Un apostolo di Gesù Crocifisso

Una morte preziosa

Il legame che teneva Luigi Musso avvinto alla vita secolare sta per spezzarsi.

La mamma era giunta al termine del suo pellegrinaggio terreno.

Dalla morte del padre egli si era dato tutto a lei che negli ultimi anni aveva sofferto molto.

Per una plaga alla gamba l'aveva condotta a Torino nel 1895, ove egli allora si trovava.

Poi ricondotta a Terruggia e impossibilitata al lavoro, tutto gravò sul figlio, che amorevolmente si prodigò in cure, assistenza e quanto l'amor figliale d'un santo suggeriva.

Quella « fervida cristiana » ebbe agio di osservare i progressi del suo Luigi, del suo beniamino come lo chiamava.

La mamma

Nei suoi continui dolori fisici era allietata da consolazioni che solo la fede sa dare.

Luigi traeva da lei il carattere lieto, calmo, entusiastico.

Chi la conobbe, oltre dirci che era « una fervida cristiana », ci assicura pure che « anche sofferente, era paziente, calma. rassegnata alla volontà di Dio e dello stesso carattere allegro del figlio ».

Il premio della sua santa vita giunse l'11 maggio 1900.

Era l'anno santo, del giubileo indetto da Leone XIII e che fu di una solennità eccezionale.

La morte è narrata dal Musso nel suo Diario con accenti che sono fuori dei comuni.

Certi periodi fanno pensare al colloquio di S. Agostino con la madre sua, S. Monica, avvenuto ad Ostia alla vigilia della morte di lei ...

Se è vero quanto Luigi Musso narra, e non abbiamo motivi per doverne dubitare, si tratta di morte privilegiata.

« Alle ore sette di quella mattina 11 maggio, dopo che il giorno prima aveva ricevuto i carismi della nostra santa religione, con la mente e voce chiara disse: Caro Luigi, prima di notte lo sarò passata all'eternità.

E perché, buona mamma, mi dici così?

Ho visto in questi momenti Gesù Crocifisso con una grande moltitudine di Angeli, i quali mi hanno fatto cenno di seguirli.

A tali parole lo prendo il Crocifisso e glielo dò a baciare dicendole: Guarda un po' come è buono Gesù Crocifisso; preghiamolo che ti assista negli ultimi momenti della carriera, al passo dell'eternità felice.

« Ci mettemmo discorrere delle cose celesti, del Paradiso e delle anime che hanno amato molto Gesù; oh! come sono dolci gli ultimi momenti della vita di queste anime!

Ti ricordi mamma, le dicevo, che quando i tuoi dolori erano insopportabili, invece di lamentarti.

Cantavi inni alla gran Madre di Dio e così calmavi le tue sofferenze?

L'incoraggiavo a morire contenta facendo la volontà del Signore ».

E continuò a parlarle così, ricordando l'Angelo Custode, che come l'ha accompagnata per tutta la vita, la condurrà dinanzi alla Maestà Divina, la gloria del Cielo, la bellezza di Dio, della Madonna, degli Angeli e del Beati.

Le manifestò che, dopo la morte di lei, egli si sarebbe fatto Religioso e quindi non avesse alcun timore per lui ( la moribonda gli aveva espresso il suo rincrescimento di lasciarlo solo nel mondo ).

Confortata dal figlio così, « ella incrociò le mani sul petto e senza fare il minimo movimento chiuse serenamente gli occhi per riaprirli in Paradiso, per i meriti di Nostro Signore Gesù Crocifisso ».

È la morte preziosa del giusto! Quella donna forte era vissuta nella condizione umile dal povero, aveva sofferto molto in vita, ma lasciava al mondo un'eredità ricchissima, un tesoro più prezioso dell'oro; lasciava l'esempio di una vita cristiana perfetta e un figlio Santo!

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