Meditazioni per le principali feste dell'anno

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MF 186

San Marcello vescovo di Parigi ( 436 )
3 novembre; non figura più nel nuovo calendario

1 I genitori di san Marcello, che erano virtuosi, si presero grande cura della sua educazione; il ragazzo a sua volta aveva buone disposizioni per cui, in poco tempo, acquistò una grande pietà che lo fece stimare da tutti, e aumentò la sua reputazione.

È molto vantaggioso ricevere una buona educazione perché, con grande facilità, si acquistano molte virtù.

Le inclinazioni dei giovani, infatti, possono essere facilmente plasmate ed essi, senza molta fatica, possono ricevere le impressioni che si vogliono dare loro.

Considerate quanto è importante l'impegno che dovete mettere nell'educare bene i vostri alunni e nell'inculcare loro la pietà.

È questo il principale oggetto e il fine della vostra missione.

Convincetevi che riuscirete in questo scopo; che sarete graditi a Dio e che egli verserà sulle vostre fatiche abbondanti benedizioni, solo se metterete in cima ai vostri pensieri l'educazione dei vostri alunni.

Il fastidio che potreste averne contribuirà a renderli docili e sottomessi ai propri genitori e a chi li sostituisce; li renderà modesti e riservati nel contegno esteriore e pii in chiesa, verso Dio, verso le cose sante e tutto ciò che riguarda la Religione.

2 Questo Santo ebbe tanta umiltà, modestia e gravità che il vescovo di Parigi l'ammise nel suo clero, solo in considerazione delle virtù che risplendevano in lui.

entrato a far parte del clero, divenne subito un edificante esempio per gli altri chierici.

Tutti lo consideravano il loro modello e il Vescovo lo ordinò sacerdote, nonostante le sue proteste, perché si credeva indegno di questo onore e dell'eminenza del sacro carattere.

Il vostro ministero si avvicina più di qualsiasi altro al sacerdozio.

S'è detto prima che fu soprattutto la sua vita straordinariamente virtuosa che ottenne a san Marcello la consacrazione sacerdotale; anche voi entrando a far parte della vostra congregazione, dovete avere una pietà non comune, che vi faccia distinguere dal resto degli uomini.

Senza di essa vi sarà difficile compiere degnamente il vostro ministero che è stato istituito appunto per procurare lo spirito di religione e del cristianesimo a quelli che istruite.

raggiungerete questo scopo, solo se lavorerete saldamente alla santificazione di voi stessi.

3 La santa vita di Marcello gli procurò altri onori: morto il Vescovo, fu scelto per occupare la cattedra arcivescovile di Parigi.

Fu in una carica così illustre ma che presentava tante difficoltà che Marcello rivelò quanto grande fosse il suo zelo per la salvezza delle anime.

Per santificare il suo gregge usò tutte le doti di natura e di grazia che Dio gli aveva dato.

Non smetteva mai di pregare, anche nelle ore notturne, per disporre gli uni a convertirsi e per attirare su gli altri le grazie necessarie per fortificarsi nella pratica del bene e per progredire nella via della virtù.

Si potrebbe affermare che, in un certo senso, ognuno di voi è un vescovo perché siete sorveglianti del gregge che Dio vi ha affidato ( At 20,28 ) e, di conseguenza, siete obbligati a vegliare su quelli che lo compongono, perché dovete rendere conto a Dio delle loro anime ( Eb 13,17 ).

Pensate talvolta, davanti a Dio, a quanto è terribile questo compito?

L'anima di ognuno dei vostri alunni è infinitamente cara a Dio e se qualcuno si perde per colpa vostra egli vi domanderà conto anima per anima ( Dt 19,21; Ez 22,14 ) : l'ha detto e lo farà.

Vi capiterà di avere in classe due tipi di ragazzi da istruire; i primi sono libertini e portati a fare il male; i secondi sono buoni o almeno sono inclini a compiere il bene.

Pregate continuamente per gli uni e per gli altri, seguendo l'esempio di san Marcello: è ovvio che dovete pregare più ferventemente per quelli che sono facilmente preda delle cattive inclinazioni; cercate però di confermare e conservare anche i buoni nella pratica del bene.

Fate in modo che le vostre premure e le vostre più ferventi preghiere arrivino a guadagnare a Dio l'anima di chi è portato al male.

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