Osservazioni diagnostiche su Fra Leopoldo Maria Musso Di fronte ai suoi colloqui con il Crocifisso e con Maria Santissima a cura di Ezio Risatti sdb ( Torino, 24.05.2012 ) Introduzione Il mio lavoro parte da un presupposto ben presente nella storia della Chiesa: è possibile che il Signore e/o Maria SS. colloquino familiarmente con uomini e donne di ogni tempo. La tradizione della religione cristiana riconosce un numero considerevole di santi che hanno avuto il dono di colloquiare direttamente con il Signore, con Maria SS. e gli angeli. La valutazione di autenticità non era fatta in base a criteri diagnostici di patologie psichiche. La valutazione era fatta direttamente dal popolo che riconosceva la validità di queste persone e dei loro dialoghi soprannaturali con un'espressione molto evidente di attenzione, simpatia e disponibilità a seguire le indicazioni di queste persone. Oppure venivano classificate direttamente come visionarie, emarginate, compatite ed ignorati i loro discorsi. Va notato che, su tempi brevi o in gruppi ristretti, le diagnosi potevano essere invertite e uno psicotico scambiato per un santo ed un santo scambiato per uno psicotico. Ma in questi casi si registravano forti passioni, contrasti accesi e un successivo riconoscimento su tempi più lunghi della realtà dei fatti. Le persone che avevano questi colloqui venivano considerate sante o matte in base all'insieme della loro vita. Davanti ad un impegno reale di vita cristiana, davanti alla coerenza delle loro scelte con il Vangelo, ad una capacità di gestire i rapporti affettivi in modo valido e gestire il loro lavoro, venivano riconosciuti come santi e valutate positivamente le voci che sentivano. Negli altri casi, davanti all'incoerenza delle scelte di vita e delle relazioni, soprattutto affettive, la diagnosi infausta seguiva inevitabilmente. Non ritengo necessario riportare un elenco di santi che magari hanno fatto più o meno fatica a far riconoscere le loro voci, come Giovanna d'Arco, Bernadette Soubirous, i tre pastorelli di Fatima ... La domanda Viste queste brevi premesse possiamo passare al caso in questione. Mi è stato chiesto di leggere la vita, i diari e le lettere di Fra Leopoldo Maria Musso in vista di rispondere ad una domanda: il Frate era malato o sano di mente? Più precisamente: i suoi colloqui con Gesù Crocifisso e con Maria, la Madre di Gesù, erano frutto di malattia mentale o erano veri? Certo la Psicologia richiederebbe di poter sottoporre il soggetto a dei test di personalità che risponderebbero senza ombra di dubbio alla domanda. Ma, nell'impossibilità di fare questo, è possibile rispondere altrimenti? E con quale grado di certezza? I libri esaminati sono le biografie: - Fr. Teodoreto, Fra Leopoldo, A&C, Torino 1944 - P. Maccono, Un apostolo di Gesù Crocifisso, Torino 1947 - L. Cattaneo, Alla ricerca di Fra Leopoldo, Torino 2005 I diari: - Voll. I – IV, Torino 1999 Le lettere: - Voll. V – VI, Torino 1999 Il materiale si presenta molto ripetitivo, le biografie successive copiano molto dalla prima. Puntano a dimostrare la santità di Fra Leopoldo e trascurano una descrizione oggettiva della personalità. Un esempio chiaro è il cap. XX della vita scritta da Fr. Teodoreto, intitolato "Carattere morale di Fra Leopoldo" dove in realtà si passano in rassegna le sue virtù, chiaramente in vista della proclamazione della loro eroicità come primo passo verso la beatificazione e canonizzazione. Non c'è l'intento di tracciare un profilo psicologico del soggetto. I diari riprendono gli stessi concetti e affermazioni più e più volte. Tuttavia, tenuto conto che sono stati scritti in un arco di circa 14 anni ( dal 24 dicembre 1907 al 27 giugno 1921 ), è accettabile la ripetitività senza leggere ossessività. Si tratta quindi di leggere tra le righe e di rilevare una eventuale patologia in scritti stesi con intenti diversi da quello del presente lavoro. Ho lavorato parecchio tempo su questo materiale e ho sperimentato due strade ( la diagnosi anamnestica e la strada della validità dei contenuti dei dialoghi ) che non mi hanno lasciato soddisfatto per via della soggettività delle conclusioni a cui potevo arrivare. La conclusione era sempre la stessa, ma poco dimostrabile. Ho trovato poi una strada che permette un riferimento diretto alla letteratura scientifica utilizzata nel fare le diagnosi. In questo modo è possibile rispondere in maniera dimostrabile alla domanda rivoltami. Metodologia di lavoro I colloqui con il Crocifisso e con Maria che Fra Leopoldo intratteneva potevano essere reali o frutto di una patologia definita: allucinazione uditiva. Per poter dare una valutazione oggettiva a questi episodi, senza poter esaminare il soggetto, ho scelto la strada di analizzare le diverse possibili patologie che generano allucinazioni e verificare la loro presenza in Fra Leopoldo. Il principio sul quale lavoro è che ogni patologia che genera allucinazioni, genera anche altri sintomi che possono essere rilevati tramite lo studio della vita di Fra Leopoldo e l'analisi dei suoi scritti e delle sue lettere. Se possiamo escludere le patologie che generano allucinazioni, abbiamo un fondato motivo per ritener reali i suoi colloqui con il Crocifisso e con Maria. Fra Leopoldo abitualmente restava in preghiera davanti al Crocifisso dalle ore 4 fino alla Messa delle ore 6 del mattino. Dopo Messa e colazione ritornava in cella per un'ora di adorazione. Dopo pranzo si recava in chiesa "a lungo". La sera, appena finiti i lavori, si recava in chiesa fino alle ore 22, quando si ritirava in cella e proseguiva la sua preghiera abitualmente fino alle ore 24 ( vedi Fratel Teodoreto, p. 199 ). Durante questi tempi annota i suoi dialoghi con Gesù Crocifisso e con Maria. Riguardo alla percezione soggettiva, il 18 agosto 1908 troviamo scritto nel suo diario una risposta di Gesù a tale interrogazione: "Se sei interrogato su questo punto: Come ti parla il tuo Gesù Crocifisso? Senti proprio la Sua voce?" - Sì, ti parlo con la mia voce interna e il mio Spirito si comunica col tuo che ai miei voleri si piega" ( Diario I num. 94). Si trova ancora espressamente come nell'adorazione del Crocifisso ci fosse solo una percezione di voci e nessuna percezione visiva: "Tu non mi vedi con gli occhi mortali" ( Diario I num. 31.1 ). Nella sua vita si riportano anche la presenza di allucinazioni visive, ma vengono sempre indicate come "sogno" e pertanto vanno escluse dalle valutazioni patologiche. Anche quando Fra Leopoldo scrive che nel 1887: "Nel mese di novembre ebbi la prima visione di Maria SS Addolorata" ( Diario I, num. 2 ). Questo stesso episodio è citato da Fratel Teodoreto nella sua biografia come "sogno" ( Fratel Teodoreto, Fra Leopoldo, pg. 10 ). Gli altri casi di "visioni" sono presentati direttamente da Fra Leopoldo come sogni. "Nel 1893 ebbi una visione, in sogno, nel Castello già detto ( ndr: Castello di Viale ): vidi, in alto, Gesù Crocifisso; stava abbracciata ai suoi piedi un'anima bellissima ... il tutto m'imparadisava. … dopo pochi minuti sparì e mi lasciò una dolcezza inenarrabile, che non dimenticherò per tutto il tempo della mia vita" ( Diario I num. 4 ). Quella riferita al n° 14 ( Diario I, num. 14 ) si riporta alle immagini ipnopompiche ( immagini che si presentano al risvegliarsi ): "Mi desto, apro gli occhi e vedo un Frate ...", ben conosciute ed escluse più volte dalla patologia ( vedi oltre ). Quindi considererò soltanto allucinazioni uditive. La dimostrazione di elementi che "non ci sono" non può essere fatta con citazioni dirette. Solo una conoscenza globale del soggetto può far concludere che quello specifico tratto patologico come richiesto "non c'è". Si richiede quindi in chi legge questo lavoro, una buona conoscenza di Fra Leopoldo in modo da poter confrontare con i sintomi richiesti con la realtà della sua vita quotidiana. Diagnosi differenziale Fra Leopoldo Si possono stilare due tipi di diagnosi: una diagnosi differenziale ed una diagnosi di comorbilità. La diagnosi differenziale si basa sul presupposto che bisogna scegliere una singola diagnosi da un gruppo di diagnosi concorrenti e mutualmente esclusive fra loro, nello spiegare uno specifico quadro sintomatologico. Spesso invece le diagnosi del DSM-IV-TR ( American Psychiatric Association (2000), Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders - Text Revision, manuale classico di riferimento a cui farò ricorso in questo lavoro ) non sono mutualmente escludentesi e danno così vita a diagnosi in comorbilità di disturbi differenti. Prendendo in considerazione il nostro caso: i colloqui con il Crocifisso e con Maria, è possibile quindi stilare un elenco di differenti Disturbi psichici che generano una sintomatologia di allucinazioni uditive come quelle prese in esame. Allucinazione Dal latino "allucinatio", indica la percezione di qualcosa che non esiste e che tuttavia viene ritenuto reale. Jaspers considerava le allucinazioni false percezioni con carattere di corporeità che non sorgono dalla trasformazione di percezioni reali ( a differenza delle illusioni ), ma in modo nuovo, accanto e contemporaneamente a percezioni reali ( a differenza dei sogni ). La capacità critica del soggetto nei confronti dell'allucinazione è assente per la maggior parte degli autori, mentre per altri non è criterio essenziale per la definizione di allucinazione e la persona può rendersi conto o meno che sta avendo un'allucinazione. Platone e Aristotele avevano parlato di allucinazioni, rilevandone la stretta affinità con le immagini oniriche; gli Scolastici le avevano attribuite a uno stato crepuscolare in cui immagini di fantasia appaiono come reali. La prima citazione delle allucinazioni come sintomi psichiatrici si deve a J.E. Esquirol, che ne parla nei termini ancora oggi accettati nel suo trattato "Des Maladies Mentales" ( 1837 ). A seconda del livello di strutturazione della falsa percezione, le allucinazioni sono distinte in semplici, complesse ( presenza di uno schema significativo, identificabile con l'oggetto percepito ) e associazione di più strutture percettive. Fenomeni allucinatori considerati normali sono le allucinazione ipnagogiche ( che si manifestano nella fase di addormentamento ) e ipnopompiche ( nella fase di risveglio ) e quelle che si presentano in condizioni di deprivazione prolungata di sonno e dopo stress intensi. Particolarmente diffuse ed egosintoniche sarebbero le allucinazioni da lutto, specialmente nelle persone anziane. Nella maggior parte dei casi, comunque, la presenza di allucinazioni caratterizza situazioni psicopatologiche in cui si verifica un'alterazione del giudizio di realtà e nel 90% dei casi si associa la presenza di deliri. Le allucinazioni uditive in particolare: riguardano la percezione del suono: possono essere elementari ( rumori, fischi, ronzii ), ma più spesso sono voci. Commentano il pensiero o il comportamento del paziente, possono avere contenuti allusivi e/o minacciosi, essere imperative, dialoganti tra loro, o ripetere ad alta voce il pensiero del paziente ( eco del pensiero ). La definizione suggerita dal DSM-IV-R non si discosta da quella classica. L'allucinazione consiste in una "Percezione sensoriale che ha il senso impellente di realtà di una oggettiva percezione, ma che si manifesta in assenza di una stimolazione esterna del relativo organo di senso. Le allucinazioni vanno distinte dalle illusioni, in cui uno stimolo esterno del momento viene erroneamente percepito o interpretato ( NdR: ad es. illusioni ottiche ). La persona può rendersi conto o meno che sta avendo una allucinazione. Una persona con allucinazioni uditive può riconoscere che sta avendo una falsa esperienza sensoriale, mentre un'altra può essere convinta che la fonte dell'esperienza sensoriale abbia una sua realtà fisica indipendente. Il termine allucinazione non viene ordinariamente applicato alle false percezioni che si manifestano durante l'attività onirica, nel corso dell'addormentamento ( ipnagogiche ), o al momento del risveglio ( ipnopompiche ). Esperienze allucinatorie transitorie possono manifestarsi in persone non affette da disturbi mentali". L'allucinazione uditiva, inerente al nostro caso, si manifesta attraverso il sentire voci che parlano al soggetto. Escludiamo anche, come alcuni clinici e ricercatori, quelle percezioni vissute come provenienti da dentro la testa, d'altra parte mai indicate da Fra Leopoldo, e limitiamo piuttosto il concetto di vera allucinazione uditiva alle voci la cui fonte viene percepita come esterna, come nel caso considerato. La sintomatologia identificativa del cliente ( allucinazioni uditive ) può essere relazionata ai seguenti disturbi psichiatrici: 1 Disturbo Psicotico 1.1 Disturbo Psicotico Breve 1.2 Disturbo Psicotico Condiviso 1.3 Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale 1.4 Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze 1.5 Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato 2 Schizofrenia 2.1 Schizofrenia Tipo Paranoide 2.2 Schizofrenia Tipo Disorganizzato 2.3 Schizofrenia Tipo Catatonico 2.4 Disturbo Schizofreniforme 2.5 Disturbo Schizoaffettivo 3 Disturbo Depressivo Maggiore Passeremo quindi in rassegna questi disturbi rilevando se possano essere diagnosticati a Fra Leopoldo come previsto dal manuale che precisa, per ogni diagnosi di patologia, la necessità di una serie di fattori concomitanti. 1. Disturbo Psicotico Per quanto riguarda il Disturbo Psicotico, la definizione più ristretta del termine psicotico è "limitata ai deliri o alle allucinazioni rilevanti, quando queste ultime si verificano senza consapevolezza da parte del soggetto della loro natura patologica. Una definizione leggermente meno restrittiva dovrebbe includere anche le allucinazioni rilevanti che il soggetto riconosce come esperienze allucinatorie. Ancora più ampia è una definizione che includa pure altri sintomi positivi della Schizofrenia ( per es., linguaggio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico ). Il termine è stato anche precedentemente definito come una perdita dei confini dell'io o una compromissione importante della capacità di esame della realtà". Il nostro metodo di lavoro prevede a questo punto il rilevare come questa diagnosi non possa essere stilata per Fra Leopoldo. Infatti, oltre alle allucinazioni, si richiede un linguaggio e un comportamento disorganizzato: sintomi che non sono mai stati rilevati nella sua vita. Questa strada di rilevazione di non patologia, può essere dimostrata solo attraverso una conoscenza globale della vita del soggetto. Non è possibile infatti citare dei "non episodi" mai accaduti. 1.1 Il Disturbo Psicotico Breve è un disturbo che dura più di un giorno e si risolve entro un mese. Lo escludiamo subito perché i colloqui con Gesù Crocifisso e con Maria sono durati dal 1887 alla sua morte il 27 gennaio 1922, per circa 35 anni. 1.2 Il Disturbo Psicotico Condiviso è caratterizzato dalla presenza di un delirio in un soggetto che viene influenzato da qualcun altro con un delirio stabilizzato di contenuto simile. In altre parole: diverse persone si suggestionano a vicenda confermandosi tra di loro e riferendo allucinazioni simili. Anche questo disturbo è da escludere poiché le persone che erano più a contatto con lui, e in particolare Fratel Teodoreto, non hanno mai riportato discorsi con il Crocifisso. Anzi, fin da giovane Fra Leopoldo cercava sempre la guida di persone riconosciute come valide, come ad es. Padre Cozzi, che poi fu provinciale del suo ordine ( vedi: F. Maccono, pg. 33 ), e non persone che lo esaltassero. 1.3 Nel Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale, si valuta che i sintomi psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale: "nel determinare se il disturbo psicotico è dovuto a una condizione medica generale, il clinico deve innanzi tutto dimostrare che il disturbo psicotico è eziologicamente correlato alla condizione medica generale mediante un meccanismo fisiologico. Una varietà di condizioni mediche generali può provocare sintomi psicotici, incluse condizioni neurologiche ( per es., neoplasie, malattia cerebrovascolare, malattia di Huntington, sclerosi multipla, epilessia, lesione o compromissione del nervo uditivo o del nervo visivo, sordità, emicrania, infezioni del sistema nervoso centrale ), condizioni endocrine ( per es., iper- e ipotiroidismo, iper- e ipoparatiroidismo, iper- e ipoadenocorticismo ), condizioni metaboliche ( per es., ipossia, ipercapnia, ipoglicemia ), squilibri idrici o elettrolitici, malattie epatiche o renali, e disturbi autoimmunitari con coinvolgimento del sistema nervoso centrale ( per es., lupus erithematosus sistemico ). Le condizioni neurologiche che coinvolgono le strutture sottocorticali o il lobo temporale sono più frequentemente associate a deliri. I reperti dell'esame fisico associati, i reperti di laboratorio, e le modalità di prevalenza o di insorgenza riflettono la condizione medica generale che causa il disturbo. Le allucinazioni possono manifestarsi con ogni modalità sensoriale ( cioè, visiva, olfattiva, gustativa, tattile o uditiva ), ma certi fattori eziologici tendono a evocare specifici fenomeni allucinatori ( danni all'apparato uditivo riportano allucinazioni uditive, danni all'apparato visivo provocano allucinazioni visive ... I soggetti con lesioni del lobo parietale destro possono sviluppare una sindrome da disattenzione controlaterale, nella quale essi possono disconoscere parti del loro corpo fino a un grado delirante ). Le allucinazioni possono variare da semplici e poco strutturate ad altamente complesse e organizzate, a seconda dei fattori eziologici, dell'ambiente circostante, della natura e della localizzazione della lesione arrecata al sistema nervoso centrale, e della risposta reattiva alla menomazione. La diagnosi di Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale generalmente non viene fatta se il soggetto mantiene una capacità critica nei confronti delle allucinazioni, e si rende conto che le esperienze percettive derivano da una condizione medica generale. In certi casi i deliri religiosi sono stati specificamente associati alla epilessia del lobo temporale" ma la storia di Fra Leopoldo non riporta sintomi epilettici. "I deliri possono esprimere una varietà di temi: somatico, di grandezza, religioso, e, più comunemente, di persecuzione". In questo caso li possiamo escludere in funzione della durata e della coerenza poiché anche quelle altamente complesse ed organizzate subiscono variazioni secondo l'evoluzione del danno fisico che non può restare costante negli anni. Fra Leopoldo godeva di una buona salute generale che gli ha permesso di svolgere un lavoro che richiede fatica costante, anche e ancor di più nei giorni di festa. Riporto per esteso i sintomi richiesti espressamente per poter diagnosticare questa patologia: • "Criteri diagnostici per Disturbo Psicotico Dovuto a ... [ Indicare la Condizione Medica Generale ]: Rilevanti allucinazioni o deliri. Vi è dimostrazione dalla storia, dall'esame fisico, o dai reperti di laboratorio che il disturbo è la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale. Il disturbo non è meglio giustificato da un altro disturbo mentale. Il disturbo non si verifica esclusivamente durante il corso di un Delirium". 1.4 Nel Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze, si ritiene che i sintomi psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta dell'abuso di una sostanza, di un farmaco o della esposizione a una tossina. Anche qui l'esclusione di questa diagnosi è fatta in base al numero di anni per i quali si sono protratti i colloqui. Qualsiasi droga, farmaco o tossina lo avrebbe ucciso o avuto conseguenze devastanti in minor tempo. Bisogna inoltre tener conto dei tempi: far uso di droghe, o anche solo il procurarsele, non era così facile ed economico come oggi. Solo i ceti abbienti potevano permettersele e chiunque ne facesse uso era conosciuto nella sua cerchia ristretta. 1.5 Il Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato viene incluso per classificare quadri psicotici che non soddisfano i criteri per alcuno dei Disturbi Psicotici specifici definiti precedentemente, o per definire una sintomatologia psicotica a riguardo della quale si possiedono informazioni inadeguate o contraddittorie. "Viene fatta diagnosi di questo tipo quando il clinico non riesce a stabilire se il disturbo è primario, indotto da sostanze, o dovuto a una condizione medica generale. Le allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche si verificano regolarmente in soggetti privi di qualsiasi disturbo mentale, ma soltanto al momento dell'addormentamento o del risveglio". È chiaro che con una definizione simile a chiunque può essere diagnosticato questo disturbo ed è la strada percorsa da chi non ammette la possibilità di incontro con il soprannaturale. È la mancanza di sintomi collegabili a patologie psicotiche che lo fanno escludere nel caso di Fra Leopoldo. 2. Schizofrenia "La Schizofrenia è un disturbo che può essere diagnosticato quando dura almeno 6 mesi e implica almeno un mese di sintomi della fase attiva ( per es., due [ o più ] dei seguenti sintomi: deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico, sintomi negativi ). In questa sezione sono incluse le definizioni per i sottotipi della Schizofrenia ( Paranoide, Disorganizzata, Catatonica, Indifferenziata e Residua ). Criteri diagnostici per la Schizofrenia • Criterio A: sintomi caratteristici: due ( o più ) dei sintomi seguenti, ciascuno presente per un periodo di tempo significativo durante un periodo di un mese ( o meno se trattati con successo ): • deliri • allucinazioni • eloquio disorganizzato ( per es., frequenti deragliamenti o incoerenza ) • comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico • sintomi negativi, cioè appiattimento dell'affettività, alogia, abulia. È richiesto un solo sintomo del Criterio A ( sopra indicati, esempio allucinazioni ) se i deliri sono bizzarri, o se le allucinazioni consistono di una voce che continua a commentare il comportamento o i pensieri del soggetto, o di due o più voci che conversano tra loro. I sintomi caratteristici della Schizofrenia comportano uno spettro di disfunzioni cognitive ed emotive che comprende: la percezione, il pensiero deduttivo, il linguaggio e la comunicazione, il controllo del comportamento, l'affettività, la fluidità e la produttività del pensiero e dell'eloquio, la capacità di provare piacere, la volontà e l'iniziativa, e l'attenzione. Nessun singolo sintomo è patognomonico della Schizofrenia, la diagnosi comporta il riconoscimento di una costellazione di segni e sintomi associati a menomazione del funzionamento sociale o lavorativo. I sintomi caratteristici si possono concettualmente far ricadere in due ampie categorie: positiva e negativa. I sintomi positivi sembrano riflettere un eccesso o una distorsione di funzioni normali, mentre i sintomi negativi sembrano riflettere una diminuzione o una perdita di funzioni normali. • I sintomi positivi includono distorsioni o esagerazioni del contenuto di pensiero ( deliri ), della percezione ( allucinazioni ), del linguaggio e della comunicazione ( eloquio disorganizzato ), e del controllo del comportamento ( comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico ). Questi sintomi positivi possono comprendere due dimensioni distinte, che possono a loro volta essere riferite a sottostanti differenti meccanismi neuronali e correlazioni cliniche: la "dimensione psicotica", che include deliri e allucinazioni, e la "dimensione disorganizzativa", che include eloquio e comportamento disorganizzati. • I sintomi negativi riguardano restrizioni nello spettro e nell'intensità delle espressioni emotive ( appiattimento dell'affettività ), nella fluidità e nella produttività del pensiero e dell'eloquio ( alogia ), e nell'iniziare comportamenti finalizzati a una meta ( abulia ). I deliri ( Criterio A1 ) sono convinzioni erronee, che di solito comportano un'interpretazione non corretta di percezioni o esperienze. Il loro contenuto può includere una varietà di temi ( per es., di persecuzione, di riferimento, somatici, religiosi o di grandiosità ). I deliri di persecuzione sono più comuni; la persona è convinta di essere tormentata, inseguita, ingannata, spiata, o messa in ridicolo. I deliri di riferimento sono pure comuni; la persona è convinta che certi gesti, commenti, passi di libri, giornali, parole di canzoni, o altri spunti provenienti dall'ambiente siano diretti specificamente a se stessa. La distinzione fra un delirio e un'idea fortemente radicata a volte è difficile da fare, e dipende in parte dal grado di convinzione con il quale la credenza viene mantenuta nonostante l'evidenza di prove contrarie riguardo la sua veridicità. Benché i deliri bizzarri siano considerati caratteristici specialmente della schizofrenia, la "bizzarria" può essere difficile da giudicare, specialmente in rapporto a culture differenti. I deliri sono considerati bizzarri se risultano chiaramente non plausibili e non comprensibili, e non derivano da comuni esperienze di vita. Le allucinazioni possono manifestarsi con qualunque modalità sensoriale ( per es., uditiva, visiva, olfattiva, gustativa e tattile ), ma le allucinazioni uditive sono di gran lunga le più comuni. Le allucinazioni uditive sono generalmente sperimentate come voci, sia familiari che non familiari, che vengono percepite come distinte dai pensieri propri del soggetto. Le allucinazioni devono verificarsi a sensorio integro; quelle che si manifestano durante l'addormentamento ( ipnagogiche ) o durante il risveglio ( ipnopompiche ) sono considerate nell'ambito della gamma delle esperienze normali. Le esperienze isolate, come sentirsi chiamare per nome, o le esperienze che mancano della qualità di un oggetto di percezione esterno ( per es., un mormorio nella propria testa ) non dovrebbero essere considerate come sintomatiche della Schizofrenia o di qualsiasi altro disturbo psicotico. Le allucinazioni possono anche essere un contenuto normale dell'esperienza religiosa in certi contesti culturali. Certi tipi di allucinazioni uditive ( per es., due o più voci che conversano con un'altra, oppure voci che continuano a commentare i pensieri o il comportamento del soggetto ) sono stati considerati particolarmente caratteristici della Schizofrenia e inclusi fra i sintomi di primo-rango della classificazione di Schneider. Se questi tipi di allucinazioni sono presenti, allora è richiesto solo questo singolo sintomo per soddisfare il Criterio A. Benché comuni nella Schizofrenia, i sintomi negativi sono di difficile valutazione per il fatto che si manifestano in un continuum con la normalità, non sono relativamente specifici e possono essere dovuti a una varietà di altri fattori ( per es., conseguenza di sintomi positivi, effetti collaterali di farmaci, depressione, sottostimolazione ambientale o demoralizzazione ). Se si riconosce che un sintomo negativo è chiaramente attribuibile a qualcuno di questi fattori, allora questo non dovrebbe essere considerato nel formulare la diagnosi di Schizofrenia. La Schizofrenia comporta disfunzione in una o più delle aree principali di funzionamento ( per es., relazioni interpersonali, lavoro o scuola o cura di sé ) ( Criterio B ). Tipicamente, il funzionamento è chiaramente ad un livello inferiore a quello che era stato raggiunto prima dell'esordio dei sintomi. Se il disturbo comincia nell'infanzia o nell'adolescenza, tuttavia, vi può essere un'incapacità da parte del soggetto a raggiungere il livello di funzionamento atteso, piuttosto che un deterioramento ( ... ). Certi segni del disturbo devono persistere per un periodo continuativo di almeno 6 mesi ( Criterio C ). Durante questo periodo di tempo devono essere presenti per almeno 1 mese ( o meno di 1 mese se i sintomi sono trattati con successo ) i sintomi che soddisfano il Criterio A della Schizofrenia ( la fase attiva ). Sintomi prodromici sono spesso presenti prima della fase attiva, e sintomi residui la possono seguire. Certi sintomi prodromici e residui sono forme relativamente miti o subcliniche dei sintomi positivi specificati nel Criterio A. I soggetti possono esprimere una varietà di convinzioni inusuali o strane che non sono di intensità delirante ( per es., idee di riferimento o pensiero magico ); essi possono avere esperienze percettive insolite ( per es., sentire la presenza di una persona o di una forza invisibile in assenza di allucinazioni strutturate ); il loro eloquio può essere generalmente comprensibile ma digressivo, vago, o eccessivamente astratto o concreto; e il loro comportamento può essere peculiare ma non grossolanamente disorganizzato ( per es., mormorare tra sé, raccogliere oggetti strani e apparentemente senza valore ). In aggiunta a questi sintomi simili a quelli positivi, i sintomi negativi sono particolarmente comuni nelle fasi prodromica e residua e possono spesso essere assai gravi. I soggetti che sono stati attivi socialmente possono diventare ritirati; perdono interesse per attività precedentemente piacevoli; possono diventare meno loquaci e interessati e possono trascorrere la maggior parte del loro tempo a letto. Tali sintomi negativi sono spesso il primo segnale alla famiglia che qualcosa non va; alla fine i membri della famiglia possono riferire di avere la sensazione che il soggetto "stia gradualmente sfuggendo via". Manifestazioni e disturbi associati "Il soggetto con Schizofrenia può mostrare un'affettività inadeguata ( per es., sorridere, ridere, o assumere un'espressione sciocca del volto in assenza di uno stimolo appropriato ), che è una delle manifestazioni determinanti del Tipo Disorganizzato. L'anedonia è comune, ed è manifestata da una perdita di interesse o di piacere". A questo proposito nella sua bibliografia leggiamo che quando si trovò a lavorare a Trino fece "conoscenza con altri cuochi che erano soliti trovarsi insieme dopo il lavoro per passare qualche ora di svago ... egli non era un misantropo e gli piaceva trovarsi con amici in conversazioni e in schietta letizia" ( Maccono, pg 22 ). "L'umore disforico può prendere la forma della depressione, dell'ansia o della rabbia. Vi possono essere turbe del ritmo del sonno ( per es., sonno durante il giorno e attività o irrequietezza notturne ). Il soggetto può mostrare una perdita di interesse per il mangiare o può rifiutare il cibo in conseguenza di convinzioni deliranti. Spesso vi sono alterazioni dell'attività psicomotoria ( per es., deambulazione continua, dondolamento o immobilità apatica ). È frequente la difficoltà di concentrazione, di attenzione e di memoria ( … ). L'ansia e le fobie sono comuni nella Schizofrenia. A volte sono presenti alterazioni motorie ( per es., smorfie facciali, posture fisse, manierismi strani, comportamento rituale o stereotipato ). L'aspettativa di vita nei soggetti con Schizofrenia è più breve che nella popolazione generale per vari motivi. Il suicidio è un fattore importante, poiché approssimativamente il 10% dei soggetti con Schizofrenia commette suicidio - e Fra il 20% ed il 40% fa almeno un tentativo di suicidio nel corso della malattia. Benché il rischio rimanga elevato per tutto l'arco della vita, fattori di rischio specifici per il suicidio includono il sesso maschile, l'età inferiore ai 45 anni, i sintomi depressivi, il sentirsi senza speranza, la disoccupazione e la recente dimissione ospedaliera. Il rischio di suicidio è elevato anche nei periodi postpsicotici. I maschi più delle femmine portano a termine il tentativo di suicidio, ma entrambi i gruppi sono a maggior rischio rispetto alla popolazione generale. Molti studi hanno riportato che sottogruppi di soggetti affetti da Schizofrenia hanno un'incidenza più elevata di comportamento aggressivo e violento. I maggiori predittori di comportamento violento sono il sesso maschile, l'età più giovane, la storia passata di violenza, la non aderenza al trattamento neurolettico e l'uso eccessivo di sostanze. Tuttavia, si dovrebbe annotare che la maggior parte dei soggetti affetti da Schizofrenia non è più pericolosa per gli altri rispetto a quelli della popolazione generale". Caratteristiche collegate a cultura, età, e genere Va inoltre notato come sia espressamente contemplato il caso di "allucinazioni" uditive non patologiche collegate a particolati esperienze religiose. "I clinici che esaminano i sintomi della Schizofrenia in contesti culturali e socioeconomici differenti dai loro propri devono tener conto delle differenze culturali. Inoltre, la valutazione dell'eloquio disorganizzato può essere difficile per le variazioni linguistiche, proprie degli stili narrativi di culture diverse, che possono influenzare la forma logica dei contenuti verbali. Idee che possono sembrare deliranti in una cultura ( per es., stregoneria e arti magiche ) possono essere considerate comuni in un'altra. In certe culture, le allucinazioni visive o uditive con un contenuto religioso possono rappresentare una parte normale dell'esperienza religiosa ( per es., vedere la Vergine Maria o udire la voce di Dio )". La motivazione di queste esclusioni sta proprio nel fatto che mancano in questi casi i sintomi che accompagnano la schizofrenia. I colloqui di Fra Leopoldo con Gesù Crocifisso possono essere considerati allucinazioni, ma per diagnosticare la schizofrenia si richiedono almeno due dei sintomi sopraelencati mentre, dall'analisi della sua vita, dei suoi scritti e delle sue lettere, non se ne rintraccia nessuno altro. Il caso specifico in cui è sufficiente la presenta di allucinazioni come unico sintomo richiesto per diagnosticare la schizofrenia, prevede che l'allucinazione sia una voce continua che commenta il comportamento o i pensieri del soggetto, oppure più voci che conversano fra loro escludendo il soggetto. Ora nella vita di Fra Leopoldo i colloqui con Gesù Crocifisso corrispondevano ai suoi tempi di preghiera e subivano anche delle interruzioni di parecchi giorni. Vedi ad esempio: "Leopoldo, mi vuoi ancora bene? - disse Gesù ( … ). Perché mi domandate questo? ( ... ) - È perché è da un po' di tempo che non ti parlavo più" ( Diario IV, 1943 ). Riguardo ai sintomi negativi, non c'è manifestazione nella vita di Fra Leopoldo. Non si può citare un passo o un episodio in merito, è proprio la non presenza di questi sintomi nel complesso della vita che non supporta la diagnosi di schizofrenia. Ma vediamo più specificatamente i diversi tipi. 2.1 Schizofrenia Tipo Paranoide "La manifestazione essenziale del Tipo Paranoide è la presenza di rilevanti deliri o allucinazioni uditive in un contesto di funzioni cognitive e di affettività preservate. I sintomi caratteristici dei Tipi Disorganizzato e Catatonico ( per es., eloquio disorganizzato, affettività appiattita o inappropriata, comportamento catatonico o disorganizzato ) non sono rilevanti. I deliri sono tipicamente di persecuzione o di grandiosità o entrambi, ma possono anche ricorrere deliri con altri temi ( per es., di gelosia, religiosi o somatici ). I deliri possono essere molteplici, ma sono generalmente organizzati attorno a un tema coerente. Le allucinazioni sono tipicamente correlate al contenuto del tema delirante. Le manifestazioni associate comprendono ansia, rabbia, distacco, ed atteggiamento polemico. Il soggetto può avere un atteggiamento superiore e condiscendente e una modalità di rapporto formale e artificiosa, oppure un'estrema intensità delle relazioni personali. I temi persecutori possono predisporre il soggetto a un comportamento suicidario, e la combinazione di deliri di persecuzione e di grandiosità con rabbia può predisporre il soggetto alla violenza. L'esordio tende ad essere più tardivo nella vita rispetto agli altri tipi di Schizofrenia, e le caratteristiche distintive possono essere più stabili nel tempo. Certi dati suggeriscono che la prognosi per il Tipo Paranoide può essere considerevolmente migliore che per altri tipi di Schizofrenia, con particolare riguardo al funzionamento lavorativo e alla capacità di vivere autonomamente". La vita di Fra Leopoldo è lontana dal manifestare "ansia, rabbia, distacco ed atteggiamento polemico" come previsto da questa diagnosi. La paranoia pone il soggetto al centro del mondo mentre tutto ruota attorno a lui e contro di lui. Si può soltanto dire che Fra Leopoldo non era così. 2.2 Schizofrenia Tipo Disorganizzato "Le caratteristiche essenziali del Tipo Disorganizzato della Schizofrenia sono: eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato e affettività appiattita o inadeguata. L'eloquio disorganizzato può essere accompagnato da stupidità e ilarità che non sono strettamente connesse al contenuto dell'eloquio. La disorganizzazione comportamentale ( per es., disorientamento nel raggiungimento di una meta ) può condurre a grave danno della capacità di esecuzione delle attività della vita quotidiana ( per es., fare la doccia, vestirsi o preparare i pasti ). I criteri per il Tipo Catatonico della Schizofrenia non risultano soddisfatti, e i deliri o le allucinazioni, se presenti, sono Frammentari e non strutturati in un tema coerente. Le manifestazioni associate comprendono: smorfie facciali, manierismi, e altre stravaganze di comportamento ... Questo sottotipo è anche spesso associato a una personalità premorbosa povera, a un esordio precoce e insidioso, e a un decorso continuo senza remissioni significative". A questo proposito Fra Leopoldo conduceva una vita impegnata, dirigeva con responsabilità la cucina del convento e due persone alle sue dipendenze. Gli altri tipi esposti di schizofrenia ( schizofrenia di tipo catatonico, schizofrenia di tipo indifferenziato e tipo residuo ) non sono stati presentati perché non danno origine ad allucinazioni uditive. 2.3 Schizofrenia Tipo Catatonico "La manifestazione essenziale del Tipo Catatonico della Schizofrenia è un notevole disturbo psicomotorio che può comportare arresto motorio, eccessiva attività motoria, estremo negativismo, mutacismo, peculiari movimenti volontari. Ecolalia ed ecoprassia". L'ecolalia è un disturbo del linguaggio che consiste nel ripetere involontariamente, come un'eco, parole o frasi pronunciate da altre persone, mentre l'ecoprassia consiste nell'imitazione spontanea di movimenti osservati e nell'incapacità di reprimere la tendenza ad imitare. "Il paziente produce quindi una sorta di eco di un movimento che ha visto fare. L'arresto motorio può essere manifestato da catalessia ( flessibilità cerea ) o da stupor. L'eccessiva attività motoria è apparentemente senza scopo, e non influenzata da stimoli esterni. Vi può essere un estremo negativismo che è manifestato dal mantenimento di una postura rigida contro i tentativi di mobilizzazione o da resistenza a tutti i comandi. Le peculiarità del movimento volontario sono caratterizzate dalla assunzione volontaria di posture inadeguate o bizzarre, o da smorfie impressionanti. L'ecolalia è la ripetizione patologica, a pappagallo, e apparentemente senza senso, di una parola o Frase appena pronunciata da un'altra persona. Le ulteriori manifestazioni comprendono: stereotipie, manierismi e obbedienza automatica o mimetismo. Durante lo stato di grave stupor catatonico o di eccitamento, la persona può aver bisogno di una attenta vigilanza per evitare di farsi del male o di farne a terzi. Ci sono rischi potenziali da malnutrizione, esaurimento, iperpiressia, o lesioni auto-procurate. Per formulare diagnosi di questo sottotipo, il quadro sintomatologico del soggetto deve innanzi tutto soddisfare pienamente i criteri per la Schizofrenia, e non deve risultare meglio giustificato da un'altra eziologia: in particolare, indotto da sostanze ( per es., Parkinsonismo Indotto da Neurolettici, o da una Condizione Medica Generale, o un Episodio Depressivo Maggiore o Maniacale )". I discorsi di Fra Leopoldo con il Crocifisso non corrispondono alla descrizione sopra riportata, pertanto anche questa diagnosi è da escludere. 2.4. Disturbo Schizofreniforme Il Disturbo Schizofreniforme è caratterizzato da un quadro sintomatologico equivalente a quello della Schizofrenia eccetto che per la sua durata ( per es., il disturbo dura da uno a sei mesi ) e per l'assenza del requisito che prevede un deterioramento del funzionamento. Questa diagnosi è automaticamente esclusa per il periodo ristretto di tempo in cui si manifesta. 2.5. Disturbo Schizoaffettivo È un "disturbo nel quale un episodio di alterazione dell'umore e i sintomi della fase attiva della Schizofrenia ricorrono assieme e sono preceduti o seguiti da almeno due settimane di deliri o allucinazioni senza rilevanti sintomi della sfera affettiva. • Criteri Un periodo ininterrotto di malattia durante il quale, in qualche momento, si manifesta un Episodio Depressivo Maggiore, un Episodio Maniacale, oppure un Episodio Misto in concomitanza a sintomi che soddisfano il Criterio A per la Schizofrenia. Nota L'episodio Depressivo Maggiore deve includere il Criterio A1: umore depresso. Durante lo stesso periodo di malattia, si sono manifestati deliri o allucinazioni per almeno 2 settimane in assenza di rilevanti sintomi dell'umore. I sintomi che soddisfano i criteri per un episodio di alterazione dell'umore sono presenti per una considerevole parte della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza ( per es., una sostanza di abuso, un farmaco ) o a una condizione medica generale. La caratteristica essenziale del Disturbo Schizoaffettivo è un periodo ininterrotto di malattia durante il quale, in un certo momento, vi è un Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale, o Misto concomitante a sintomi che soddisfano il Criterio A per la Schizofrenia ( Criterio A ). In aggiunta, durante lo stesso periodo di malattia, vi sono stati deliri o allucinazioni per almeno due settimane in assenza di sintomi dell'umore rilevanti ( Criterio B ). Infine, i sintomi dell'umore sono presenti per un periodo considerevole della durata totale della malattia ( Criterio C ). I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza ( per es., cocaina ) o a una condizione medica generale ( per es., ipertiroidismo o epilessia del lobo temporale ) ( Criterio D ). Per soddisfare i criteri per il Disturbo Schizoaffettivo, le manifestazioni essenziali devono verificarsi durante un singolo episodio ininterrotto di malattia. La Frase "periodo di malattia" come viene usata qui si riferisce a un periodo di tempo durante il quale il soggetto continua a mostrare sintomi attivi o residui della malattia psicotica. Per certi soggetti, questo periodo di malattia può durare per anni o persino per decenni. Si considera finito un periodo di malattia quando il soggetto si è completamente ristabilito per un intervallo significativo di tempo e non dimostra più alcun sintomo significativo del disturbo. I sintomi del Disturbo Schizoaffettivo possono manifestarsi secondo una varietà di modalità temporali. La seguente è una modalità tipica: un soggetto può presentare importanti allucinazioni uditive e deliri di persecuzione per due mesi prima dell'insorgenza di un rilevante Episodio Depressivo Maggiore. Successivamente i sintomi psicotici e i sintomi pieni dell'Episodio Depressivo Maggiore sono presenti per tre mesi. Poi il soggetto si riprende completamente dall'Episodio Depressivo Maggiore, ma i sintomi psicotici persistono per un altro mese prima di scomparire a loro volta. Durante questo periodo di malattia, i sintomi del soggetto soddisfano contemporaneamente i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore e il Criterio A per la Schizofrenia, e, durante questo stesso periodo di malattia, le allucinazioni uditive e i deliri sono stati presenti entrambi prima e dopo la fase depressiva. Il periodo totale di malattia è durato circa sei mesi, con sintomi psicotici presenti da soli durante i primi due mesi, con entrambi i sintomi depressivi e psicotici presenti nei successivi tre mesi, e con i sintomi psicotici presenti da soli durante l'ultimo mese. In questo caso, la durata dell'episodio depressivo non è stata breve relativamente alla durata totale del disturbo psicotico, e così il quadro clinico giustifica una diagnosi di Disturbo Schizoaffettivo. Il Criterio C per il Disturbo Schizoaffettivo specifica che i sintomi riguardanti l'umore che soddisfano i criteri per un episodio di alterazione dell'umore devono essere presenti per una parte considerevole dell'intero periodo di malattia. Se i sintomi riguardanti l'umore sono presenti soltanto per un periodo di tempo relativamente breve, la diagnosi è di Schizofrenia, non di Disturbo Schizoaffettivo. Nella valutazione di questo criterio, il clinico dovrebbe determinare la porzione di tempo durante il periodo continuo di malattia psicotica ( cioè, il periodo durante il quale sono presenti entrambi i sintomi attivi e residui ), nella quale vi erano significativi sintomi riguardanti l'umore che accompagnavano i sintomi psicotici. Nel Disturbo Schizoaffettivo, i sintomi non dovrebbero orientare verso un episodio di alterazione dell'umore se essi sono chiaramente secondari ai sintomi della Schizofrenia ( per es., difficoltà di addormentamento a causa di allucinazioni uditive disturbanti, perdita di peso per il fatto che il cibo viene considerato avvelenato, difficoltà di concentrazione a causa della disorganizzazione psicotica ). L'età tipica di insorgenza del Disturbo Schizoaffettivo è probabilmente l'inizio dell'età adulta, benché l'insorgenza possa verificarsi in qualunque momento della vita, dalla adolescenza alle fasi più avanzate. La prognosi del Disturbo Schizoaffettivo è alquanto migliore della prognosi della Schizofrenia, ma considerevolmente peggiore della prognosi dei Disturbi dell'Umore". Una consistente disfunzione lavorativa o sociale è comune. In Fra Leopoldo si possono riconoscere le "allucinazioni" e il loro periodo di manifestazione lungo decenni. Quello che manca, ed è considerato essenziale, sono le manifestazioni depressive. Al contrario le biografie testimoniano la sua fondamentale serenità. 3. Disturbo Depressivo Maggiore Per quanto riguarda il Disturbo Depressivo Maggiore "è un decorso clinico caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori senza storia di Episodi Maniacali, Misti o Ipomaniacali ( Criteri A e C ). Episodi di Disturno dell'Umore Indotti da Sostanze ( dovuti agli effetti fisiologici diretti di una droga di abuso, di un medicamento, o alla esposizione ad una tossina ), o di Disturbo dell'Umore dovuto ad una Condizione Medica Generale, non indirizzano ad una diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore. Inoltre, gli episodi non devono risultare meglio giustificati da un Disturbo Schizoaffettivo, e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Disturbo Delirante o Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato ( Criterio B ). La caratteristica essenziale di un Episodio Depressivo Maggiore è un periodo di almeno 2 settimane durante il quale è presente depressione dell'umore o perdita di interesse o di piacere per quasi tutte le attività. Nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile anziché triste. L'individuo deve anche presentare almeno altri quattro sintomi di una lista che includa alterazioni dell'appetito o del peso, del sonno e dell'attività psicomotoria; ridotta energia; sentimenti di svalutazione o di colpa; difficoltà a pensare, concentrarsi o prendere decisioni; oppure ricorrenti pensieri di morte o ideazione suicidaria, pianificazione o tentativi di suicidio. Un sintomo, per condurre ad una diagnosi di Episodio Depressivo Maggiore, deve essere di nuova comparsa o nettamente peggiorato rispetto allo stato premorboso del soggetto. I sintomi devono persistere per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, per almeno 2 settimane consecutive. L'episodio deve essere accompagnato da disagio o menomazione sociale, lavorativa, o di altre aree importanti del funzionamento, clinicamente significativi. Per alcuni individui, con episodi più lievi, il funzionamento può apparire normale, ma richiede uno sforzo marcatamente superiore. L'umore in un Episodio Depressivo Maggiore viene spesso descritto dall'individuo come depresso, triste, senza speranza, scoraggiato o "giù di corda" ( Criterio A ). In alcuni casi la tristezza può essere inizialmente negata, ma in seguito si può far emergere durante il colloquio ( per es., sottolineando che l'individuo sembra in procinto di piangere ). In alcuni individui che lamentano di sentirsi "spenti", di non avere sentimenti, o di sentirsi ansiosi, la presenza dell'umore depresso può essere dedotta dalla mimica e dal comportamento. Alcuni individui enfatizzano lamentele somatiche ( per es., algie e dolori ) piuttosto che riferire sentimenti di tristezza. Molti soggetti riferiscono o dimostrano un aumento dell'irritabilità ( per es., rabbia persistente, una tendenza a rispondere agli eventi con scoppi di ira o a prendersela con gli altri, un esagerato senso di frustrazione di fronte a cose di poco conto ). Nei bambini o negli adolescenti si può manifestare un umore irritabile o instabile piuttosto che triste o abbattuto. Questo quadro dovrebbe essere distinto dall'irritabilità di un bambino "viziato" quando viene frustrato. La perdita di interesse o di piacere è quasi sempre presente, almeno in qualche misura. Gli individui possono riferire di sentirsi meno interessati agli hobby, di "non tenere a niente", o di non provare divertimento in attività precedentemente considerate come piacevoli ( Criterio A2 ). I familiari spesso notano il ritiro sociale o il rifiuto di occupazioni piacevoli ( per es., un accanito giocatore di golf non gioca più, un bambino appassionato di calcio trova scuse per non praticarlo ). In alcuni individui si riducono significativamente i livelli precedenti di interesse o di desiderio sessuale". L'impegno sociale di Fra Leopoldo si è tradotto visibilmente nel perseguire con forza la costruzione della Casa di Carità Arti e Mestieri. Questa realizzazione unita alle frequenti affermazioni di gioia profonda riportate nei diari non permettono di diagnosticare questo disturbo. Riassumendo. I disturbi che possono generare allucinazioni uditive sono: • Disturbo Psicotico: non diagnosticato o diagnosticabile poiché vi era la consapevolezza da parte del soggetto di avere colloqui direttamente con le due persone soprannaturali. • Disturbo Psicotico Breve: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di criterio relativo al tempo di durata nel quale si sono protratti i colloqui. • Disturbo Psicotico Condiviso: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di influenze da parte di soggetti esterni nella creazione e condivisione di visioni o sogni. • Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancata diagnosi di una condizione fisiologica debilitata. • Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di criterio relativo al tempo nel quali i colloqui sono presenti nella vita del soggetto, ogni abuso di droghe prolungato sarebbe stato sicuramente rilevato e avrebbe portato il soggetto stesso alla morte. • Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di sintomi che possono derivare esclusivamente da una malattia • Schizofrenia: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di più sintomi collegati a tale patologia, non sono stati mai riportati esempi della vita del soggetto di eloquio disorganizzato, abulia o alogia o deficit cognitivi ed emotivi. • Schizofrenia Tipo Paranoide: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di sintomi che comprendono ansia, rabbia, distacco ed atteggiamento polemico, con relativi atteggiamenti e pensieri suicidari. • Schizofrenia Tipo Disorganizzato: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di manifestazioni esterne dell'incapacità di esecuzione di attività pratiche inerenti alla vita quotidiana del soggetto e di incapacità del soggetto di raggiungere obiettivi lavorativi. • Schizofrenia Tipo Catatonico: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza evidente di disturbi psicomotori come arresto o eccessiva attività motoria, assunzione volontaria di posture o mimiche facciali bizzarre, presenza di idee e pensieri eccessivamente negativi. • Disturbo Schizofreniforme: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza del criterio relativo alla durata della manifestazione del disturbo, i tempi prolungati dei colloqui non rientrano nella "categoria tempo" della patologia considerata. • Disturbo Schizoaffettivo: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di dimostrazioni esterne di umore depresso o alterazioni evidenti dell'umore, cioè il passaggio improvviso da uno stato di serenità ad uno stato di disperazione o angoscia, criterio essenziale per identificare tale disfunzione nel soggetto • Disturbo Depressivo Maggiore: non diagnosticato o diagnosticabile per la mancanza di espressione di umore perennemente depresso, alterazioni che riguardano varie sfere della realtà umana fra cui energia ridotta nelle attività, perdita o aumento eccessivo di peso o insonnia, pianificazioni o tentativi di suicidio. In conclusione di questo lavoro possiamo vedere come Fra Leopoldo non soddisfi nessuna delle condizioni richieste per diagnosticare un disturbo psichico che contempli allucinazioni uditive. Come psicologo posso solo concludere che a Fra Leopoldo non può essere diagnosticato nessun disturbo mentale tale da generare allucinazioni di voci interiori. Il grado di certezza nel raggiungere questa conclusione è alto. Certo parte dall'accettazione della possibilità teorica che un uomo mortale possa avere contatti con il Signore e con i Santi. Se si nega questa possibilità si può sempre diagnosticare una malattia magari non ancora scoperta e standardizzata. La certezza è collegata alla conoscenza complessiva raggiunta della vita di Fra Leopoldo: una persona con una vita affettiva intensa e con una parallela vita lavorativa continua. Due fattori che sono garanzia di sanità mentale e che, nella tradizione ecclesiale, risalgono all'"ora et labora" dei Benedettini. "Aveva una vita regolare, senza alti e bassi, ma sempre uguale, in prosperis, dandone lode a Dio, e in adversis, implorandone l'aiuto" ( Fr. Teodoreto, pg 208 ). Anche il giudizio dei contemporanei è significativo: "Ricorrevano a Fra Leopoldo per consigli anche persone appartenenti alle classi più elevate della società: professori, magistrati, nobili, ufficiali ed ecclesiastici, non esclusi anche prelati di gran valore e perizia" ( Fr. Teodoreto, pg 203 ). Per tutto l'insieme del lavoro svolto ho quindi raggiunto la certezza morale che i dialoghi di Fra Leopoldo fossero effettivamente con il Crocifisso e con Maria SS. Bibliografia DSM IV-TR, Cap. "Schizofrenia ed altri disturbi Psicotici". DSM IV-TR Cap. "Schizofrenia ed altri disturbi Psicotici", F06.x Disturbo Psicotico dovuto a Condizione Medica Generale (293.xx). DSM IV-TR, Cap. "Schizofrenia ed altri disturbi Psicotici", paragrafo: Disturbo Psicotico indotto da Sostanze. DSM IV-TR, Cap. "Schizofrenia ed altri Disturbi Psicotici", paragrafo: "Schizofrenia". DSM IV-TR, Cap. "Schizofrenia ed altri Disturbi Psicotici", paragrafo: "Schizofrenia", F20.0x Schizofrenia tipo Paranoide. DSM IV-TR, Cap. "Schizofrenia ed altri Disturbi Psicotici", paragrafo: "Schizofrenia", F20.2x Schizofrenia tipo Catatonico. DSM IV-TR, Cap. "Schizofrenia ed altri Disturbi Psicotici", paragrafo "Altri Disturbi Psicotici", F25.x Disturbo Schizoaffettivo. DSM IV-TR, Cap. Disturbi dell'Umore, Disturbo Depressivo Maggiore, paragrafo: "Episodi di Alterazione dell'Umore". FR. Teodoreto, Fra Leopoldo, A&C, Torino 1944. P. Maccono, Un apostolo di Gesù Crocifisso, Torino 1947. L. Cattaneo, Alla ricerca di Fra Leopoldo, Torino 20052. I Diari: Voll. I – IV, Torino 1999. Le Lettere: Voll. V – VI, Torino 1999.