Processo di canonizzazione

Quarta testimonia

[2999] 1. Sora Amata de Messere Martino da Coccorano, monaca del monasterio de Santo Damiano, giurando disse: che era circa venticinque anni che essa era stata in questa Religione; e cognobbe santa Chiara, et essa testimonia intrò nella Religione per ammonizione et esortazione de essa santa.

La quale le diceva che essa aveva adomandato a Dio grazia per lei, che non permettesse che essa fusse ingannata dal mondo, e che non rimanesse nel seculo.

Et essa testimonia fu nepote carnale de essa santa, unde l'ha tenuta come madre.

[3000] 2. E cognosceva la sua conversazione et aveva audito come se era convertita; e che, per esortazione e predicazione de santo Francesco aveva presa la Religione: benché prima che pigliasse la Religione era tenuta santa da tutti quelli che la cognoscevano, per le molte grazie e virtude le quali Dio li aveva donate, sì come de lei udiva per pubblica fama.

[3001] 3. E da poi che la preditta testimonia intrò nella Religione, stette sempre con lei, unde cognobbe la santità della conversazione de la vita sua, la quale santità, che era nelli doni de Dio e nelle virtù che Dio li aveva date, per nessuno modo lei le averia potute esplicare, però che tutte insieme erano in lei: la verginità somma, la benignità, la mansuetudine, la compassione verso le Sore sue et anche de li altri.

[3002] 4. E nella orazione et contemplazione era assidua, e quando essa tornava da la orazione, la faccia sua pareva più chiara e più bella che 'l sole.

E le sue parole mandavano fora una dolcezza inenarrabile, in tanto che la vita sua pareva tutta celestiale.

[3003] 5. Nella parcità delli cibi era tanto stretta, che pareva fusse nutrita da li Angeli.

Essa certamente affliggeva el corpo suo, in tanto che tre dì de la settimana, cioè el lunedì, el mercordì e 'l venardì non mangiava nessuna cosa, e nelli altri dì degiunava a pane et acqua, per sino a quello tempo che santo Francesco li comandò che nelli preditti dì che non mangiava niente, mangiasse qualche cosa.

Et allora, per fare la obbedienzia, mangiava un poco de pane e beveva uno poco de acqua.

[3004] 6. Della asperità de le vesti e del letto, disse quello medesimo che aveva detto sora Filippa testimonia detta de sopra.

Come essa fu liberata da la febbre, da la tosse e da la idropisia

[3005] 7. Anche disse essa testimonia che, essendo lei gravemente inferma de idropisia, febbre e tosse, et aveva dolore in uno lato, santa Chiara li fece lo segno de la croce con la sua mano, e subito la liberò.

Adomandata che parole diceva essa santa, respose che, avendole posto la mano sopra, pregò Dio che, se era el meglio per l'anima sua, la liberasse da quelle infermitade.

E così incontanente fu liberata.

Adomandata quanto tempo innante era stata inferma, disse che era stata per tredici mesi; ma da poi non ebbe più la detta infermitade.

Aveva allora el ventre enfiato grandemente, per modo che a pena poteva inchinare el capo.

E cosl, per li meriti de essa santa, el Signore la liberò perfettamente.

Come liberò una Sora da la fistola

[3006] 8. Similmente la detta madonna Chiara liberò certe Sore da le loro infirmitade, fattoli con la sua mano lo segno de la croce.

Adomandata chi furono quelle Sore, respose: sora Benvenuta de madonna Diambra, la quale aveva sotto el braccio certe piaghe grandi, nelle quali se mettevano cinque tasti, et aveva avuta quella infermità undici anni o circa.

E fattoli de la sopraddetta madonna lo segno de la croce, fu liberata.

Adomandata come sapesse questo, respose che ne uscirono li tasti; et essa da poi non ebbe più quella infirmità.

Adomandata che infirmità era quella, respose che se chiamavano fistole.

Come liberò una Sora da la tosse

[3007] 9. Anche disse che un'altra Sora, chiamata sora Cecilia, aveva una tosse grave, la quale, subito che cominciava a mangiare, le sopravveniva in modo che pareva se dovesse affogare.

Unde la preditta santa Madre, uno certo dì che era la sesta feria, le dette uno poco de focaccia che la mangiasse: la quale quella la prese con grande timore; nondimeno per lo comandamento de la santa Madre la mangiò, e da poi non sentì più quella infirmità.

Adomandata quanto tempo innanti avesse avuta la detta infirmità, respose che non se recordava, ma credeva che la avesse avuta longo tempo.

Come liberò una Sora da la sordità de una orecchia

[3008] 10. Disse anche che un'altra, chiamata sora Cristiana, era stata sorda da una orecchia molto tempo, eziandio prima che intrasse nel monasterio, e da poi.

Nondimeno, essa madonna Chiara toccandole la orecchia sorda e fattole lo segno de la croce, fu liberata.

De le altre Sore disse non se recordava, benché più altre ne fussero state liberate.

Come liberò uno mammolo da la macchia de l'occhio

[3009] 11. Anche disse che uno mammolo de Perugia aveva nell'occhio una certa macchia che li copriva tutto l'occhio.

Unde fu menato a santa Chiara, la quale toccò l'occhio del mammolo e poi li fece lo segno della croce.

E poi disse: « Menatelo alla mia madre sora Ortolana ( la quale era nel monasterio de Santo Damiano ), e faccia sopra de lui lo segno de la croce ».

La quale cosa fatta, el mammolo fu liberato: onde santa Chiara diceva che la sua madre lo aveva liberato; e per lo contrario la madre diceva che madonna Chiara sua figliola lo aveva liberato.

E cosl ciascheduna dava questa grazia all'altra.

Adomandata quanto tempo innanti aveva veduto el mammolo con quella macchia, respose che lo aveva veduto con quella macchia quando fu portato nel monasterio alla detta madonna Chiara; né innanti lo vide né da poi che fu guarito, però che subito uscì fora del monasterio.

Et essa testimonia stette sempre renchiusa nel monasterio per tutto lo tempo sopraddetto.

[3010] 12. Adomandata de la umilità de la preditta santa, disse quello medesimo che aveva detto sora Filippa, testimonia de sopra, con giuramento.

[3011] 13. Anche de lo amore de la povertà e de la orazione de essa santa, disse quello medesimo che la detta sora Filippa.

[3012] 14. Disse anche essa testimonia che, temendo le Sore lo advenimento de li Saraceni e Tartari e de li altri infedeli, pregarono la santa Madre che facesse tanto col Signore che lo monasterio loro fusse defeso.

Et essa Madre santa lo' respuse: « Sorelle e figliole mie, non vogliate temere, perché el Signore ve defenderà.

Et io voglio essere vostra recolta: e se occurrerà che li inimici vengano giù al monasterio, ponete me denanti a loro ».

E così poi, per le orazioni de tanto santa Madre, lo monasterio, le Sore e la roba rimase senza alcuna lesione.

[3013] 15. De lo assedio e liberazione de la città de Assisi, disse quello medesimo che aveva detto sora Filippa.

[3014] 16. Del miraculo de la madre de santa Chiara, e de la visione de santa Chiara e de la mammella de santo Francesco, e del miraculo de la notte de la Natività del Signore: de tutte queste cose disse quello medesimo che sora Filippa.

Ma ce aggiunse che essa udì da la predetta madonna Chiara, che in quella notte de la Natività del Signore, vide anche el presepio del Signore nostro Iesu Cristo.

[3015] 17. Anche disse essa testimonia che bene el Signore provvide che la prima in quello Ordine fusse tanto santa nella quale non fusse veduto alcuno difetto, ma se vedessero in lei accumulate tutte le virtù e le grazie: in tanto che mentre ancora viveva era tenuta santa da tutti quelli che la cognoscevano.

Fu nobile de progenie secondo la carne, ma fu molto più nobile nella osservanza de la santa Religione et Ordine suo.

La quale eziandio nel tempo de la sua infermità non volle mai lasciare alcuna cosa de esso Ordine, e così nella sua santità governò sé e le Sore sue quasi per quarantatrè anni.

[3016] 18. Amava le Sore sue come se medesima.

Et esse Sore in vita e dopo la morte sua hanno lei in reverenzia come santa e Madre de tutto l'Ordine.

E disse anche che de la santità sua e de la sua bontà più erano li beni e le virtù sue che lei sapesse o potesse dire.

[3017] 19. Anche disse che, essendo essa madonna Chiara presso al fine de passare de questa vita, cioè el venardì prossimo innanti la sua morte, disse alla testimonia che era rimasta sola con lei: « Vedi tu lo Re della gloria, lo quale vedo io? ».

E questo le disse più volte, e pochi dì da poi spirò.

[3018] 20. Anche disse che essa testimonia udì da una donna Pisana, che lo Signore la aveva liberata da cinque demoni per li meriti de santa Chiara, e che li demoni confessavano che le orazioni de essa madonna Chiara li incendiavano.

E per questo la detta donna era venuta al monasterio, al loco dove se parla alle Sore, ad ciò che rendesse grazie a Dio prima et alla madonna sopra detta.

Adomandata quanto tempo era stato innanti, respose che quattro anni o circa.

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