Venerdì, 19 giugno 2015

Alla borsa del cielo

Le ricchezze che contano sono quelle riconosciute dalla « borsa del cielo ».

E non coincidono con le logiche avide degli uomini, destinate a esser preda di « tarma e ruggine » ma anche a scatenare guerre.

Così il vero segreto è comportarsi da amministratori autentici che mettono tutti i beni « al servizio degli altri ».

Ecco i consigli pratici suggeriti dal Papa nella messa celebrata venerdì mattina, 19 giugno, nella cappella della Casa Santa Marta.

« Gesù torna su una catechesi a Lui molto cara: la catechesi sulle ricchezze » ha fatto subito notare Francesco, rileggendo il passo evangelico odierno ( Mt 6,19-23 ).

Ed « è molto chiaro qui il suo consiglio: "Non accumulate per voi tesori sulla terra" ».

Ma Gesù spiega anche il perché: « Dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano ».

Insomma, ha affermato il Papa, « Gesù ci dice che è pericoloso giocare con questo atteggiamento di accumulare tesori sulla terra ».

È vero, ha riconosciuto il Pontefice, magari « nella radice di questo atteggiamento c'è la voglia di sicurezza ».

Come a dire « io voglio essere sicuro e, per questo, ho questo risparmio ».

Però « le ricchezze non sono come una statua, non sono ferme: le ricchezze hanno la tendenza a crescere, a muoversi, a prendere il posto nella vita e nel cuore dell'uomo ».

E « così quell'uomo che, per non diventare schiavo di una povertà, accumula ricchezze finisce schiavo delle ricchezze ».

Ecco, allora, il consiglio di Gesù: « Non accumulate per voi tesori sulla terra ».

Del resto, ha aggiunto il Papa, « le ricchezze invadono anche il cuore, s'impadroniscono del cuore e corrompono il cuore.

E quell'uomo finisce corrotto per questo atteggiamento di accumulare ricchezze ».

Francesco ha quindi ricordato che « Gesù, in un'altra catechesi sullo stesso tema, sullo stesso argomento, parlava di quell'uomo che aveva avuto un buon raccolto di grano e pensava: ma cosa farò adesso?

Distruggerò i miei magazzini e ne farò altri più grandi ».

Ma il Signore dice: « Stolto, morirai questa notte ».

E « questo - ha spiegato il Papa - è un secondo tratto di questa abitudine: l'uomo che accumula ricchezze non si accorge che dovrà lasciarle ».

Nel passo evangelico odierno, « Gesù parla delle tarme e della ruggine: ma quali sono?

C'è la distruzione del cuore, la corruzione del cuore e anche la distruzione delle famiglie ».

E così il Pontefice ha ricordato anche « quell'uomo che è andato da Gesù a dirgli: "Per favore, parla a mio fratello perché condivida con me l'eredità!" ».

E, ancora, ritorna il consiglio del Signore: « State attenti a non attaccarvi alle ricchezze! ».

Ma « in questo discorso va più avanti » ha precisato il Papa.

E « il brano che segue quello che è stato letto è molto chiaro: nessuno può servire due padroni, perché odierà l'uno e amerà l'altro; oppure si affezionerà a uno e disprezzerà l'altro ».

Insomma, dice il Signore, « non potete servire Dio e la ricchezza ».

È un'affermazione chiarissima, ha rimarcato Francesco: « È vero, se noi sentiamo le persone che sono in questo atteggiamento di accumulare ricchezze, loro "accantoneranno" tante scuse per giustificarsi, tante! ».

Però « alla fine queste ricchezze non danno la sicurezza per sempre.

Anzi, ti portano giù nella tua dignità ».

E questo vale anche « in famiglia »: tante famiglie si dividono proprio per le ricchezze.

Di più: « Anche nella radice delle guerre c'è quest'ambizione che distrugge, corrompe » ha fatto presente il Papa.

Difatti « in questo mondo, in questo momento, ci si sono tante guerre per avidità di potere, di ricchezze ».

Ma « si può pensare alla guerra nel nostro cuore: "Tenetevi lontano da ogni cupidigia!" dice il Signore ».

Perché « la cupidigia va avanti, va avanti, va avanti: è uno scalino, apre la porta, poi viene la vanità - credersi importanti, credersi potenti - e, alla fine, l'orgoglio ».

E « da lì tutti i vizi, tutti: sono scalini, ma il primo è la cupidigia, la voglia di accumulare ricchezze ».

Francesco ha quindi ricordato « un detto molto bello: il diavolo entra per i portafogli » oppure « entra per le tasche, è lo stesso: questa è l'entrata del diavolo e da lì a tutti i vizi, a queste sicurezze non sicure ».

E « questa - ha spiegato il Papa - è proprio la corruzione, è la tarma e la ruggine che ci porta avanti ».

Del resto « accumulare è proprio una qualità dell'uomo: fare le cose e dominare il mondo è anche una missione ».

Ma « cosa devo accumulare io? ».

La risposta di Gesù, nel Vangelo di oggi, è chiara: « Accumulate invece per voi tesori in cielo, dove non ci sono i ladri, dove non si ruba, dove non c'è tarma e ruggine ».

Proprio « questa è la lotta di ogni giorno: come gestire bene le ricchezze della terra perché siano orientate al cielo e diventino ricchezze del cielo ».

« Quando il Signore benedice una persona con le ricchezze - ha affermato Francesco - lo fa amministratore di quelle ricchezze per il bene comune e per il bene di tutto » e « non per il proprio bene ».

Ma « non è facile diventare un onesto amministratore, perché c'è sempre la tentazione della cupidigia, del diventare importante: il mondo t'insegna questo e ci porta per questa strada ».

Si deve invece « pensare agli altri, pensare che quello che io ho è al servizio degli altri e che nessuna cosa che ho la potrò portare con me ».

E « se io uso quello che il Signore mi ha dato per il bene comune, come amministratore, questo mi santifica, mi farà santo ».

Però « non è facile » ha riconosciuto ancora il Papa.

Così « tutti i giorni dobbiamo essere nel nostro cuore per domandarci: dov'è il tuo tesoro?

Nelle ricchezze o in questa amministrazione, in questo servizio per il bene comune? ».

Perciò « quando un ricco vede che il suo tesoro è amministrato per il bene comune, e lui nel suo cuore e nella sua vita vive semplicemente, come se fosse povero: quell'uomo è santo, quell'uomo va sulla strada della santità, perché le sue ricchezze sono per tutti ».

Ma « è difficile, è come giocare col fuoco » ha aggiunto il Pontefice.

Per questo motivo « tanti tranquillizzano la propria coscienza con l'elemosina e danno quello che avanza loro ».

Però « quello non è l'amministratore: l'amministratore prende per sé per quello che avanza e dà agli altri, in servizio, tutto ».

Infatti « amministrare la ricchezza è uno spogliarsi continuamente del proprio interesse e non pensare che queste ricchezze ci daranno salvezza ».

Dunque « accumulare sì va bene, tesori sì va bene, ma quelli che hanno prezzo - diciamo così - nella "borsa del cielo": lì, accumulare lì! ».

Del resto, ha spiegato il Papa, « il Signore nella sua vita ha vissuto come un povero, ma quanta ricchezza! ».

Paolo stesso, ha proseguito Francesco riferendosi al prima lettura ( 2 Cor 11,18.21-30 ), « ha vissuto come un povero e di che cosa si vantava? Della propria debolezza ».

E « aveva possibilità, aveva potere, ma sempre al servizio, al servizio ».

Ecco, ha sottolineato, « al servizio » è davvero la parola chiave.

E, ha aggiunto, « il Battesimo ci fa fratelli gli uni degli altri per servirci, per spogliarci: non per spogliare l'altro, ma per spogliare me e dare all'altro ».

Pensiamo, ha suggerito Francesco, « com'è il nostro cuore, com'è la luce del nostro cuore, com'è l'occhio del nostro cuore: è semplice? ».

Dice infatti il Signore, sempre nel Vangelo di Matteo, che « tutto il corpo sarà luminoso ».

Ma se, invece, « è cattivo, se è attaccato al proprio interesse e non agli altri, sarà un cuore tenebroso ».

E proprio « questo fanno le ricchezze tramite i vizi e la corruzione: fanno un cuore tenebroso quando l'uomo è attaccato a loro ».

Il Papa ha concluso ricordando che « nella celebrazione dell'Eucaristia il Signore che è tanto ricco - tanto ricco! - si è fatto povero per arricchirci ».

Proprio « con la sua povertà ci insegni questa strada del non accumulare ricchezza sulla terra, perché corrompono ».

E, « quando le abbiamo, a usarle, come amministratore, al servizio degli altri ».