Salita del Monte Carmelo  

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Capitolo 47

Ove si prosegue dicendo che per giungere all'unione con Dio è necessario che la volontà si spogli dei suoi appetiti naturali.

1. Avendo dimostrato che né la soavità né il piacere, ecc., che la volontà può provare in questa vita è Dio, sarebbe sciocco colui che, non provando soavità e delizie spirituali, pensasse per questo di non possedere Dio, oppure provandole si rallegrasse pensando per questo di possedere Dio.

Costui sarebbe ancora più sciocco se cercasse queste soavità in Dio e si compiacesse in esse, perché non andrebbe in cerca del Dio inaccessibile con una volontà fondata nel vuoto della fede, ma sul gusto spirituale, cioè su qualcosa di creato, assecondando così i suoi appetiti.

In questo modo egli non amerebbe in purezza di fede e sopra ogni cosa Dio, cioè riponendo in lui tutta la forza della volontà.

Difatti, quando con i suoi desideri sregolati si attacca alle cose create, non si eleva al di sopra di esse per arrivare a Dio, che è inaccessibile.

È impossibile che la volontà possa arrivare alle soavità e alle delizie della sublime unione con Dio, senza liberarsi da tutti gli appetiti per i piaceri particolari.

2. Ciò è quanto Dio voleva dire per bocca di Davide: Apri la tua bocca, la voglio riempire ( Sal 81,11 ).

L'appetito è come la bocca della volontà, che si apre quando non è ingombra di altri bocconi che le danno soddisfazione; quando invece l'appetito si ferma su qualcosa, allora si chiude, perché fuori di Dio tutto è angusto.

3. La volontà, dunque, deve tenere la sua bocca sempre aperta a Dio, libera da ogni boccone appetitoso, perché Dio possa riempirla con il suo amore e le sue dolcezze.

Abbia sempre fame e sete di Dio solo, senza cercare altre soddisfazioni, perché quaggiù non possiamo gustare Dio com'è.

Ciò che essa può gustare, se desidera qualcosa, sarebbe un ulteriore ostacolo all'amore divino.

Ciò è quanto insegna Isaia con queste parole: O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente ( Is 55,1 ).

Ivi il profeta invita all'abbondanza delle acque divine dell'unione a tu per tu con Dio soltanto coloro che hanno sete di Dio solo e sono distaccati dai loro appetiti.

Ora, poiché la gioia si sostiene attraverso la bocca della volontà che, come dicevo, è l'appetito, parlerò delle differenti specie di alimenti che essa può gustare e di come dobbiamo distaccarci da tutti.

Occorre liberare la bocca della volontà da ogni nutrimento apprensibile, perché abbia fame solo della volontà di Dio, che è incomprensibile.

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