Concilio Laterano IV

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XVI - Le vesti dei chierici

I chierici non esercitino mestieri propri dei secolari e non si diano agli affari, specie se poco onesti.

Non assistano a giochi di mimi, di giocolieri e di commedianti.

Evitino assolutamente le osterie, a meno che non si tratti di un caso di necessità, quando si trovano in viaggio.

Non giochino d'azzardo o ai dadi, e non assistano a simili giochi.

Portino una corona ( di capelli ) e una tonsura conveniente, e si applichino diligentemente agli uffici divini e agli studi onesti.

Indossino soprabiti chiusi, che non siano troppo corti o troppo lunghi.

Non usino stoffe rosse o verdi, guanti e scarpe troppo eleganti o a punta, freni, selle, fasce e sproni dorati o con altri ornamenti superflui.

Non portino cappe con maniche nella chiesa e neppure fuori - almeno quelli che sono sacerdoti o dignitari - a meno che un giustificato motivo non consigli di mutare il vestito.

Non portino in nessun modo fibbie né legacci con ornamenti d'oro e d'argento e neppure l'anello, eccetto quelli cui spetta a motivo della loro dignità.

I vescovi, in pubblico e in chiesa usino tutti abiti di lino, a meno che siano monaci, che devono portare l'abito monastico.

Non usino in pubblico, mantelli aperti, ma ben chiusi dietro il collo e sul petto.

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