Bogomili

Dizionario

1) Setta cristiana apparsa fra gli Slavi della penisola balcanica sullo scorcio del sec. IX


Gruppo cristiano formatesi in Bulgaria verso la metà del sec. X.

La denominazione sembra derivi dal greco theophilos "caro a Dio", tradotto nel bulgaro bogmile.

La dottrina dei bogomili sosteneva un dualismo di tipo manicheo, con una particolare accentuazione del potere del male nel cosmo.

Il movimento ebbe notevole diffusione fino al tardo Medioevo, soprattutto in Bosnia, dove un gruppo consistente si rifugiò per sfuggire alle persecuzioni degli zar bulgari.

La dottrina dei bogomili si compendia in un dualismo, secondo il quale Dio ha creato soltanto tutto ciò che è spirituale, e quindi eterno e fuori della contingenza; mentre tutto ciò che è materiale, temporaneo, contingente - perciò anche il mondo e il corpo dell'uomo - è opera del demonio, in lotta con Dio.

Sicché tutta l'umanità fu preda del Male, fino alla venuta del Cristo, che non può aver rivestito un corpo mortale ( docetismo; v. ); e falso è l'Antico Testamento, con la sua legge e i suoi profeti.

Appaiono in queste credenze e nella loro prassi gli spunti ereditati da sette dualistico-gnostiche più antiche ( manichei, pauliciani, massaliani ), ma anche qualche traccia della religione primitiva degli Slavi, improntata a un dualismo naturistico.

Sètta dualista e doceta del Medioevo.

Fu per un certo tempo appoggiata da Bisanzio.

Si ritiene che i fondatori siano stati un prete di nome Geremia ( bulgaro della metà del X secolo ) e un certo Teofilo che fu molto attivo tra il 927 e il 950 ( Bogomilo è la traduzione slava di Teofilo ).

Il disprezzo per la materia portò i Bogomili a rigettare:

a) l'AT ( eccetto i passi profetici che si riferiscono a Cristo e i Salmi ) e

b) varie pratiche " materiali " come la venerazione delle immagini ( compreso il crocifisso ), il battesimo di acqua, qualsiasi forma di battesimo dei bambini, e il matrimonio.

L'unica preghiera ammessa era il Padre nostro.

La sètta si diffuse rapidamente nei Balcani, specialmente in Bulgaria, ma, con la venuta dei Turchi, molti suoi aderenti si fecero musulmani.

I Bogomili influirono sull'origine degli Albigesi.

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Il bogomilismo, in sintesi, riteneva che Dio avesse due figli: Satanael, il primogenito, e Michael.

Satanael presto si ribellò al Padre e si trasformò in una creatura malvagia che, una volta cacciata dal Regno dei Cieli, creò l'Inferno e la Terra, cercando nel contempo, di generare l'uomo: non riuscendovi chiese aiuto al Padre che soffiò l'anima nel corpo inanimato.

Padrone dell'uomo per aver creato la sua parte materiale, Satanael permise ad Adamo di colonizzare la Terra a condizione che questi vendesse se stesso e i propri discendenti al suo demiurgo.

Mosso da pietà per quegli esseri cui aveva infuso l'anima, Dio inviò allora sulla Terra il suo secondogenito, Michael, il cui spirito penetrò nel corpo di Gesù prima della nascita dello stesso, entrando nel corpo di Maria tramite l'orecchio destro.

Dal suo avvento Gesù ebbe il compito di rompere il patto stabilitosi tra Adamo e Satanael e, per far questo, sconfisse il Diavolo tramite il suo sacrificio sulla croce.

Libero dal suo corpo scese allora nell'Inferno ed eliminò la terminazione el che dava al fratello gli attributi della deità: Satanael fu così trasformato in Satana e la parte spirituale dell'uomo, una volta liberatasi da quella materiale, poteva ora ascendere al Cielo.

Tuttavia il figlio primogenito di Dio, pur privato di gran parte dei suoi poteri, riuscì ugualmente a istituire la Chiesa ortodossa attribuendole cerimonie, sacramenti e gerarchie clericali.

Questa diventò così Chiesa di Satana, alla quale ci si poteva sottrarre solo tramite il rifiuto del mondo materiale.

Gli "eletti" tra i bogomili, coloro cioè che si dedicavano totalmente alla vita religiosa, praticavano infatti un ascetismo severo, rifiutando le immagini sacre, i sacramenti, l'Antico Testamento ad eccezione dei Salmi e dei Profeti, ogni culto esteriore e ogni forma di struttura ecclesiastica.

Come i catari, rifiutavano il culto della croce, ritenendo inconcepibile che il pezzo di legno su cui suo Figlio era stato ucciso fosse caro a Dio e fornivano un'interpretazione allegorica delle parole di Cristo con cui era stata istituita l'Eucaristia.

I libri a cui più facevano riferimento erano i Vangeli, non solo quelli canonici, che anzi ritenevano essere stati alterati dalle falsificazioni di san Giovanni Crisostomo e degli altri Padri della Chiesa ortodossa, ma soprattutto gli apocrifi che trasmisero loro la tradizione dualista, latente nell'Impero e vicina al monacheismo ortodosso, che spesso forniva un nascondiglio e un rifugio sicuro per gli eretici.

Ritenevano di essere i discendenti degli apostoli e come tali unici depositari della verità evangelica.

La profonda ostilità per le dottrine e le pratiche dell'ortodossia bizantina è evidenziata dal netto rifiuto alla liturgia ortodossa: all'insieme delle preghiere e dei salmi veniva sostituita la semplice recitazione del Padre Nostro, considerata l'arma più potente contro Satana, ripetuto quattro volte di giorno e quattro di notte; la liturgia battesimale era rimpiazzata dalla sola imposizione delle mani.

Era vietato ogni tipo di contatto con la carne: il matrimonio e la procreazione erano rifiutati dagli adepti all'eresia perché attraverso il coito si perpetuava il mondo materiale di Satana.

La loro ripugnanza era tanto forte che avevano l'abitudine di sputare e tapparsi il naso ogni volta che incrociavano un bambino in età da battesimo.

I fedeli non potevano inoltre mangiare animali, anch'essi frutto del coito, e digiunavano nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì.

Anche bere vino era vietato: la distribuzione di vino da parte del Cristo alle nozze di Cana era considerata una mistificazione e come tale era ignorata.