Spiritualità

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Con il termine "spiritualità" si intendono le modalità attraverso le quali un credente o un gruppo di credenti esprimono la loro fede in un dato tempo.

L'unico evangelo è stato incarnato e predicato nel corso della storia con accentuazioni diverse in risposta ai bisogni del tempo e alla sensibilità umana e spirituale dei singoli credenti.

I vari tipi di spiritualità cristiana

Sono stati suggeriti diversi criteri in base ai quali classificare le diverse spiritualità; le si può suddividere in base a un criterio etnico-geografico ( spiritualità russa, fiamminga, francese ecc. ), o in base a un criterio storico-cronologico ( spiritualità medievale, moderna ecc. ), o ancora in base al criterio dei grandi fondatori di ordini religiosi ( spiritualità agostiniana, benedettina ecc. ).

A volte si sono proposte suddivisioni ulteriori: quella che tiene conto delle diverse condizioni di vita ecclesiale ( laicale, religiosa, presbiterale ) o delle differenti professioni ( spiritualità dei medici, degli insegnanti ecc. ).

Ma è chiaro che un'eccessiva specializzazione conduce alla disintegrazione della spiritualità.

Il concilio Vaticano II ha parlato di "un'unica santità" a cui sono chiamati i credenti "ognuno secondo i propri doni e uffici" ( Lumen gentium, 41 ) e ha inteso riportare l'accento sull'essenza della spiritualità cristiana, che deve rimanere una e inalterabile pur nella diversità dei doni dello Spirito.

L'essenza della spiritualità cristiana

Nei tempi odierni la vita di fede ha sentito l'influenza delle scienze umane, in particolar modo della psicologia, delle ricerche spirituali di religioni non cristiane, dei cammini di liberazione di alcuni popoli oppressi.

L'odierno ritorno al religioso deve essere oggetto di attento discernimento; a volte esso risponde a un bisogno religioso dell'uomo che non ha nulla a che fare con la fede in Gesù Cristo.

A volte la vita spirituale è stata minimizzata per essere trasformata in morale sociale; si è operata una riduzione della fede a un piano etico, al punto che spesso le comunità cristiane sono impegnate nel sociale, ma non si preoccupano della trasmissione della fede e del cammino spirituale dei credenti.

Si pone così l'urgenza di ritornare alle sorgenti della spiritualità cristiana, di ridare senso alle parole della fede spesso svuotate o ridotte a veicoli di ipocrisia: "Quello che ci ha giustificati è la fede in Gesù Cristo" ( Gal 2,15-16 ).

La fede del credente si innesta nella fede di Cristo, per riscoprire il senso di essere cristiani, cioè appartenenti a Gesù Cristo.

La grande opera richiesta al battezzato è la fede.

Prima di qualsiasi accentuazione dell'uno o dell'altro aspetto della vita spirituale si ripropone con forza il ritorno "alla spiritualità del battesimo", il ridare il primato alla fede nella vita concreta, alimentare la vita di fede con la perseveranza nell'ascolto della Parola, nella preghiera, nell'eucaristia e nella comunione fraterna ( At 2,42 ) per portare i frutti dello Spirito: amore, gioia, pazienza ( Gal 5,22 ).

Il battezzato diviene così "partecipe della vita divina" ( 1 Pt 1,4 ), lascia operare in sé il Signore, perché poco per volta muoia l'uomo vecchio ed egli possa fare sue le parole di Paolo: "Ormai non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me" ( Gal 2,20).

Magistero

Tutto questo ci fa pensare che il primo nostro contatto, sensibile o spirituale, con Dio non è normalmente destinato a suscitare impressione di meraviglia divertita, e neppure di pacifica gioia; e ci avverte che se davvero vogliamo entrare nella sfera religiosa noi dobbiamo passare attraverso emozioni, sentimenti, atti di profondo sconvolgimento interiore.

Catechesi Paolo VI
16-1-1974

Catechismo della Chiesa Cattolica

Una nube di testimoni 2684
La meditazione 2705