Un apostolo di Gesù Crocifisso

Nell'Azione Cattolica

Il fuoco che si accendeva nell'anima sua ai piedi del Crocifisso di S. Dalmazzo, nella Comunione quotidiana e nelle altre preghiere e pie pratiche si effondeva negli altri.

Ormai a Torino Luigi si era formato un gruppo di amici, tra i quali divenne il principale agitatore e propulsore.

Si ascrisse all'Unione Uomini cattolici, che era una delle forme di quel tempo dell'Azione Cattolica e che tanto bene ottenne nell'organizzazione delle forze cattoliche contro i nemici della religione.

Luigi frequentava con assiduità le riunioni nella Parrocchia di San Dalmazzo e vi portava il suo contributo apparentemente modesto, ma attivìssimo.

La sua cultura non gli permetteva di scrivere sui giornali o far conferenze pubbliche, ma in quei piccoli gruppi parrocchiali egli divenne l'anima.

Il suo zelo, la sua convinzione, i suoi discorsi privati, il suo esempio trascinavano.

Era l'azione, l'apostolato che poco si vede, non fa molto rumore, ma mantiene vivo e perenne il fuoco nelle anime.

Il Cav. Luigi Vacca, che gli tu amico e compagno in quegli anni scrive: « Negli anni nei quali avevamo la grande fortuna di ospitare nella nostra casa quel sant'uomo, abbiamo imparato a vivere bene ».

Quando vi era nella Chiesa della SS. Trinità in via Garibaldi, l'adorazione notturna del SS. Sacramento eucaristico, Luigi Musso non mancava mai.

Vi partecipavano sempre molti e spesso anche l'Arcivescovo di Torino, Mons. Davide Riccardi.

Il Cav. Vacca aveva allora vent'anni e confessa che gli sembrava duro alzarsi da letto all'una o alle due dopo mezzanotte, dopo un lavoro faticoso; ma il Musso lo svegliava e con i suoi bei modi lo costringeva sempre a partecipare a quella bellissima devozione, in cui si pregava e si cantava lodi a Dio come contrappeso alle offese e ai peccati degli uomini.

E come con questo signore così con altri.

Era l'apostolato spicciolo, individuale, ma efficace e continuo.

Propagava pure nello stesso modo la devozione al S. Cuore di Gesù e parecchi ne indusse a consacrarsi al medesimo.

Egli stesso lo volle fare in compagnia del Vacca nella chiesa della SS. Annunziata in Via Stampatori 1, nelle mani del P. Zampieri S. J., celebre predicatore in quel tempo e sant'uomo.

Nella Chiesa di Nostra Signora della Salute, che si stava allora costruendo, era stato commesso un furto sacrilego.

I Cattolici organizzarono un pellegrinaggio di espiazione e Luigi Musso non solo vi intervenne, ma si occupò perché i suoi amici non mancassero.

Insomma, nell'umile strato sociale in cui si svolgeva la sua vita il Musso fu di un'attività sorprendente e del bene ne fece moltissimo.

La madre del Cav. Luigi Vacca, lo abbiamo già accennato, si occupava con zelo per il bene dei Monferrini in Torino.

Di questi molti venivano in casa sua e anche a costoro Luigi Musso comunicava i suoi ardori di fede.

È prezioso quanto ci ha lasciato scritto il Cav. Vacca, testimonio oculare e quotidiano delle azioni del Musso, e che inoltre ci dà una conferma del carattere del Servo di Dio fatto di gioconda amabilità che formava una delle sue più forti attrattive.

« Era sempre dì buon umore" e gioviale con i nostri compatrioti e con tutti; osservava veramente il motto: Servite Domino in laetitia.

La sua serenità aveva sovente belle manifestazioni e fra le altre ricordo che il buon Luigi fece arrivare da Terruggia un piano a coda, una specie di vecchia spinetta, che egli stesso, nelle ore di riposo, suonava facendo sentire melodie religiose.

La nostra casa era frequentata da bravi amici del Monferrato, che ascoltavano volentieri la parola di Luigi e restavano edificati dai suoi esempi e dalle sue esortazioni tendenti ad eccitare l'amor di Dio, la devozione alla Madonna, la frequenza ai SS. Sacramenti e la preghiera assidua.

« Egli era poi di una eccezionale gentilezza ed elevatezza di modi e sapeva fare le esortazioni con tanto garbo che tutti gli volevano bene e l'obbedivano con grande venerazione.

« Diffondeva la fede e faceva conoscere a quanti lo avvicinavano la bontà e la misericordia di Dio »

Questo continuo apostolato del Musso è tanto più da ammirare in quanto egli non poteva esercitarlo se non nelle ore libere dal lavoro di cucina presso i Conti Caisotti, lavoro che egli adempiva con la massima diligenza ed esattezza, come assicurano i Conti stessi e i compagni di cucina del Servo di Dio.

Trovava tempo per tutto, perché del tempo non ne perdeva mai in cose inutili, ed era ordinatissimo.

In Torino, città vasta e popolosa il lavoro di apostolato del Musso non risalta molto ai nostri occhi: si restringe a quei gruppi di uomini che poteva avvicinare nell'ambito non vasto di una parrocchia centrale e con quelli che frequentavano alcune famiglie con le quali era in relazione.

Appare invece molto meglio se lo osserviamo in centri minori.

Qui lo vediamo vero trascinatore e dominatore.

È bene che ci fermiamo un po' a lungo ad esaminare quanto operò a Viale e a Terruggia negli ultimi anni di vita secolare.

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