Meditazioni per le domeniche dell'anno

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MD 17

I Domenica di Quaresima
( Mt 4,1-11 )

La tentazione

1 Il Vangelo odierno fa notare che Gesù andò nel deserto.

Non dice che ci andò per appartarsi dalla compagnia degli uomini o per pregare, ma per essere tentato, per farci capire che il primo passo da fare, quando vogliamo darci a Dio, è abbandonare il mondo per disporci a combatterlo e, assieme a lui, combattere i nemici della nostra salvezza.

Ma - dice S. Ambrogio - più ci ritiriamo, più dobbiamo aspettarci di essere tentati e sottoposti a difficili prove.

Anche il Saggio ce ne avverte: Chi s'impegna a servire il Signore, si prepari alla tentazione ( Sir 2,1 ).

Essa è però molto vantaggiosa, perché è uno dei mezzi migliori di cui possa servirsi per distaccarsi completamente dal peccato e dall'affetto per esso.

Avete sempre creduto che, per darvi completamente a Dio, dovevate essere disposti a subire la tentazione, e allora perché sorprendervi quando essa arriva?

In avvenire, fate in modo di essere sempre preparati a riceverla, per poterne ricavare il frutto che Dio pretende ricavare da voi.

2 Il motivo che deve spingere un'anima, che appartiene veramente a Dio, a essere sempre preparata alla tentazione, è che la vita dell'uomo sulla terra è una tentazione come dice Giobbe, o, secondo la Volgata, un continuo combattimento ( Gb 7,1 ).

Quest'anima può quindi concludere che se Dio vuole che sia tentata in questo modo, è perché deve continuamente combattere contro il demonio, le sue passioni e le sue inclinazioni, che le faranno sempre guerra, finché sarà in vita.

Perciò san Girolamo afferma che è impossibile che la nostra anima non sia tentata in questa vita e che, se persino Gesù Cristo nostro Salvatore è stato tentato, nessun uomo può sperare di attraversare il mare tempestoso della vita, senza essere provato dalla tentazione.

Siete sempre disposti a combattere contro il demonio e anche contro voi stessi?

Da quando vi siete ritirati dal mondo, state sempre in guardia contro voi stessi, com'è necessario fare?

Siete provvisti di quanto è necessario per resistere al demonio e per non cedere ai piaceri dei sensi?

Convincetevi che è una grande sventura non essere provati dalla tentazione, perché sarebbe un segno che non siamo capaci di superare neanche noi stessi e che ci lasceremo vincere facilmente dalle passioni.

3 L'Angelo che aveva accompagnato il giovane Tobia, disse al padre che gli era caro a Dio, e proprio per questo era stato provato dalla tentazione ( Tb 12,13 ).

Convincetevi che questo genere di prove è necessario, perché è la prova giusta che vi procurerà grazie abbondanti.

Non dovete però credere - ci suggerisce San Giovanni Crisostomo - che quando siete tentati, Dio vi abbia abbandonato; al contrario, questa è una delle più grandi prove che possiate avere dell'interesse particolarissimo che Dio ha per la vostra salvezza, perché vi dà l'occasione di combattere e di allearvi nella pratica della virtù e di consolidarvi in essa.

Si può, infatti, e in modo quasi insensibile, acquistare una virtù sublime solo se si resta sempre saldi e inflessibili nella pratica di essa, nonostante le forti tentazioni che ci assalgono.

Considerate quindi una grande sventura non essere tentati: potrebbe significare che Dio ci disapprova e ci abbandona, perché Dio tratta severamente quelli che ama ( Ap 3,19 ) e si compiace a vederli tentati come lo furono Giobbe e Tobia, due dei suoi servi più fedeli.

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