Anonimo perugino

Capitolo IX

Come i Frati furono inviati per il mondo

[1533] 40. Terminato il Capitolo, Francesco benediceva tutti i frati presenti e, come meglio credeva, li inviava nelle varie province.

A chiunque di loro possedesse lo spirito di Dio e capacità di parlare, fosse chierico o laico, concedeva licenza e obbedienza di predicare.

E quelli ricevevano la sua benedizione con letizia grande e gaudio nel Signore Gesù Cristo.

Andavano per le vie del mondo come stranieri e pellegrini, nulla portando con sé, eccettuati i libri necessari per le Ore liturgiche.

Dovunque s'imbattevano in un sacerdote, non importa se povero o ricco, lo riverivano umilmente, come aveva insegnato Francesco.

E quando facevano sosta, preferivano domandare ospitalità ai preti, anziché alla gente.

[1534] 41. Se poi il sacerdote non poteva ospitarli, s'informavano: « Chi c'è nel paese, persona spirituale o timorata di Dio, che ci possa ricevere in casa onestamente? ».

Con l'andar del tempo, il Signore ispirava qualche buon cristiano nelle singole città o nelle borgate dove stavano per giungere i frati, a preparare loro un alloggio; finché essi, più tardi, edificarono i loro luoghi nelle città e nei paesi.

Dava loro il Signore parola e spirito conforme ai bisogni, onde fossero in grado di proferire parole capaci di penetrare il cuore di molti uditori, e soprattutto dei giovani, a preferenza degli anziani.

Quelli abbandonavano padre e madre e averi, e li seguivano indossando l'abito dell'Ordine.

Proprio a quei tempi si adempì alla lettera il detto del Signore: Non sono venuto a portare la pace sulla terra ma la spada; sono venuto infatti a separare il figlio dal padre suo e la figlia dalla madre.

Coloro che i frati ricevevano, venivano poi accompagnati da Francesco che imponeva loro il saio.

[1533] Allo stesso modo, molte vergini e vedove, ascoltando la predicazione dei frati, venivano a domandare consiglio: « E noi, cosa possiamo fare?

Stare con voi non è possibile.

Diteci allora come dobbiamo fare per salvarci l'anima ».

A tal fine in ogni città furono stabiliti dei monasteri di clausura, dove vivere in penitenza.

E un frate veniva incaricato dell'ufficio di visitatore e animatore delle recluse.

Similmente i coniugi dicevano: « Noi abbiamo le mogli, non le possiamo mandar via.

Insegnateci pertanto la via della salvezza ».

Nacque così quello che viene chiamato l'Ordine dei Penitenti, approvato dal sommo Pontefice.

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