Il dialogo e l'annuncio

Indice

2. Il ruolo del dialogo interreligioso all'interno della missione evangelizzatrice della Chiesa

33. La Chiesa, sacramento universale di salvezza

La Chiesa è stata valutata da Dio e istituita dal Cristo per essere, nella pienezza dei tempi, il segno e lo strumento del piano divino di salvezza ( cfr LG 1 ), il centro del quale è il mistero di Cristo.

Essa è il "sacramento universale di salvezza" ( LG 48 ), ed è "necessaria per la salvezza" ( LG 14 ).

Lo stesso Signore Gesù inaugurato la missione della Chiesa "annunciando la buona novella, vale a dire l'avvento del Regno di Dio" ( LG 5 ).

34. I semi e gli inizi del Regno

La relazione tra la Chiesa e il Regno è misteriosa e complessa.

Come insegna il Vaticano II, "il Regno è rivelato innanzitutto nella persona stessa di Cristo.

"La Chiesa, che ha ricevuto dal Signore Gesù la missione di annunciare il Regno, già "è, sulla terra, il seme è l'inizio di questo Regno" ( LG 5 ).

Pertanto il Regno è inseparabile dalla Chiesa, poiché entrambi sono inseparabili dalla persona e dall'opera di Gesù stesso …

Non è pertanto possibile separare la Chiesa dal Regno come se la prima appartenesse esclusivamente al Regno imperfetto della storia e il secondo fosse il perfetto compimento escatologico del piano divino di salvezza".14

35. Le tradizioni religiose e la Chiesa

Alla Chiesa, come sacramento nel quale il Regno di Dio è presente "nel mistero", fanno riferimento o si orientano ( "ordinantur" ) ( cfr LG 16 ) i membri delle altre tradizioni religiose, i quali, dal momento che rispondono alla chiamata di Dio cosi come essa viene percepita dalla loro coscienza, sono salvati in Gesù Cristo e partecipano già, pertanto, in un certo qual modo, alla realtà espressa dal Regno.

La missione della Chiesa consiste nel contribuire alla crescita del "Regno del nostro Signore e del suo Cristo" ( Rm 11,15 ), al cui servizio essa si pone.

Una parte del suo ruolo consiste nel riconoscere che la realtà embrionale del Regno si può trovare anche al di fuori di confini di se stessa, ad esempio nei cuori dei seguaci delle altre tradizioni religiose, nella misura in questi vivono i valori evangelici e sono aperti all'azione dello Spirito.

Si deve ricordare tuttavia che questa è una realtà embrionale, che ha bisogno di trovare il suo compimento essendo posta in relazione con il Regno del Cristo già presente all'interno della Chiesa ma che si realizzerà soltanto nel mondo a venire.

36. La Chiesa pellegrina

La Chiesa, sulla terra, è sempre in pellegrinaggio.

Mentre essa è santa per divina istituzione, i suoi membri non sono perfetti; essi portano il marchio dei loro limiti umani.

Di conseguenza, la trasparenza della Chiesa come sacramento di salvezza è offuscata.

Per questo motivo la Chiesa stessa, "nella misura in cui essa è un'istituzione di uomini qui sulla terra", e non soltanto i suoi membri, si trova nella necessità costante di rinnovamento e di riforma ( cfr UR 6 ).

37. Verso la pienezza della verità divina

Il Concilio ha insegnato, a proposito della Rivelazione divina, che "la verità più profonda che questa rivelazione ci dà riguardo a Dio e alla salvezza dell'uomo sgorga da Cristo, che è sia il mediatore sia la somma della rivelazione" ( DV 2 ).

Fedeli al comandamento ricevuto da Cristo stesso, gli apostoli hanno trasmesso questa Rivelazione.

E "la Tradizione che ci viene dagli apostoli" già "compie dei progressi all'interno della Chiesa, con l'aiuto dello Spirito Santo.

Vi è una crescita tale" ( DV 8 ).

Ciò avviene grazie allo studio, all'esperienza spirituale all'insegnamento dei vescovi che hanno ricevuto il carisma certo della verità.

Così, la Chiesa "avanza sempre più verso la pienezza della verità divina, finche le parole di Dio saranno realizzate in essa" ( DV 8 ).

Ciò non contraddice in alcun modo la divina istituzione della chiesa né la pienezza della Rivelazione di Dio in Gesù Cristo, nel quale essa fonda la propria fede.

38. Il dialogo della salvezza

Avendo questo tipo di sfondo diventa più facile individuare perché e in che senso il dialogo interreligioso sia una componente integrale della missione evangelizzatrice della chiesa.

Il fondamento in cui si basa l'impegno della chiesa al dialogo non è meramente antropologico ma in primo luogo teologico.

Dio, in un dialogo che si protrae da lungo tempo, ha offerto e continua ad offrire la salvezza all'umanità.

Nella pienezza dell'iniziativa divina, anche la chiesa deve entrare in un dialogo di salvezza con tutti gli uomini e le donne.

39. Metodi di presenza, di rispetto e di amore nei confronti di tutti

Papa Paolo VI lo ha insegnato chiaramente nella sua prima Enciclica "Ecclesiam Suam".

Anche Papa Giovanni Paolo II ammesso in rilievo la chiama della chiesa al dialogo interreligioso e da assegnato ad esso lo stesso fondamento.

Rivolgendosi all'Assemblea Plenaria del Consiglio Pontificio per il Dialogo Interreligioso, nel 1984, il Papa a dichiarato: "il dialogo ( interreligioso ) è fondamentale per la chiesa, che è chiamata a collaborare al piano di Dio con i suoi metodi di presenza, di rispetto e di amore nei confronti di tutte le persone".

Egli ha quindi richiamato l'attenzione su un passo della "Ad Gentes": "i discepoli di Cristo, strettamente uniti agli uomini nella loro vita e nel loro lavoro, sperano di rendere agli altri una autentica testimonianza di Cristo e di lavorare per questa salvezza, anche quando non siano in grado di annunciare Cristo nella sua maniera più piena" ( AG 12 ).

Introducendo questo passo, il Pontefice ha detto : "il dialogo trova il suo posto all'interno della missione salvifica della Chiesa; per questo motivo esso è un dialogo di salvezza".15

40. Collaborare con lo Spirito Santo

In questo dialogo di salvezza, i Cristiani e gli altri credenti sono chiamati a collaborare: con lo Spirito del Signore Risorto che è universalmente presente ed attivo.

Il dialogo interreligioso non mira soltanto alla mutua comprensione e a relazioni amichevoli.

Esso raggiunge un livello molto più profondo, quello dello spirito, in cui lo scambio e la condivisione consistono in una mutua testimonianza della propria fede e una esplorazione comune delle proprie rispettive convinzioni religiose.

Nel dialogo, i Cristiani e gli altri credenti sono invitati ad approfondire il loro impegno religioso, per rispondere con sincerità sempre più grande alla chiamata personale di Dio, la donazione di se stessa ispirata dalla Grazia - come ci insegna la nostra fede - passa sempre attraverso la mediazione di Gesù Cristo e il lavoro del Suo Spirito.

41. La conversione a Dio

Quando è stato assunto l'obiettivo di una più profonda conversione a Dio di tutti, il dialogo interreligioso assume la propria validità.

In questo processo di conversione "potrebbe essere presa la descrizione di abbandonare la propria situazione spirituale o religiosa precedente al fine di dirigersi verso un'altra".16

Il dialogo sincero implica da un lato, la reciproca accettazione delle differenze, o addirittura delle contraddizioni; dall'altro, il rispetto per le libere decisioni che vengono prese dalle persone coerentemente a quanto è dettato dalla loro coscienza ( cfr DH 2 ).

L'insegnamento del Concilio, che afferma che "tutti gli uomini sono tenuti a ricercare la verità, specialmente ad ancorarsi da essa una volta che essi ne vengono a conoscenza ( DH 1 ), deve essere tenuto a mente.

Indice

14 Giovanni Paolo II, Ai vescovi indiani in visita "ad limina" ( 13 Aprile 1989 ).
15 Insegnamenti 1984, VII/1, pp. 595-599.
16 DM 37.