Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 13 Dicembre 1918

Oggi alle 16 fui a visitare Fra Leopoldo, poiché ieri sera alle 18, passando da S. Tommaso, entrai per salutarlo dopo 6 giorni che non lo vedevo.

Ieri sera mi aveva appena accennato che aveva da comunicarmi qualche cosa che mi interessava e quando oggi entrai, con paterna premura mi disse che mi aspettava già prima.

Parlo di qualche cosa, dei bambini, e poi Fra Leopoldo, che mi dimostra una affezione, una confidenza, una intimità che raramente si trova, raccogliendosi un momento e usando il tono di voce delle confidenze del Signore, con una dolcezza, una carità francescana, mi dice: "Sa, il Signore Le vuol bene, tanto bene e vuole che lei ci aiuti per il bene delle anime."

E mi accenna che due giorni prima, facendo la Santa Adorazione e pregando per me e per i miei genitori, il Santo Crocifisso si era degnato di comunicarmi cose che mi riguardavano.

Io rimango stupito e sento tutta la mia pochezza, la mia ingratitudine verso la misericordia del Signore.

Balbetto qualche parola e Fra Leopoldo con un dolce sorriso mi aggiunge: "Se non è buono, così mi costringe a dire, lo diventerà".

Ecco il contenuto del biglietto di Fra Leopoldo:

"Sia sempre nel Nome Santo di Dio.

Mentre facevo la Santa Adorazione al SS. Crocifisso e nel raccomandare il buon Enrico Blondet con i suoi genitori e il permesso per leggere gli scritti, Gesù tutto concede a condizione di prestargli amore e benevolenza.

Io concedo tutto riguardo ai genitori stia tranquillo e così dicendo soggiunge: non sono io il padrone delle anime?

E quando pare impossibile le cose alla mente degli uomini a me tutto accomodo".

La sera di mercoledì ore 22 nella SS.ma adorazione al SS. Crocifisso.

Torino, 11 Dicembre 1918

Fra Leopoldo mi aggiunge che crede di interpretare in queste parole che il Signore salverà i miei anche se non avverrà quello che vorrebbero gli uomini.

Mi dice di essere tranquillo, di pregare, di lavorare e stare sicuro.

Fra Leopoldo mi ritorna a parlare con grande sicurezza delle meraviglie rivelate dal Signore.

Egli ne parla con una compiacenza che dimostra un amore grandissimo al Signore e con un'umiltà straordinaria.

Mi dice che il Santo Crocifisso gli ha ripetuto in merito a tutte le domande che io e gli altri si vanno ripetendo circa la preghiera, la voce delle rivelazioni, il modo di dire che la preghiera è stata guidata da Lui e che chi la farà si salverà.

Poiché la Santa Adorazione ha per scopo di portare le anime alla Comunione Eucaristica ed è questo che vuole il Santo Crocifisso, il quale ha detto e ripetuto tante volte che quanto gli va dicendo non è solo per lui ma per tutto il mondo.

Fra Leopoldo mi ripete queste cose per la centesima volta e la sua convinzione è così profonda, la sua parola così certa, la sua speranza così sicura che prova una felicità che si comunica a chi l'ascolta.

Il libro che ne uscirà, mi ripete, insieme alla Santa Adorazione, dovrà convertire il mondo.

"Ma se vedesse la grande misericordia del Signore, la sua bontà, il suo amore, è una cosa straordinaria.

Sarà un libro che farà tanto bene.

La prima copia andrà al Sommo Pontefice e al Cardinale.

E lei, sarà dei primi ad averlo".

Fra Leopoldo mi ripete che il Signore vuole che si vada ai bambini e giovanetti.

La società presente è troppo caduta in basso, e dobbiamo preparare i ragazzi per avere un'altra generazione.

Egli mi dice il bene che io posso e debbo fare in mezzo al mondo e se ne compiace.

Mi ripete che il Signore vuole che i Sacerdoti si uniscano ai ricchi per il bene morale e materiale del povero.

"Guai a quei preti, mi dice, che non faranno del bene".

Fra Leopoldo mi parla del grande conforto di amare il Signore, della compiacenza di Gesù verso le anime di Lui innamorate, delle palesi manifestazioni che il Signore dà alle anime che lo amano e lo fanno amare.

Egli mi dice di averlo sperimentato, nella preghiera, nella Santa Comunione, in tutto insomma.

Abbassa la voce e mi fa come egli dice una confidenza che desidera la tenga solo per me.

"Vede, mi dice, anche nei miei lavori, sento la vicinanza del Signore".

Sorride e mi racconta che in cucina gli succede spesso di avere la quantità di generi sufficienti per i soliti conviventi e tante volte il numero raddoppia inavvertitamente ed egli vede che la quantità è sempre abbondante per tutti.

Fra Leopoldo me lo dice proprio in confidenza senza dare importanza a ciò, ma visto che io unisco questi fatti, direi materiali, ad altri avvenuti nella Cappella di N.S., egli cerca di non dare valore, e non vuole che io dia importanza.

Passa a parlarmi della sublimità della preghiera e come a Nostro Signore nulla sfugga, nemmeno un sospiro emesso per amor suo.

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