Pataria

Corrente di riforma spirituale sviluppatasi verso la metà del sec. XI a Milano e a Firenze, soprattutto tra i ceti popolari cittadini.

A Milano i patarini si opponevano agli ecclesiastici locali, che rivendicavano spazi di autonomia rispetto alla sede romana.

Finirono quindi per sostenere l'indirizzo di riforma di papa Gregorio VII ( v. ), avverso fra l'altro all'investitura laica e al concubinato del clero.

L'azione di Gregorio VII era stata preparata dall'ascesa al papato ( 1061-1073 ) di Anselmo da Baggio ( Alessandro II ), che aveva guidato la pataria milanese, prima di diventare vescovo di Lucca.

Quando nel 1071 l'imperatore Enrico IV investì un nuovo arcivescovo a Milano, i patarini lo rifiutarono, ottenendo dal papa un nuovo arcivescovo, eletto canonicamente.

A Firenze un gruppo analogo osteggiò l'elezione simoniaca dell'arcivescovo Pietro Mezzabarba.

I patarini dunque rivestirono notevole importanza nelle strategie della "Chiesa gregoriana", ma insieme anche nel flusso che intendeva riportarsi alle originali sorgenti evangeliche.

Più tardi l'appellativo patarino venne applicato a correnti pauperistiche, le cui rivendicazioni, giudicate eterodosse, furono combattute sia dalla Chiesa che dall'Impero.