Cherubini

Il nome corrisponde a quello dei karibu babilonesi: geni dalla forma mezzo umana, mezzo animale, che vegliavano alla porta dei templi e dei palazzi.

Secondo le descrizioni bibliche e l'iconografia orientale, i cherubini sono sfingi alate.

Nel tempio di Gerusalemme inquadrano l'arca ( 1 Re 6,23-28 ).

Appaiono nel culto di Jahvè solo a partire dal soggiorno dell'arca a Silo, dove si dirà che Jahvè « siede sui cherubini » ( 1 Sam 4,4; 2 Sam 6,2; 2 Re 19,15; Sal 80,2; Sal 99,1 ) o « cavalca i cherubini » ( 2 Sam 22,11; Sal 18,11 ).

In Ez 1 e Ez 10 tirano il carro di Dio.

I cherubini non esistevano nel culto del deserto.

Quelli del tempio di Salomone sono scomparsi con l'arca.

Nel tempio postesilico, due piccole figure di cherubini sono state attaccate al coperchio o propiziatorio.

Es 25,18

Questi animali ricordano i karibu assiri ( il cui nome corrisponde a quello dei cherubini dell'arca, Es 25,18+ ), esseri dalla testa umana, corpo di leone, zampe di toro e ali d'aquila, le cui statue custodivano i palazzi di Babilonia.

Questi servi di dei pagani sono qui legati al carro del Dio di Israele: vivace espressione della trascendenza di Jahvè.

I « quattro viventi » dell'Apocalisse ( Ap 4,7-8 ) riprendono le caratteristiche dei quattro animali di Ezechiele.

La tradizione cristiana ne ha fatto i simboli dei quattro evangelisti.

Ez 1,10