Cerimoniale dei Vescovi

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Parte VIII - Celebrazioni liturgiche connesse con gli ati solenni del governo episcopale

Capitolo I - I concili plenari o provinciali e il sinodo diocesano

1169. Secondo un'antica tradizione della Chiesa, sia i concili sia il sinodo diocesano comprendono anche azioni liturgiche, sull'esempio di quelle celebrazioni di cui si ha riferimento negli Atti degli Apostoli ( At 15,6-29 ).

Infatti il governo della Chiesa non deve mai essere ritenuto un atto puramente amministrativo, ma quando simili assemblee si radunano nel nome e a lode di Dio e della sua gloria, sotto l'azione dello Spirito Santo, manifestino quell'unità del Corpo di Cristo che risplende soprattutto nella sacra liturgia.

Infatti coloro che hanno una comune cura pastorale, devono avere anche una comune preghiera.

1170. Le assemblee abbiano inizio con la celebrazione della messa, alla quale sia chiamato a partecipare il popolo e nella quale conviene che concelebrino tutti i membri del concilio o del sinodo con il suo presidente: coloro che non concelebrano, possono comunicarsi sotto le due specie.

Si celebra la messa per il concilio o il sinodo, che si trova nel "Messale Romano"fra le messe per varie necessità, con le sacre vesti di colore rosso, a meno che non ricorra un giorno indicato ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici.857

1171. Se prima di questa messa, secondo le circostanze di luogo o di situazione, si fa la processione al luogo dove si tiene l'adunanza, si canta l'antifona: Exaudi nos, o un altro canto adatto.

Quindi il presidente saluta il popolo e, dopo una breve monizione rivolta da lui stesso o da uno dei concelebranti o da un diacono, proclama una delle orazioni che si trovano nel messale per le riunioni spirituali o pastorali, o per la Chiesa, soprattutto locale.

Dopo l'infusione dell'incenso e, secondo l'opportunità, l'invito del diacono: Andiamo in pace, si ordina la processione nella quale un diacono porta onorevolmente il libro dei vangeli; si procede verso la chiesa mentre si cantano le litanie dei santi, nelle quali, prima dell'ultima invocazione, si aggiunge: Degnati di visitare e di benedire questo sinodo.

Inoltre nel punto adatto si possono inserire le invocazioni del santo patrono o fondatore, e dei santi della Chiesa locale.

Quando la processione è giunta alla chiesa, dopo che i concelebranti hanno venerato l'altare, tutti occupano i posti loro assegnati; il presidente invece venera l'altare e lo incensa; poi si reca alla cattedra dove, omessi tutti gli altri riti iniziali, dice la colletta della messa.

1172. Se invece questa processione non ha luogo, la messa inizia nel modo consueto secondo il rito della messa stazionale.

Dopo il vangelo, il libro dei vangeli viene posto aperto su un leggio idoneo nel mezzo del presbiterio.

1173. Dopo l'omelia tenuta dal presidente, sempre si dice o si canta il simbolo, a cui segue il giuramento dei membri del concilio o dei sinodo e dello stesso presidente.

Proclamata l'orazione dopo la comunione, il presidente impartisce la benedizione; poi il diacono congeda il popolo.

Quindi il presidente comincia l'orazione Adsumus o un'altra, che tutti proseguono.

1174. Durante il concilio o il sinodo, conviene che prima dell'assemblea di ciascun giorno si concelebri la messa o si canti l'ora della liturgia delle ore corrispondente al tempo, oppure si faccia una celebrazione della parola di Dio.

Se si celebra la messa, il libro dei vangeli viene portato onorevolmente all'ingresso dei concelebranti e deposto sull'altare, come nella messa stazionale.

Dopo la proclamazione del vangelo, il libro viene posto aperto su un idoneo leggio nel mezzo del presbiterio.

Se invece si celebra un'ora della liturgia delle ore, al termine della celebrazione il libro dei vangeli viene portato onorevolmente da un diacono accompagnato da accoliti con i ceri accesi: si proclama allora un testo adatto del vangelo con lo stesso rito che si segue nella messa; al termine della proclamazione, il diacono pone il libro aperto su un leggio idoneo, come è indicato più sopra.

Se infine si compie una celebrazione della parola di Dio, tutto si svolge come indicato ai nn. 221-226, osservando quanto è detto circa l'onore che si deve tributare al libro dei vangeli.

1175. Al termine dell'ultima assemblea si canta l'inno: Te Deum e si conclude con la benedizione del presidente e il congedo.

Se invece in tale occasione si celebra la messa, il canto dell'inno Te Deum viene eseguito prima dell'orazione dopo la comunione.

Secondo l'opportunità, dopo il congedo si possono cantare anche le lodi cosiddette « regie » o « caroline ».

1176. Le norme qui indicate per i concili e il sinodo diocesano, che costituiscono le adunanze più solenni, valgono anche, una volta fatti i debiti adattamenti, per quelle assemblee più frequenti che di solito vengono convocate per l'ordinario governo delle Chiese, come, ad esempio, le adunanze della conferenza episcopale, del consiglio presbiterale ed altre simili.

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857 Cf. più sotto, Appendice II