Leggenda di Santa Chiara Vergine

Le sue malattie e il prolungato sfinimento

[3235] 39. Per quarant'anni aveva corso nello stadio dell'altissima povertà, quand'ecco che si trovò vicina al premio della chiamata del cielo, preceduta da diverse infermità.

Mentre infatti l'austera penitenza aveva fiaccato il suo corpo nel primo periodo della sua vita religiosa, gli anni seguenti furono contrassegnati da una grave infermità, quasi che, come da sana si era arricchita con i meriti delle opere, si dovesse arricchire, da inferma, con i meriti delle sofferenze.

La virtù, infatti, si fa perfetta nella malattia.

[3236] E come la sua meravigliosa virtù venisse perfezionata nella malattia, da ciò è provato: che in ventotto anni di continua sfinitezza, non si ode una mormorazione, non un lamento, ma sempre dalla sua bocca proviene un santo conversare, sempre il ringraziamento.

E benché, oppressa dal peso delle malattie, paresse avviarsi rapidamente alla fine, piacque invece a Dio disporre la sua morte per quel tempo in cui potesse venire esaltata con degni onori dalla Chiesa Romana, di cui era creatura e figlia a titolo speciale.

Mentre dunque il sommo Pontefice insieme con i cardinali si tratteneva a Lione, Chiara cominciò a peggiorare nella sua malattia, sì che la spada di un dolore smisurato tormentava gli animi delle figlie.

[3237] 40. Subito dopo una serva di Cristo, vergine consacrata a Dio del monastero di San Paolo dell'Ordine di san Benedetto, ebbe questa visione: le sembra di trovarsi, insieme alle sue consorelle, a San Damiano, per assistere Donna Chiara ammalata; e le sembra che Chiara giaccia in un letto prezioso.

E mentre piangono attendendo in lacrime il trapasso della beata Chiara, appare una bella signora a capo del letto e si rivolge a loro in pianto: « Non piangete, o figlie - dice - chi ancora ha da vivere: non potrà infatti morire, finché non verrà a lei il Signore con i suoi discepoli ».

[3238] Ed ecco, poco tempo dopo, giunge a Perugia la Curia Romana.

Avuta la notizia del suo aggravarsi, il Signore di Ostia si affretta da Perugia a visitare la sposa di Cristo, di cui era stato per ufficio padre, per sollecitudine come colui che nutre, per affetto purissimo sempre amico devoto.

Nutre l'ammalata con il Sacramento del Corpo del Signore; le altre pure nutre con l'esortazione di un sermone salutare.

Ella supplica con lacrime il Padre, soltanto raccomandandogli l'anima sua e le anime delle altre Donne nel nome di Cristo.

Ma, soprattutto, una grazia gli chiede: che egli impetri per lei dal signor Papa e dai cardinali la conferma del Privilegio della povertà: cosa che egli, fedele protettore dell'Ordine, come promise con la parola, cosi mantenne con i fatti.

[3239] Passato l'anno, il signor Papa con i cardinali si trasferì da Perugia ad Assisi, così che la visione già narrata circa la morte della vergine si avverò nella realtà.

La persona del Sommo Pontefice, infatti, in quanto più in là di ogni uomo e al di qua della Divinità, rappresenta la persona del Signore e, nel tempio della Chiesa militante, gli sono più strettamente accanto, come i discepoli, i signori cardinali.

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