Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 20 Febbraio 1919

Oggi dovevamo partire per la licenza, ma causa un inconveniente doloroso riguardante i bambini, la rimandiamo a domani.

Alle due fui da Fra Leopoldo a comunicarglielo ed ebbe piacere di rivedermi.

Gli raccontai l'increscioso incidente dei bambini col papà, la parte che potevo averne io, ed egli sorridendo mi dice di non turbarmi che io ho fatto tutto per il bene, e che questi erano richiami del Signore, e che guai se il Tenente non avesse dato ascolto.

Mi dice che Padre Curato mi ha dato con piacere la statua della Vergine Consolata, e che pregata concederà delle grazie.

Fra Leopoldo è contento della mia visita a casa, e mi parla dell'ammiraglio dicendo chissà quante cose avrà da chiedermi.

Anzi ieri, dietro mia insistenza per la centesima volta di dirgli le meraviglie lette e di lasciargli scorrere le mie impressioni, per la prima volta acconsentì, col patto però che anche in caso di una visita a Torino del Sig. Ammiraglio egli non avrebbe chiesto di leggere i quaderni, spiacendo a Fra Leopoldo doverglielo negare.

Entra il Cav. Avv. Natta, padre del Tenente Nino.

Dopo i saluti di uso, mi dice che forse potrà donarmi un ritratto del figlio.

Si parla di cose di religione, ed io rimango sino alle 2,40, assicurando Fra Leopoldo che sarei tornato più tardi.

Ore 18,30

Ritorno da Fra Leopoldo con Cambiaghi.

Fra Leopoldo è felice di vederci, e vuole che ci sediamo vicini al suo letto.

Egli è di una serenità sorprendente.

Ci parla e racconta volentieri del Signore ed il discorso si prolunga sui bambini e sul padre.

Fra Leopoldo mi incoraggia a essere contento, dicendo che è il Signore che opera così per il suo bene.

Facciamo insieme la Santa Adorazione.

È con sommo piacere che i nostri occhi fissano lungamente il Santo Crocifisso miracoloso, che le nostre labbra si accostano alle Piaghe Sacratissime, e che conversiamo con la Vergine Consolata che tante volte ha estasiato col Suo amore e coi suoi detti il Santo Francescano.

Ho già parlato di un quadro antico della Consolata che è nel fondo e Fra Leopoldo crede sia quello che molto anticamente fosse dove attualmente trovasi nella Cappella quello di N. S. delle Grazie.

Mi consegna la statuetta della Vergine Consolata dopo averla accostata ancora al Costato e alle Piaghe del Crocifisso ed al labbro della statua miracolosa della vergine Consolatrice, pure quella antica.

Discorre ancora di cose Sante, tutto felice e premuroso per noi, ci raccomanda tante cose, e rimaniamo nella sua cella sino alle ore 8.

Prima di lasciarlo ci inginocchiamo presso il suo letto ed egli, ponendoci le mani sul capo, mormora delle preghiere e ci dà la sua benedizione non come fanno i Sacerdoti, ma facendosi lui il segno della croce.

Gli baciamo la mano, e contenti, felici, prendiamo congedo.

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