Vita seconda

I Ministri della Parola di Dio

Capitolo CXXII

Qualità del predicatore

[747] 163. Voleva che i ministri della parola di Dio attendessero agli studi sacri e non fossero impediti da nessun altro impegno.

Diceva infatti che sono stati scelti da un gran re per bandire ai popoli gli editti che ascoltano dalla sua bocca.

« Il predicatore - diceva - deve prima attingere nel segreto della preghiera ciò che poi riverserà nei discorsi.

Prima deve riscaldarsi interiormente, per non proferire all'esterno fredde parole ».

È un ufficio, sottolineava, degno di riverenza, e tutti devono venerare quelli che lo esercitano: « Essi sono la vita del corpo, gli avversari dei demoni, essi sono la lampada del mondo ».

Riteneva poi i dottori in sacra teologia degni di particolari onori.

Per questo una volta fece scrivere come norma generale: « Dobbiamo onorare e venerare tutti i teologi e quanti ci dispensano la parola di Dio come quelli che ci somministrano spirito e vita ».

[748] E scrivendo una volta al beato Antonio, fece iniziare la lettera così: « A frate Antonio, mio vescovo ».

Capitolo CXXIII

Contro quelli che sono avidi di una lode vana

Spiegazione di un passo profetico

[749] 164. Però diceva che sono da compiangersi i predicatori, che vendono spesso il loro ministero per un soldo di vanagloria.

E cercava a volte di guarire il loro gonfiore con questo rimedio: « Perché vi gloriate della conversione degli uomini, quando li hanno convertiti con le loro preghiere i miei frati semplici? ».

Ed anzi commentava così il passo che dice: Perfino la sterile ha partorito numerosi figli: « La sterile è il mio frate poverello, che non ha il compito di generare figli nella Chiesa.

Ma nel giudizio ne avrà dato alla luce moltissimi, perché in quel giorno il giudice ascriverà a sua gloria quelli, che ora converte con le sue preghiere personali.

Quella invece che ne ha molti comparirà sterile perché il predicatore, che è fiero di molti figli come se li avesse generati lui, capirà allora che in essi non c'è niente di suo ».

Riguardo poi a quelli che ci tengono a sentirsi lodare più come retori che come predicatori, e che parlano con discorsi leccati ma senza animo, non li amava molto.

E affermava che fanno una cattiva spartizione del tempo, perché danno tutto alla predicazione niente alla devozione.

In altre parole, lodava quel predicatore che ogni tanto si preoccupa di se stesso e si nutre personalmente della sapienza.

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