Un apostolo di Gesù Crocifisso

Prefazione

Tratteggiare la cita, delineare le tappe dell'esistenza di chi per soggettiva profonda convinzione stimiamo Santo, prima ancora che la Chiesa col suo infallibile giudizio abbia sanzionato la credenza nostra, è estremamente difficile.

Ed il compito diventa anche più arduo quando le prospettive, più che storiche, sono cronacistiche, data la contemporaneità dello scrittore e del descritto, la quale impedisce quella visione nel tempo che dà alle singole figure il rilievo loro proprio nel quadro degli altri personaggi e degli decadimenti a loro estranei ma della loro età.

E quando a tutto questo si aggiunga l'essere stato legato da dolce consuetudine d'amicizia con il biografato, il militare nella medesima grande famiglia spirituale e rivestire l'ufficio di Vice Postulatore della causa di beatificazione dello stesso, mi pare si sia resa vivida la posizione del P. Maccono nell'atto d'intraprendere la narrazione di quello che è il ciclo terreno della vita di Fr. Leopoldo M. Musso.

Ma è pur garanzia d'impegno più tenace ed affettuoso insieme tale situazione di scrittore.

Anch'egli può dire "Amar mi mosse che mi fa parlare ", quell'amore che segue conoscenza ed è alla stessa proporzionato.

Non dunque la gelida inquisizione del topo di archivio che dall'inchiostro dilavato delle carte antiche, ingiallite dai secoli, cerca di risuscitare una vita su scarne testimonianze, ma il riandare eventi cui aggiunge suggestione di verità il poter dire: io c'ero, o nella presenza materiale o nella testimonianza direttamente riferita.

Ed a suscitare più larga conoscenza e più diffuso amore è ordinata questa cita.

Non preziosità letterarie, non curiosità anedottiche - pur essendoci larga messe di particolari meno conosciuti o anche inediti - nel piano discorso che ci mostra il Servo di Dio nelle Varie fasi del suo pellegrinaggio fra gli uomini.

È un'anima innamorata di Gesù Cristo quella che ci viene presentala, un religioso francescano che ripete in sé, rivivendolo, quello che fu l'ideale del Poverello d'Assisi, l'imitazione devota del Crocifisso del Golgota.

E come sette secoli addietro nel dolce digradante paesaggio umbro, trascorreva Francesco lamentando che l'Amore non è amato, così, nel clima e nelle possibilità del secolo nostro, Fra Leopoldo vuol ricondurre il troppo frastornato novecento all'amore di Colui che solo ha potere di sedare le tempeste degli animi nostri, perché solo è il padrone del cuore degli uomini.

Occasione alla stesura di questa vita il venticinquesimo anniversario della morte del Servo di Dio, ed è singolare coincidenza che per un ricorso storico si ripetano oggi le condizioni morali e spirituali di quel tempo, lontano e vicino insieme, perché le sventure l'hanno fatto parere più lungo assai di quanto lo sia stato realmente.

Anche allora erano le convulsioni economiche e morali di un mondo nel quale la guerra aveva condotto gli uomini e le istituzioni all'orlo del fallimento, anche allora era una ricerca affannosa di sistemi e di teorie che facessero verzicare a speranza gli animi disincantati e senza più fiducia.

Oggi, come allora, Fr. Leopoldo ripropone il suo rimedio, il Crocifisso del Calvario che, avendo conosciuto tutti i dolori, essendo anzi l'uomo dei dolori, ma essendo pure Figlio di Dio, unico può ritornare ai redenti la pace perduta, il cammino della giustizia smarrito.

Possa il messaggio dell'umile Fratello Laico avere una risonanza sempre più ampia, possa la devozione al SS. Crocefisso da Lui voluta e propagata essere l'ancora di salvezza a tanti delusi e sconfitti nella quotidiana bufera tormentosa della esistenza.

Fra poco le spoglie del modesto Francescano ritorneranno in quella Cappella della Madonna, nella Chiesa Francescana di S. Tommaso in Torino, che fu testimone delle sue trasfigurazioni mistiche, delle sue veglie insonni, delle sue preci ardenti.

Là attenderanno il giorno - e auspichiamo che l'attesa sia breve - nel quale la Chiesa confermi la persuasione di molti che lo conobbero e lo stimarono uomo di Dio, dei tanti che ne sperimentarono la potente intercessione presso il Signore.

E sia questo l'augurio che toto corde formuliamo al libro di P. Maccono: possa esso, in larga diffusione, essere mezzo cospicuo per la glorificazione di colui che conoscemmo un giorno come Fr. Leopoldo M. Musso e che oggi già salutiamo riverenti quale Servo di Dio.

Roma, Festa delle SS. Stimmate, 17 settembre 1947.

Fr. Felicissimo M. Tinivella

Min. Prov.

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