Segretario del Crocifisso

Profumo di virtù

Valido argomento del vero è la fama popolare di santità.

Fra Leopoldo era già stimato santo prima di farsi religioso.

Ecco ciò che scrisse il Cav. Luigi Vacca di Torino anche in nome della sua famiglia:

« A giudizio nostro e di quanti lo conoscevano, Fra Leopoldo, allora Luigi Musso, era un santo »,

e aggiunse: « Affermo che negli anni nei quali avemmo la grande fortuna di avere nella nostra casa quel santo uomo,

abbiamo imparato a vivere bene ».

A Viale d'Asti era stimato santo da tutta la popolazione, e Rosa Cassinelli, moglie del sagrestano, scrisse:

« Io posso dire che Luigi Musso era già santo da tanto tempo ».

Ma chi lo conosceva intimamente era il Parroco Don Antonio Gambino che disse più volte

e ripeté con grande convinzione, anche a me quando, nel 1917, andai a Viale, le seguenti parole:

« Luigi Musso è un vero santo ».

L'attuale Parroco di Viale, Don Giov. Battista Vallero, scrisse: « Io non ho conosciuto Luigi Musso,

ma posso attestare che tutti i miei fedeli conservano di lui la più santa memoria ».

Nel convento di S. Tommaso Fra Leopoldo, sebbene sconosciuto a diversi perché « sapiente nell'arte del nascondersi »,

non poté impedire che la fama della sua santità si estendesse, di modo che erano moltissime le persone

che si recavano da lui per consultarlo e per avere l'aiuto delle sue preghiere.

Molti poi si rivolgevano a lui con lunghe lettere per esporgli le loro pene e la fiducia che avevano nelle sue orazioni.

Lasciando da parte quelle andate smarrite, ho contato più di 140 lettere pervenutegli da ogni categoria di persone

e aventi per unico movente la fama della santità del Servo di Dio.

Ecco ciò che scrissero di lui quelli che lo conobbero da vicino:

« Nel tempo dell'altra grande guerra andai col Servo di Dio a Terruggia ove ho subito osservato la venerazione

che avevano per lui parenti e compaesani.

Secondo me, credo che Fra Leopoldo non abbia perduta l'innocenza battesimale.

Un buon parroco del Canavesano, di cui non ricordo il nome, un giorno mi disse quasi in segreto:

" Ma non sa che si ottengono favori da Dio domandandoli per intercessione di questo Frate ancora vivo?! " ».1

« Fra Leopoldo indirizzava le sue azioni alla santità. Io continuo a stimarlo un santo religioso ».2

« Fra Leopoldo era stimato un santo e molti si rivolgevano a lui come tale. Primo fra tutti Paolo Pio Perazzo

il quale versava in Fra Leopoldo le sue sofferenze. Fra Leopoldo era il suo consolatore e sostegno

e Paolo Pio Perazzo consolava anche l'amico ».3

« Dal giorno che conobbi Fra Leopoldo le grazie mi giungevano in grande profusione;

di lui si aveva grande stima come di santo ».4

Quelli che avvicinarono Fra Leopoldo riportarono la stessa mia impressione, quella cioè di avvicinare un santo.

La sua conversazione, sebbene disadorna, in quanto a lingua, aveva una specie di influsso di santità

che andava al cuore di chi lo ascoltava, tanto che i trattenimenti con lui, anche i più lunghi,

sembravano sempre troppo brevi.

Nel 1919 accompagnai il Fr. Direttore Isidoro di Maria in una visita che egli fece a Fra Leopoldo.

Ecco la sua impressione: « In quel primo incontro ebbi l'impressione di trovarmi dinanzi a un uomo di Dio,

e in questo mio giudizio fu confermato da quanto mi disse di lui il Prof. Ing. Filippo Dematteis.

Da quella visita e da altri incontri, io trassi la conclusione che egli fosse veramente una persona semplice,

sincera, anzi con uno spirito amabilmente gioviale, lepido e cortese.

Le sue parole e il suo aspetto esteriore erano improntate a grande pietà.

In seguito vidi che il Servo di Dio, sebbene ancora in vita, era circondato da grande stima di virtù e di santità;

questa fama proveniva da persone colte, intellettuali, quali professori di università,

professionisti, Sacerdoti, Religiosi, ecc. ».

Quando il Conte Federico Sacconi venne a Torino inviato da Sua Santità il Papa Benedetto XV

a consegnare i doni alla Consolata, nei dieci giorni passati nella nostra città, volle recarsi quasi ogni giorno

a conferire con Fra Leopoldo, e ne ebbe tanta stima che ritornato a Roma continuò, finché visse il Servo di Dio,

a tenersi in intima corrispondenza.

Scrive Sua Ecc. Angelo Bartolomasi, Arcivescovo Ordinario Militare:

« La mia ammirazione per Fra Leopoldo Musso, quale gran Servo di Dio favorito da Gesù con grazie speciali

per la sua semplicità ed umiltà, non poggia sulla personale conoscenza di lui,

che appena vidi quando ero Vescovo Ausiliare del Card. Agostino Richelmy, il quale molto stimava Fra Leopoldo.

Ricordo che assai mi parlava di lui, come di frate Santo, il Cav. Achille Cavallotti, il quale lo frequentava...

... Formulo il voto che sia riconosciuta ed esaltata la virtù di lui, apostolo di divozione a Gesù Crocifisso

e autore di quella forma di divozione alle cinque Piaghe che mi è familiare ».

Indice

1 Rev. Padre Nazareno Barbero, O.F.M.
2 Rev. Padre Mariano Manni, O.F.M.
3 Dott. Prof. Luigi Andrea Rostagno.
4 Don Carlo Gadda, Parroco di Saint Pierre - Aosta