Formazione liturgica nei seminari

Indice

Parte seconda - L'insegnamento della Sacra Litugia nei seminari

a) Principio generale

43. Oltre alla prima ed essenziale iniziazione liturgica che avviene, secondo la necessità, appena gli alunni entrano in seminario, di cui sopra al n. 8,57 le conferenze episcopali provvedano nella loro Ratio institutionis che la liturgia abbia nel quadriennio teologico il posto che le e dovuto, secondo la Costituzione Sacrosanctum Concilium, n. 16: « La sacra liturgia nei seminari e negli studentati religiosi va computata tra le materie più necessarie e più importanti, nelle facoltà teologiche poi tra le materie principali, e va insegnata sotto l'aspetto sia teologico e storico sia spirituale, pastorale e giuridico».

Queste prescrizioni, maggiormente sviluppate nel n.79 della Ratio fundamentalis, devono essere prese nel loro senso genuino e attuate come è indicato nei seguenti paragrafi.

b) L'oggetto proprio e il fine dell'insegnamento della liturgia

44. La liturgia deve essere insegnata in modo che corrisponda pienamente alle necessità odierne; in questo campo si deve tener presente, innanzi tutto, l'aspetto teologico, pastorale ed ecumenico:

a. Per la retta formazione liturgica dei futuri sacerdoti assume speciale importanza lo stretto legame tra la liturgia e la dottrina della fede; e questo deve essere quindi messo in luce nell'insegnamento.

La Chiesa, infatti, esprime la propria fede soprattutto pregando, cosicché legem credendi lex statuat supplicandi.58

Pertanto non solo deve essere fedelmente osservata la lex orandi, affinché non sia messa in pericolo la lex credendi, ma a loro volta gli studiosi di teologia devono accuratamente investigare la tradizione del culto divino, specialmente quando trattano della natura della Chiesa e della dottrina e della disciplina dei sacramenti.

b. Circa l'aspetto pastorale, importa soprattutto che il rinnovamento liturgico promosso dal Concilio Vaticano II sia rettamente e pienamente compreso dai futuri sacerdoti, alla luce della sana dottrina e della tradizione sia occidentale sia orientale.

Agli alunni cioè devono essere esposte le norme del rinnovamento liturgico, perché comprendano meglio i motivi su cui si basano gli adattamenti e i cambiamenti decretati dalla Chiesa; sappiano inoltre discernere quelli che possono essere auspicati, e distinguano tra le più gravi e difficili questioni attualmente dibattute, la parte immutabile della liturgia, perché di istituzione divina, dalle altre parti soggette a cambiamento.59

c. Anche il dialogo ecumenico, promosso dallo stesso Concilio Vaticano II, richiede un'accurata preparazione nella liturgia.

Esso, infatti, suscita molte e difficili questioni circa la liturgia, alla cui adeguata valutazione bisogna che gli alunni siano preparati.

c) L'ambito della scienza liturgica e il metodo di insegnamento

45. É compito delle conferenze episcopali determinare più dettagliatamente, nelle loro Ratio institutionis, il modo di insegnare la liturgia nel seminario.

Nell'appendice di questa Istruzione sarà presentato, come esempio, un indice di argomenti che sembra opportuno siano trattati; qui invece si enunziano solo le norme più generali:

46. Anzitutto devono essere illustrate agli alunni le azioni liturgiche, per quanto riguarda sia i testi, sia i riti, sia i segni.

Le preghiere e le orazioni dette nella liturgia devono essere spiegate, in modo che risaltino i tesori di dottrina e di vita spirituale in esse contenuti.

Per questo non basta che siano letti nella versione moderna, ma è necessario che si usino i testi originali da illustrarsi con l'aiuto della sacra Scrittura e della tradizione dei Padri.

Inoltre il genere letterario dell'eucologia cristiana e specialmente dei salmi non si comprende facilmente, se non da quelli che hanno una certa cultura letteraria.

L'insegnante illustri con cura le Institutiones, che sono premesse al Messale e al Libro della liturgia delle ore, nonché i Praenotanda, che si leggono nel Rituale Romano all'inizio di ogni titolo.

In tali documenti è, infatti, presentata sia la dottrina teologica, sia l'applicazione pastorale, sia l'aspetto spirituale dei riti e dei loro singoli elementi.

Inoltre, poiché negli stessi documenti assai spesso vengono proposti diversi modi di compiere lo stesso rito, l'insegnante sviluppi la capacità di giudizio degli alunni, perché sappiano poi discernere tra i vari modi che possono essere legittimamente scelti secondo le circostanze, e comprendano perché spesso nelle rubriche si usano le espressioni « de more » « pro opportunitate » o «l audabiliter ».

47. Inoltre, poiché oggi ha molta importanza l'aspetto storico della liturgia,60 nell'insegnamento liturgico si descriva con cura la storia dei riti, perché meglio se ne comprenda il significato e le parti immutabili, in quanto di istituzione divina, e quelle « che nel corso dei tempi possono e anche devono variare, qualora in esse fossero entrati elementi meno rispondenti alla intima natura della stessa liturgia, o si fossero resi meno opportuni ».61

Si indichi anche come nelle varie circostanze la Chiesa abbia adattato la sua arte pastorale, tenendo presente i diversi costumi dei popoli e la loro cultura.

Ma specialmente dai documenti storici dei riti la liturgia sacramentale potrà trarre grande utilità e acquistare maggiore chiarezza e certezza.

48. Nella descrizione storica dei riti si dia la dovuta importanza anche alla tradizione delle Chiese orientali: « In esse, infatti, essendo illustri per veneranda antichità, risplende la tradizione apostolica tramandata dai Padri, che costituisce parte del patrimonio divinamente rivelato e indiviso della Chiesa universale ».62

Anzi, anche il motivo pastorale attira oggi tutti alla conoscenza delle liturgie orientali.

49. É soprattutto però importante che, oltre alla trattazione delle singole azioni liturgiche, sia illustrata teologicamente la natura stessa di tutta la liturgia, secondo quanto indicato nei nn. 5- 11 della Costituzione Sacrosanctum Concilium; per conseguire tale scopo si offra una conoscenza più approfondita del mistero pasquale del Cristo, « dal quale derivano la loro efficacia tutti i sacramenti e i sacramentali »,63 della storia della salvezza,64 della presenza del Cristo nella sacra liturgia.65

Venga inoltre studiata la nozione di segno, poiché la liturgia si serve di segni visibili per significare le realtà invisibili,66 affinché per mezzo di loro, in un modo proprio ai singoli, sia realizzata la santificazione dell'uomo.67

Da essi appaia come l'adunanza liturgica manifesti la Chiesa di Dio, in quanto popolo di Dio, che gode dell'unità nella distinzione dei vari ministeri.68

50. Per una più approfondita trattazione teologica della liturgia e per la soluzione di molte difficoltà, che si presentano ai pastori di anime nell'organizzazione e nella promozione della vita liturgica, devono essere giustamente stimati i risultati sicuri delle moderne scienze umane, quali l'antropologia, la sociologia, la linguistica, la storia comparata delle religioni ecc., che in vari casi offrono non poca luce, sempre però nei limiti imposti dall'indole soprannaturale della liturgia.

In ciò deve essere coltivato negli alunni il senso del discernimento, affinché diventino capaci di stimare rettamente l'importanza di queste materie, e nello stesso tempo di evitare quanto potrebbe condurre a sminuire il genuino valore soprannaturale del culto cattolico.

Nell'uso di queste scienze si osservi inoltre la regola secondo cui, « più che moltiplicare il numero delle discipline, bisognerà cercare di inserire adeguatamente in quelle già prescritte le nuove questioni e i nuovi aspetti ».69

d) Doti del professore di liturgia e relazione della liturgia con le altre materie di insegnamento

51. Perché tutto questo sia rettamente insegnato, occorre che in seminario ci sia un professore speciale, preparato per l'insegnamento della liturgia e, per quanto è possibile, specializzato presso uno degli Istituti destinati a tale scopo;70 che abbia studiato teologia e storia, conosca le realtà pastorali e sia pienamente compenetrato del senso della preghiera pubblica della Chiesa.

Sia ben consapevole che il suo non è un compito solamente scientifico o tecnico, ma piuttosto mistagogico, per introdurre cioè gli alunni nella vita liturgica e nella sua indole spirituale.

52.In modo particolare i professori di sacra Scrittura si ricordino di quanto sia abbondante la ricchezza di insegnamenti biblici che viene proposta ai fedeli dalla liturgia rinnovata, che anzi tutte le azioni liturgiche e i segni ricevono il loro significato dalla sacra Scrittura.71

Per questo motivo ai futuri sacerdoti sarà necessaria una più profonda conoscenza dei libri sacri e della storia della salvezza, non solo come scienza esegetica, ma « come soave e viva conoscenza della sacra Scrittura, che è attestata dalla venerabile tradizione dei riti sia orientali sia occidentali ».72

53. A un maggior profitto nello studio liturgico contribuirà non poco il coordinamento con le altre discipline, raccomandato dallo stesso Concilio Vaticano II.73

Così per esempio, nel trattare soprattutto della dottrina e dell'uso dei sacramenti, si attui una stretta cooperazione tra il professore di liturgia e i professori di dogmatica, morale, pastorale e diritto canonico.

Si tengano frequenti colloqui, per favorire una fruttuosa intesa di tutti verso lo stesso fine, e si eviti il pericolo che si ripetano spesso le stesse cose e che ci si contraddica.

54. Nel preparare l'orario delle materie del corso teologico, è desiderabile che, per quanto possibile, le questioni liturgiche vengano trattate contemporaneamente alle questioni teologiche che con esse hanno un nesso particolare, di modo che, per esempio, insieme con il trattato De Ecclesia in liturgia vengano spiegate le nozioni teologiche della preghiera della Chiesa ecc.

Sarà utile che in alcuni seminari lo stesso professore di liturgia spieghi tutta la dottrina dei sacramenti, purché sia veramente preparato sia nella teologia sacramentale sia nella liturgia.

55. Si deve anche aver cura che dalla liturgia siano messi in luce gli elementi e gli aspetti che possono contribuire a quella sintesi teologica che, secondo la Ratio fundamentalis, n. 63, ci si attende da tutto il corso degli studi, e che in modo particolare deve essere elaborata nell'ultimo periodo della preparazione teologica.

e) La musica e l'arte sacra

56. Data l'importanza della musica sacra nelle celebrazioni liturgiche, gli alunni devono ricevere da esperti quella preparazione musicale, anche pratica, che sarà necessaria nel loro futuro ufficio di presidenti e di moderatori delle celebrazioni liturgiche.

In tale preparazione si deve tener conto delle doti naturali dei singoli alunni, e avvalersi dei nuovi mezzi oggi generalmente in uso nelle scuole di musica, per rendere più facile il profitto degli alunni.

Si deve soprattutto curare che agli alunni sia data non solo una preparazione nell'arte vocale e strumentale, ma anche una vera e autentica formazione della mente e dell'animo, per cui conoscano e gustino le migliori opere musicali del passato e sappiano scegliere, nella moderna produzione, ciò che è sano e retto.74

57. Parimenti gli alunni, « durante il corso filosofico e teologico, siano istruiti anche sulla storia e lo sviluppo dell'arte sacra, come pure sui sani principi su cui devono fondarsi le opere d'arte sacra, in modo che siano in grado di stimare e conservare i venerabili monumenti della Chiesa e di offrire opportuni consigli agli artisti nella realizzazione delle loro opere ».75

Anche l'archeologia delle antichità cristiane contribuisce efficacemente a illustrare la vita liturgica e la fede della Chiesa primitiva.

58. É inoltre particolarmente necessario che gli alunni siano ammaestrati nell'arte del dire e di esprimersi con gesti e azioni, nonché nell'uso degli strumenti della comunicazione sociale.

Nella celebrazione liturgica, infatti, è della massima importanza che i fedeli comprendano non solo ciò che il sacerdote dice o recita - sia che tenga l'omelia, sia che reciti orazioni e preghiere -, ma anche quelle realtà che egli deve esprimere con gesti ed azioni.

Questa formazione assume così grande importanza nella liturgia rinnovata da meritare una cura speciale.

f) L'iniziazione pastorale pratica al ministero liturgico

59. L'iniziazione pastorale pratica degli alunni al ministero liturgico, che deve essere impartita in modo opportuno durante tutto il corso degli studi e in determinate circostanze,76 raggiunge il suo apice durante l'ultimo anno della preparazione in cui i futuri sacerdoti, dopo avere trovato nella vita liturgica in seminario la fonte del vero spirito cristiano, riceveranno una più accurata preparazione, adatta alle particolari circostanze nelle quali eserciteranno il loro ministero sacerdotale.

Durante questo tempo di formazione pratica, si dovrà insistere soprattutto sulle prescrizioni pastorali e sulle indicazioni date dai vescovi sulla preparazione e l'amministrazione dei sacramenti.

Per impartire questa formazione, i professori del seminario si accorderanno con la commissione liturgica della diocesi o della regione.

Questo adattamento alle condizioni e alle prescrizioni di ogni luogo richiede pure che gli alunni conoscano e apprezzino le varie forme popolari di pietà approvate dall'autorità della Chiesa.77

g) Una più approfondita preparazione liturgica di alcuni alunni

60. Affinché le diocesi possano disporre di sacerdoti periti nell'insegnamento, è necessario preparare alcuni candidati idonei a questi uffici.

Detti candidati, scelti allo scopo dal vescovo, siano inviati ad uno degli Istituti specifici eretti dalla Santa Sede o dalle conferenze episcopali, dopo che avranno terminato la loro preparazione generale in seminario e si saranno dedicati per qualche tempo alla cura pastorale.78

Ciò riveste carattere di particolare urgenza in quei luoghi dove, a giudizio dell'autorità ecclesiastica competente, si richiede un più profondo adattamento liturgico.

h) Perfezionamento della formazione liturgica dei sacerdoti che già hanno terminato gli studi

61. Nel campo della formazione sacerdotale che, a norma del Concilio Vaticano II,79 deve essere perfezionata e continuata dopo la fine degli studi seminaristici, dovrà esserci posto anche per la sacra liturgia.

Ciò è molto importante, sia perché durante la preparazione in seminario non si è potuto completare lo studio di tutte le ricchezze della liturgia, sia perché lo consigliano le circostanze del nostro tempo.

Infatti, i costumi e la società cambiano con tale rapidità che non è possibile prevedere, durante il tempo della formazione sacerdotale, quali nuove difficoltà sorgeranno per la cura pastorale e quante controversie teologiche ne scaturiranno.

Né si devono trascurare quelle difficoltà ampiamente e rapidamente diffuse dalla pubblica opinione, da riviste, convegni, dagli strumenti della comunicazione sociale, i quali, anche per quanto riguarda la liturgia, suscitano questioni assai difficili, che devono tuttavia essere risolte dai sacerdoti, perché toccano la loro attività quotidiana.

Indice

57 Questa prima iniziazione liturgica può costituire una parte dell'‹‹ Introduzione al mistero del Cristo e alla storia della salvezza ››, di cui si parla nell'Optatam totius, n. 14,
e nella Ratio fundamentalis, n. 62
58 Cfr. S. Prospero di Aquit., Indiculus, c. 8: DENZINGER-SCH?NMETZER, n. 246
59 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 79;
cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 21
60 Cfr. più sopra, n. 44 a
61 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 21
62 Decr. Orientalium Ecclesiarum, n. 1
63 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 61
64 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 5
65 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 6-7
66 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 33
67 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 7
68 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 26-32; nn. 41-42
69 Ratio fundamentalis, n. 80
70 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 15;
S. C. dei Riti Instructio ad exsecutionem Constitutionis de sacra Liturgia recte ordinandam, 26 settembre 1964, n. II: AAS, LVI (1964), p. 879
71 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 24
72 Ibid.
73 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 16: « Inoltre i professori delle altre materie, soprattutto della teologia dogmatica, della sacra Scrittura, della teologia spirituale e pastorale, abbiano cura di mettere in rilievo, secondo le intrinseche esigenze dell'oggetto proprio di ciascuna disciplina, il mistero del Cristo e la storia della salvezza, in modo che risultino chiare la loro connessione con la liturgia e l'unità della formazione sacerdotale ».
Cfr. Decr. Optatam totius, n. 16;
Ratio fundamentalis, n. 90
74 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 112-121;
S. C. dei Riti, Istruzione Musicam sacram, 5 marzo 1967
75 Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 129
76 Cfr. più sopra, nn. 20-21
77 Cfr. Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 13
78 Cfr. Ratio fundamentalis, n. 85
79 Cfr. Decr. Optatam totius, n. 22;
cfr. Ratio fundamentalis, nn. 100-101