Movimenti

… Ecclesiali

Con l'espressione "movimenti ecclesiali" si intendono quelle aggregazioni di fedeli che operano all'interno della Chiesa e della società, mettendosi al servizio del Vangelo e tendendo a rendere la società più fraterna e solidale con una convinta testimonianza cristiana.

"Movimento" è un termine usato in senso lato.

Più precisamente si tende oggi nel linguaggio ecclesiale a distinguere fra associazioni, movimenti, gruppi.

Le associazioni sono quelle aggregazioni che hanno una struttura organica, di carattere istituzionale; per esempio, l'Azione Cattolica e l'AGESCI ( guide e scouts ).

I gruppi sono aggregazioni di dimensioni assai ridotte, caratterizzate da spontaneità di adesione e da grande libertà di configurazione.

I movimenti sono invece propriamente quelle realtà aggregative nelle quali l'elemento unificante, più che una struttura istituzionale, è l'adesione vitale ad alcune idee-forza e a uno spirito comune: per esempio, Comunione e Liberazione, i focolarini, i neocatecumenali.

Vi sono anche movimenti di apostolato familiare, missionari, di "rinnovamento nello Spirito".

Alcuni movimenti incentrano il loro interesse su iniziative e attività di carattere prevalentemente religioso ( revisione di vita attorno alla Parola di Dio, rinnovamento della liturgia e della catechesi ); altri invece cercano un'integrazione più diretta tra fede e politica, tra Vangelo e impegno cristiano nel mondo.

Ci sono poi gruppi e movimenti che, appellandosi al pluralismo delle opzioni teologiche e politiche, sono impegnati fortemente nel sociale, a volte in atteggiamento critico nei confronti della Chiesa "istituzionale".

L'aggregarsi dei fedeli laici nella Chiesa ha assunto negli ultimi decenni del '900 carattere di particolare varietà e vivacità.

Movimenti sono nati spesso attorno a un leader e fanno riferimento alla sua esperienza di fede e di spiritualità e al suo insegnamento.

Chi aderisce si mette in cammino insieme, in un itinerario di conversione a Cristo, le cui tappe e modalità vengono scoperte a poco a poco, nel confronto con la Parola di Dio e nell'aiuto fraterno da parte della comunità.

Questo aggregarsi dei fedeli è un diritto riconosciuto, che trova il suo primo fondamento nella natura sociale della persona umana e quello specifico nella condizione battesimale.

Le aggregazioni dei fedeli hanno il luogo proprio di nascita, di crescita e di azione nella Chiesa, devono perciò esprimerne le note più caratteristiche.

"Ecclesialità" significa sapere di appartenere alla Chiesa, sapere di "essere Chiesa" e avere il "senso della Chiesa".

Il magistero recente ( esortazione apostolica Christifideles laici, v. ) ha fornito alcuni criteri di ecclesialità per le aggregazioni e i movimenti:

il primato dato alla santità;

la responsabilità di confessare la fede cattolica, accogliendo e proclamando la verità su Cristo, sulla Chiesa e sull'uomo;

la testimonianza di una comunione salda e convinta con il papa e con i vescovi;

la conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa ( l'evangelizzazione, la santificazione, la formazione cristiana della coscienza );

l'impegno di una presenza nella società umana che si ponga al servizio della dignità integrale dell'uomo.

Si insiste inoltre sulla necessità di evitare di radicalizzare la propria esperienza spirituale nel movimento, quasi si trattasse di una posizione di privilegio o di qualcosa di irripetibile con altre modalità.

I doni dello Spirito sono infatti molto più ricchi di quanto possa essere rappresentato da un'esperienza spirituale in un movimento ecclesiale; deve pertanto esserci la disponibilità alla collaborazione e al dialogo, per la comune edificazione.

Movimento cattolico

Il complesso di movimenti e di organismi sviluppatisi nel cattolicesimo europeo, a partire dalla metà del sec. XIX, in risposta alle trasformazioni politiche e sociali frutto delle rivoluzioni liberal-borghesi, che implicavano la secolarizzazione ( v. ) della vita civile.

L'organizzazione

La nascita di uno specifico movimento cattolico laicale, diverso dalle tradizionali forme di aggregazione di laici nella Chiesa ( confraternite, pie unioni, terz'ordini religiosi ), fu effetto della spaccatura verificatasi nel sec. XIX tra la Chiesa cattolica e il corso storico della modernità.

La critica maturata nella corrente intransigente a fronte degli sconvolgimenti della tradizione condusse all'idea di reagire creando organizzazioni cattoliche che, nei nuovi spazi pubblici che via via si aprivano ( per la crescente libertà di opinione, di riunione, di stampa ), sostenessero le ragioni della Chiesa e del cattolicesimo.

L'attiva opposizione ai movimenti rivoluzionari e socialisti e all'anticlericalismo moderni era condotta con le armi specificamente "moderne" dell'organizzazione e della mobilitazione delle masse.

Ragioni spirituali, con la scoperta di un cattolicesimo più vissuto e cosciente rispetto a quello tradizionale, si intrecciavano quindi con scelte tipicamente politiche.

Le battaglie delle origini del movimento furono soprattutto legate all'istruzione religiosa nella scuola, al regime giuridico del matrimonio religioso, alla difesa delle congregazioni religiose, alla tutela delle libertà comunali e corporative.

I diversi cammini nazionali

In Italia le prime organizzazioni intransigenti nacquero dopo l'Unità e si consolidarono in modo confederale nell'Opera dei Congressi ( v. ) nel 1874.

Il carattere inizialmente antiliberale del movimento venne reso più spiccato dall'opposizione politica causata dalla "questione romana" ( v. ) e dal sostanziale rifiuto della Santa Sede di riconoscere il nuovo Stato unitario italiano.

Anche il movimento cattolico francese ebbe un acceso carattere di opposizione, spesso legato ai circoli legittimisti monarchici soprattutto dopo la caduta del Secondo Impero ( 1870 ), almeno fino all'avvicinamento alla Terza repubblica promosso da Leone XIII.

Inoltre stentò a trovare un'organizzazione unitaria, imperniandosi su varie esperienze ( Opera dei Circoli Cattolici Operai, Associazione Cattolica della Gioventù Francese, associazioni sindacali e professionali ).

Diverso il caso della Germania, dove il forte radicamento nelle regioni a maggioranza cattolica di un Vereinkatholizismus ( cattolicesimo delle unioni ), periodicamente raccolto a congresso ( Katholikentage, giornate cattoliche ), riuscì a opporsi alla politica anticattolica del cancelliere Bismarck, mostrando una marcata propensione a costruire esperienze sociali complete, una sorta di società alternativa.

Di questa base sociale fu espressione anche un partito cattolico, il Zentnim, che assunse la bandiera della difesa degli interessi confessionali.

Fenomeni di forte intreccio del movimento cattolico alle cause nazionali si ebbero in Irlanda e Polonia, ma anche in Belgio, dove le espressioni politiche del movimento cattolico parteciparono fin dalle origini, assieme ai liberali, al processo costitutivo del nuovo Stato.

Gli sviluppi sociali e politici

Soprattutto a partire dal pontificato di Leone XIII ( 1878-1903 ) il movimento cattolico conobbe ampi sviluppi sul piano sociale.

La viva coscienza di una "questione sociale", nata dalle trasformazioni industriali, indusse molti cattolici a sviluppare la protesta antimoderna scendendo sul piano delle concrete condizioni delle popolazioni.

Si sviluppavano così intuizioni già presenti in vari pionieri del primo '800: gli statunitensi Knights of labor ( cavalieri del lavoro ), W.E. von Ketteler in Germania, F. Ozanam e A. Melun in Francia.

Si usciva da un'ottica di vertice, legata ai rapporti Chiesa-Stato, per cercare di affermare una società alternativa, ispirata da valori cattolici, attraverso organismi di cooperazione, mutualismo, istruzione, credito popolare.

Diffusa in molti Stati europei, questa rete di esperienze cattolico-sociali assunse una forte impronta concorrenziale rispetto al socialismo e si sviluppò gradualmente dai modelli paternalistici, che idealizzavano il passato corporativo ( ancora presenti nelle visioni di S. Medolago Albani, A. De Mun o K. Vogelsang ), fino all'assunzione del concetto di autotutela delle classi popolari e quindi anche del metodo sindacale.

Sull'onda di questa evoluzione, anche sul piano politico si procedette a forme di partecipazione segnate non più solo da volontà di difesa confessionale, ma dispiegate attorno a un programma politico complessivo ( come, per esempio, la prima democrazia cristiana ).

La distinzione degli impegni e la pluralità delle organizzazioni

All'inizio del sec. XX si fece più chiara nel movimento cattolico la distinzione tra una serie di organismi dediti specificamente alla formazione religiosa e all'apostolato dei laici nella Chiesa ( come l'Azione Cattolica, v. ), legati in modo ufficiale alla gerarchia ecclesiastica, e il complesso delle attività sociali e politiche dei cattolici, che assunsero progressivamente forme autonome e aconfessionali.

Questa dinamica, unita alle crescenti divaricazioni tra le diverse correnti di cattolici attorno alle scelte sociali e politiche, rese sempre più difficile parlare di un "movimento cattolico" organicamente unitario.

In Italia la svolta avvenne con il definitivo inserimento nello Stato dei cattolici dopo la prima guerra mondiale: da allora il concetto di movimento cattolico ha assunto un significato molto più generico, riferendosi quasi solo alla comune ispirazione che collega i cattolici impegnati in diverso modo e in varie forme nella società.

v. Dottrina sociale della Chiesa cattolica; Politica e cristianesimo

Magistero

Così « dal primo momento che è venuto lo Spirito Santo, il giorno stesso della sua venuta, incominciarono a muoversi le acque: cominciò un movimento nella Chiesa ».

Lo Spirito, dunque, « muove ma alla fine crea anche l'unità armoniosa fra tutti ».

Meditazione Francesco
8-5-2015

Questo è molto importante perché le soluzioni reali alle problematiche attuali non verranno fuori da una, tre o mille conferenze: devono essere frutto di un discernimento collettivo che maturi nei territori insieme con i fratelli, un discernimento che diventa azione trasformatrice "secondo i luoghi, i tempi e le persone"

Discorso Francesco
5-11-2016

Concilio Ecumenico Vaticano II

Biblico: suo contributo al … ecumenico Unitatis redintegratio 6
Ecumenico: oggi Unitatis redintegratio 1
definizione, fine, caratteristiche, doveri della Gerarchia e dei cattolici Unitatis redintegratio 3
  Unitatis redintegratio 4
ne è ragione l'accresciuta fedeltà della Chiesa alla sua missione Unitatis redintegratio 6
ne è anima la conversione del cuore Unitatis redintegratio 8
Liturgico: suo contributo al … ecumenico Unitatis redintegratio 6

Compendio della dottrina sociale

Movimenti di solidarietà dei lavoratori 308
Convivenza, valori spirituali e movimenti 386
Governi e Movimenti per i diritti dell'uomo 443
Ambiente e Movimenti ecologisti 463
Cristiani, Movimento e difesa della persona 538
Movimenti e formazione dei fedeli laici 549
Dottrina sociale e ruolo dei Movimenti 549