Meditazioni per le domeniche dell'anno

Indice

MD 21

Domenica di passione
( Gv 8,46-59 )

Con quale spirito dobbiamo ascoltare e ricevere le parole dei Superiori

1 Gesù Cristo ha mille ragioni di lamentarsi, nel vangelo odierno, degli Ebrei, perché essi non credevano alle sue parole, benché dicesse loro la verità ( Gv 8,46 ) e parlasse come suo Padre gli aveva insegnato ( Gv 7,16 ); il che sta a dimostrare che essi non lo riconoscevano come Figlio di Dio.

Lo stesso lamento potrebbe farsi a proposito di molti religiosi che non hanno fiducia nei loro Superiori perché non li considerano come rappresentanti di Dio; essi non profittano quindi dei loro avvertimenti e non eseguono fedelmente i loro ordini.

Per rimediare a questo difetto, che potrebbe avere funeste conseguenze, è necessario che chi vive sotto la guida di un Superiore, creda alle sue parole come a quelle di dio.

È Gesù che lo esige nel santo Vangelo, quando nella persona degli Apostoli, dice a chi ha responsabilità degli altri: chi ascolta voi, ascolta me ( Lc 10,16 ).

Dovete essere convinti che il Superiore è il ministro di Gesù Cristo, che Dio agisce in lui e lo fa parlare e che le sue parole sono la verità stessa, dato che la imparate da lui.

Se avete avuto sempre questa disposizione d'animo, avreste obbedito con fede e semplicità alle disposizioni e agli ordini dei Superiori e non avreste esitato neanche un istante ad eseguire i loro avvertimenti e i loro comandi.

Confessate dunque che se avete mancato nei loro riguardi, è avvenuto proprio perché non li avete considerati come rappresentanti di Dio e non avete accettato le loro parole come parole di Dio.

2 I religiosi non solo debbono credere alle parole dei loro Superiori, debbono anche ascoltare con rispetto e umiltà.

Debbono mettersi nella stessa disposizione di animo con cui i figli bennati ascoltano le parole del proprio padre, in modo che Gesù non debba rivolgere loro lo stesso rimprovero che, come leggiamo nel Vangelo odierno, fece ai Giudei: è perché non sono nati da Dio che non ascoltano le sue parole; perché chi è nato da Dio ascolta le parole di Dio.

Se i religiosi hanno davvero lo Spirito di Dio, ascoltano volentieri le parole del Superiore, perché riconosceranno nel suo linguaggio, il linguaggio di Dio.

Si persuaderanno che la verità di Dio è in lui, e che egli non parla di sua iniziativa, ma che lo fa perché è mosso dallo Spirito di Dio ( Lc 10,16 ), che debbono ascoltare in lui, come afferma Gesù nostro Signore.

È così che ascoltate i vostri Superiori?

Non sindacate talvolta ciò che dicono?

Non accogliete in voi pensieri contrari a ciò che vi consigliano o vi ordinano?

Se avviene così, ingiuriate Dio nella loro persona.

3 Siete anche obbligati a seguire con docilità le opinioni e gli ordini dei Superiori, perché - come afferma san Giovanni - se osserviamo i comandamenti di Dio, possiamo avere la certezza di conoscere Dio ( 1 Gv 2,3 ).

Ugualmente, il segno più chiaro che possiate avere per riconoscervi fedeli sudditi dei vostri Superiori, è eseguire con prontezza e con esattezza, non solo gli ordini che vi danno, ma tutto ciò che vi dicono, anche se si tratta di un semplice parere.

Aggiunse S. Giovanni: chi pretende di conoscere Dio e non osserva i suoi comandamenti è un bugiardo e la verità non è in lui ( 1 Gv 2,4 ); così è di chi non esegue gli ordini del suo Superiore.

Costui, infatti, teoricamente riconosce in chi parla il suo Superiore, ma in pratica non lo ritiene tale, perché se vuole dimostrare che è veramente ai suoi ordini, invece non lo fa.

Ne abbiamo la conferma sempre in San Giovanni: ciò che dimostra che noi siamo in Dio è l'osservanza della sua parola ( 1 Gv 2,5 ).

Giudicate, da queste parole, come dovete comportarvi riguardo a ciò che vi dice il Superiore.

Indice