Le Mansioni o Castello Interiore

Capitolo 8

- In che modo Iddio si comunichi all'anima nella visione intellettuale

- Alcuni avvisi in proposito

- Effetti che questa visione produce quando è vera

- Tali grazie si devono tener segrete

1 - È bene ora vedere che, quando Dio lo vuole, noi non possiamo far altro che star sempre con Lui, e ciò vi farà capire più chiaramente la verità di quello che vi ho detto e che quanto più un'anima va innanzi, tanto più continua si fa la sua compagnia col buon Gesù, secondo quello che si apprende dalle diverse maniere con cui Egli si comunica alle anime, mostrando l'amore che ci porta.

Ciò avviene mediante alcune visioni e apparizioni molto ammirabili, delle quali, se piacerà a Dio che mi sappia spiegare, vi dirò in breve qualche cosa, affinché non abbiate a spaventarvi qualora ve ne sia data qualcuna: tanto più che queste grazie, anche se non concesse a noi, servono molto a far lodare il Signore, mostrandolo così buono da non sdegnare di comunicarsi in tal modo con una creatura, nonostante tanta sua potenza e maestà.

2 - Ecco ciò che avviene.

Mentre l'anima è in tutt'altri pensieri fuorché in quello di avere tali grazie - grazie che non ha mai pensato di meritare - si sente vicino nostro Signor Gesù Cristo, ma senza che lo veda, né con gli occhi del corpo, né con quelli dell'anima.

E questa - non ne so il perché - si chiama visione intellettuale.

Una persona che ebbe questa grazia unitamente a molte altre di cui parlerò più avanti, da principio andava molto impressionata perché non capiva cosa fosse, non vedeva nulla e ciò nonostante intendeva così chiaramente essere Cristo quegli che le appariva, da non poterne dubitare: dubitare, dico, che si trattasse di una visione, perché circa la sua provenienza, - se da Dio o no, - era sempre timorosa, benché i grandi effetti di cui rimaneva arricchita la portassero a credere che fosse da Dio.

Ella non solo non aveva mai sentito parlare di visioni intellettuali, ma neppure sapeva se esistessero.

Intendeva però chiaramente che Quegli che sentiva presente era il medesimo che altre volte le parlava nella maniera che ho detto, mentre prima non sapeva chi le parlasse, ma solo intendeva le parole.

Questa visione, inoltre, non è come l'immaginaria che passa presto, ma dura molti giorni e alle volte più di un anno.

3 - So ancora che quella persona, standosene con paura, si portò tutt'afflitta dal confessore, che le chiese come sapesse, se non vedeva nulla, che Quegli fosse nostro Signore, e le domandò come era il suo viso.

Ella rispose che non lo sapeva, che non vedeva viso di sorta, e che non sapeva dire di più di quanto aveva detto.

Sapeva soltanto che Egli era Colui che le parlava, e che ne era sicura.

Non poteva dubitarne nemmeno se le mettevano indosso delle gravi paure, specialmente quando il Signore le diceva: Non temere, sono io!

Queste parole avevano tal forza da toglierle subito ogni dubbio, e da lasciarla in tale compagnia piena di gioia e di coraggio.

Ciò le era di grande aiuto per pensare continuamente al Signore e procurare di non far nulla che l'offendesse, perché le sembrava che la stesse sempre guardando.

E ogni qualvolta voleva trattare con Lui, sia nell'orazione che fuori, le pareva che Egli le fosse così vicino da non poter lasciare d'ascoltarla.

Riguardo alle sue parole, ella le udiva non quando voleva, ma improvvisamente, a seconda del bisogno.

Sentiva che le camminava al lato destro, ma con nessuno di quei segni sensibili per i quali si può conoscere che una persona ci è vicina, bensì in una maniera più delicata che non si deve saper dire: però con la medesima certezza, anzi maggiore, perché con i sensi si può cadere in inganno, mentre qui è impossibile.

Se fosse effetto di melanconia, non si avrebbero i vantaggi e gli effetti interiori di cui l'anima si sente ripiena.

E nemmeno può essere dal demonio, perché l'anima non rimarrebbe così in pace, né con desideri così continui di piacere a Dio, né con disprezzi così sentiti per tutto ciò che non l'avvicini a Lui.

4 - Col tempo la visione di quella persona si andò meglio manifestando, ed ella comprese che non era dal demonio.

Tuttavia si sentiva alle volte piena di paura, e alle volte con grandissima confusione per non sapere da dove tal bene le venisse.

Io e quella persona eravamo una stessa cosa, e niente passava nella sua anima che io non conoscessi, per cui posso esserle di buon testimonio.

Abbiate quindi per vero quanto di lei vi ho raccontato.

Questa grazia apporta all'anima grande confusione e umiltà.

Sarebbe tutto il contrario se fosse dal demonio.

Né vi può aver parte l'industria umana, perché l'operazione di Dio è così evidente che in nessun modo l'anima può pensare che sia un bene di suo acquisto, ma datole unicamente dalla mano di Dio.

Fra le grazie già raccontate ve ne saranno forse di superiori, ma questa apporta all'anima una speciale conoscenza di Dio, dalla cui continua compagnia le deriva un amore tenerissimo verso di Lui, accompagnato dai più vivi desideri d'impiegarsi in suo servizio e da una grande purità di coscienza, perché Colui che ha sempre dinanzi, le fa avvertire ogni cosa.

É un fatto che, pur sapendo di esser sempre alla presenza di Dio, molte volte trascuriamo di pensarci.

Ma qui la cosa è impossibile, perché l'anima è tenuta sveglia da Dio stesso che le sta vicino.

Perciò, più frequenti sono pure le grazie di cui abbiamo parlato, perché l'anima è quasi sempre in continui atti d'amore verso Colui che vede o sente vicino.

5 - Insomma, dai vantaggi che lascia si conosce chiaramente che è una grazia assai grande, degna d'immensa stima.

L'anima ringrazia il Signore che gliela dà senza suo merito, e non la cambierebbe con alcun tesoro o diletto della terra.

Quando Dio crede di privarnela, ella si sente sola, e a nulla giovano i suoi sforzi per riaverla, perché Dio la concede quando vuole, né vi son mezzi per procurarsela.

6 - Alle volte si tratta della presenza di qualche santo, e anche allora se ne ha grande giovamento.

Ma voi mi direte: Se non si vede nulla, come si capisce che è Cristo, la sua gloriosissima Madre o qualche santo?

L'anima non lo sa dire, non comprende come lo capisca e, ciò nonostante, ne è fermissimamente sicura.

Pare che la cosa sia più facile quando si tratta di Gesù Cristo che fa sentire la sua voce, ma quando sono santi che non parlano, e sembrano messi là in aiuto e compagnia dell'anima, il fatto è assai più sorprendente.

Vi sono altre cose spirituali che non si sanno spiegare, ma che servono a farci meglio conoscere quanto sia incapace la nostra natura di comprendere le infinite grandezze di Dio, dato che non comprende neppur quelle.

L'anima si contenti di ammirarle, di benedire il Signore e di ringraziarlo vivamente.

Siccome non sono grazie che si danno a tutti, essa le deve molto stimare, procurando di servir meglio il Signore, ché appunto per questo gliele dà.

Ne viene intanto che l'anima, lungi dal credersi più degli altri, si persuade d'esser quella fra tutti che meno serve il Signore.

Le pare di esservi obbligata più degli altri, e la minima mancanza che commette le trapassa le viscere, non senza grande ragione.

7 - Quella fra voi che Dio condurrà per di qui saprà riconoscere da questi effetti se vi è inganno o fantasia.

Quanto al demonio, non credo possibile, se è lui, che la cosa si protragga a lungo, con tanti vantaggi per l'anima e tanta pace interiore.

Non è questo il suo costume.

Un essere così malvagio non potrebbe produrre tanto bene neppure volendolo, perché verrebbero certi fumi di propria stima a farci subito pensare di essere migliori degli altri.

Gli dà tanta rabbia che l'anima si mantenga sempre con Dio, continuamente occupata di Lui, che se qualche volta cerca d'ingannarla, non lo fa troppo spesso.

Dio poi è fedele, e non permetterà mai al demonio di aver tanta forza sopra un'anima, la cui unica brama è di piacergli e di sacrificare anche la vita per il suo onore e la sua gloria: anzi, farà in modo che ne esca presto disingannata.

8 - Il mio pensiero è e sarà sempre questo: dal momento che l'anima si sente con questi effetti che sono propri delle grazie di Dio, qualche volta Egli potrà permettere al demonio di tentarla, ma la farà uscire con vantaggio e coprirà il maligno di confusione.

Perciò, figliuole, se alcuna va per questa strada, non si lasci spaventare.

Però è bene che camminiate sempre con timore e con grande avvertenza.

Guardatevi dal credere che per essere così favorite possiate alquanto trascurarvi: sarebbe segno che le vostre grazie non sono da Dio, né più né meno che se non vi vedeste con gli effetti accennati.

Da principio sarà bene che ne parliate sotto segreto di confessione con qualche persona molto dotta -sono costoro che ci devono illuminare - oppure con una molto spirituale.

Però preferite il molto dotto, se la spiritualità dell'altro non è profonda.

Meglio ancora: potendolo, consultate l'uno e l'altro.

Se vi diranno che è una vostra immaginazione, non preoccupatevene, perché un'immaginazione non fa né bene né male.

Piuttosto raccomandatevi a Dio affinché non permetta che cadiate in inganno.

Ne avrete maggior pena se vi diranno che è il demonio.

Ma non ve lo dirà certamente uno molto dotto quando veda gli effetti di cui abbiamo parlato.

Quand'anche ve lo dicesse, vi assicurerebbe del contrario il Signore che sta con voi, il quale vi riempirebbe di consolazione, e darebbe luce al direttore per potervi meglio comprendere.

9 - Se l'interpellato è uno che, pur praticando l'orazione, non è condotto per questa strada, si spaventerà subito e condannerà ogni cosa.

Perciò vi consiglio d'indirizzarvi a un qualche grande teologo, possibilmente molto spirituale.

La Priora lo permetta, anche se in base alla buona vita che mena, vede che quell'anima va bene.

È obbligata a permetterlo.

E saranno ambedue sicure.

Però, dopo essersi consultata, l'anima deve mettersi in pace e guardarsi dal moltiplicare consultazioni, perché il demonio può ispirare timori così eccessivi e irragionevoli da spingere l'anima a non contentarsi di una volta sola.

Ciò avviene specialmente quando il confessore non è di molta esperienza, si fa vedere timoroso, o è lui che induce l'anima a consultarsi.

In tal modo vengono a divulgarsi certe cose che sarebbe bene tener segrete.

Ecco allora l'anima fra le persecuzioni e le angustie.

Credeva che le sue grazie fossero occulte, e invece le vede divulgate, con un seguito di molte cose spiacevoli tanto per lei che per l'Ordine, causa la malizia dei tempi.

Perciò è necessario avere molta prudenza, e io la raccomando assai alle Priore.

10 - Non devono esse pensare che una sorella sia migliore delle altre perché è favorita di tali grazie.

Il Signore guida ognuna secondo che crede meglio.

Se è vero che quei favori, quando sono corrisposti, aiutano a divenire delle grandi serve di Dio, è pur vero che alle volte il Signore non li comparte che alle più deboli.

Perciò non bisogna né approvare né condannare, ma considerare la virtù.

Sarà più santa colei che servirà il Signore con maggiore mortificazione, umiltà e purità di coscienza.

Ma siccome quaggiù non si può avere che una sicurezza relativa, bisogna attendere che il vero Giudice dia a ciascuno quello che si merita.

E vedremo allora con sorpresa quanto siano diversi i suoi giudizi dai nostri terreni apprezzamenti.

Sia Egli per sempre benedetto! Amen.

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