Chiostro
Dal latino claustrum, che, derivato dal verbo clàudere, è collegato con clausura e con clavis, clavus, che indicavano la "serratura", spesso costituita inizialmente da un chiodo. Nel primo monachesimo, cenobitico, denotò la cinta esterna del monastero, che i monaci non potevano oltrepassare senza l'autorizzazione dell'abate, mentre poi designò un cortile interno, cinto da portici, sul quale davano i vari ambienti in cui si svolgeva la vita della comunità e che facilitava il passaggio da un luogo all'altro. Era abitualmente di forma quadrata o rettangolare ed aveva in mezzo un pozzo o una cisterna per le abluzioni: venne poi adottato anche a fianco delle cattedrali ad uso dei canonici. L'architettura, nella successione dei vari stili, li ha spesso elevati a squisiti capolavori. Le frequenti pitture murali, che illustravano pagine bibliche o episodi della vita dei santi, ed i capitelli con figure simboliche ricche di suggestioni immergevano il raccoglimento meditativo in un'atmosfera di mistica elevazione: il monaco in quella "chiusura" raggiungeva un'immensa apertura e libertà spirituale. Quel silenzio avviava all'essenza delle cose. |