Dialogo della Divina Provvidenza

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Capitolo CI

Per che modo ricevono l'arra di vita eterna in questa vita quelli che stanno nel predecto terzo perfectissimo lume.

- E perché ti dixi che ricevevano l'arra di vita etterna?

Dico che ricevono l'arra, ma none il pagamento perché aspectano di riceverlo in me, vita durabile, dove ha vita senza morte, e sazietá senza fastidio, e fame senza pena; perché di lunga è la pena da la fame, però che essi hanno quel che desiderano, e di longa è il fastidio dalla sazietá, perché Io lo' so' cibo di vita senza alcuno difecto.

È vero che in questa vita ricevono l'arra e gustanla in questo modo, cioè che l'anima comincia a essere afamata de l'onore di me, Dio etterno, e del cibo della salute de l'anime; e come ella ha fame, cosí se ne pasce, cioè che l'anima si notrica della caritá del proximo, del quale ha fame e desiderio ( che gli è uno cibo che, notricandosene, non se ne sazia mai ), però che è insaziabile, e però rimane la continua fame.

E sí come l'arra è uno comincio di sicurtá che si dá a l'uomo, per la quale aspecta di ricevere il pagamento ( non che l'arra sia perfecta in sé, ma per fede dá certezza di giognere al compimento di ricevere il pagamento suo ), cosí questa anima inamorata e vestita della doctrina della mia Veritá, che giá ha ricevuta l'arra, in questa vita, della caritá mia e del proximo suo in se medesima, non è perfecta; ma aspecta la perfeczione della vita immortale.

Dico che non è perfecta questa arra: cioè che l'anima che la gusta non ha ancora la perfeczione che non senta le pene in sé e in altrui.

In sé, per l'offesa che fa a me per la legge perversa che è legata nelle membra sue quando vuole impugnare contra lo spirito: in altrui, per l'offesa del proximo.

È ben perfecto a grazia; ma none a questa perfeczione de' sancti miei, che sonno gionti a me, vita durabile, sí come decto è; ché i desidèri loro sonno senza pena, e i vostri sonno con pena.

Stanno questi servi miei ( sí come Io ti dixi in un altro luogo, che si notricano a la mensa di questo sancto desiderio ) che stanno beati e dolorosi, sí come stava l'unigenito mio Figliuolo in sul legno della croce sanctissima.

Però che la carne sua era dolorosa e tormentata, e l'anima era beata per l'unione della natura divina.

Cosí questi cotali sonno beati per l'unione del sancto desiderio loro in me, sí come decto è, vestiti della dolce mia volontá; e dolorosi sonno per la compassione del proximo e per tollersi delizie e consolazioni sensuali, affliggendo la propria sensualitá.

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