostri errori, per confessare con sincerità le nostre lentezze, omissioni, infedeltà, colpe ».52

Lungi dall'assecondare atteggiamenti rinunciatari di scoraggiamento, l'evangelico riconoscimento delle proprie colpe non potrà che suscitare nella comunità l'esperienza che vive il singolo battezzato: la gioia di una profonda liberazione e la grazia di un nuovo inizio, che consente di proseguire con maggiore vigore nel cammino dell'evangelizzazione.

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48 Sinodo dei Vescovi - Seconda Assemblea Speciale per l'Europa, Messaggio finale, n. 4: L'Osservatore Romano, 23 ottobre 1999, p. 5
49 Propositio 15,1;
Cat. Chiesa Cat. 773;
Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem 27
50 Propositio 15,1
51 Propositio 21
52 Sinodo dei Vescovi - Seconda Assemblea Speciale per l'Europa, Messaggio finale, n. 4: L'Osservatore Romano, 23 ottobre 1999, p. 5