Vetrate

Composizioni figurative ottenute accostando vetri colorati in modo da realizzare una finestra o comunque un'apertura nella parete dell'edificio sacro.

La tecnica, già conosciuta in precedenza, venne formalizzata nel XII sec. dal monaco Teofilo nella Schedula diversarum artium: il progetto figurativo viene tracciato su una tavola lignea sulla quale si stendono lastre di vetro colorato per essere tagliate nei frammenti necessari a comporre l'immagine finale; i pezzi così ottenuti vengono profilati con il piombo e incastonati nel telaio della finestra.

Le vetrate acquistano rilievo grandissimo in età gotica, quando, nelle intenzioni dell'abate Sugier, la cattedrale deve trarre la sua unità dall'illuminazione, capace di armonizzare membrature e spazi dell'edificio.

La luce costituisce argomento tra i più importanti nella considerazione dell'edificio gotico, in quanto attorno a essa si sviluppa una vera e propria estetica che, raccogliendo le proposizioni dello Pseudo Dionigi l'Areopagita, secondo il quale la luce sarebbe una metafora della divinità, ritenne che le vetrate potessero suscitare un'intensa esperienza spirituale, in grado di innalzare il fedele alla contemplazione del trascendente.