Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Sulla donna che soffriva perdite di sangue

1 - Nel campo di Dio dobbiamo essere frumento
2 - Che cosa simboleggia l'emorroissa e la sua malattia
3 - Vestito del Signore sono gli Apostoli; orlo è Paolo

1 - Nel campo di Dio dobbiamo essere frumento

… la Chiesa di Dio, la Chiesa santa, di cui egli è il capo.

Se infatti egli è il capo, noi siamo il corpo; purché siamo tali da soffrire tribolazioni da parte delle folle, ma non procuriamo afflizione al Signore.

Un gran numero di persone accorrono alla Chiesa diffusa in tutto il mondo, tutti i popoli credono; ma tra tutti i popoli una parte opprime, l'altra è oppressa; quella oppressa, tollera; quella che tollera, riceverà la ricompensa, giungendo al frutto della tolleranza, di cui parla il Signore nel Vangelo: produce frutto con la tolleranza. ( Lc 8,15 )

In effetti quella è la parte dei buoni cristiani diffusa dappertutto, poiché è frumento ed era necessario che il frumento fosse seminato in tutto il campo, cioè in tutto il mondo - poiché il Signore chiamò campo il mondo. ( Mt 13,18 )

Dice però che sono frumento i suoi fedeli che si accostano a Dio col cuore, non solo con le labbra; al contrario annovera tra quelli che sono paglia e zizzania tutti gli altri che si avvicinano a Dio ma non con il cuore.

In tutto il campo o in tutta l'aia v'è l'uno e l'altra, cioè il grano e la paglia; ma la parte maggiore è la paglia, quella del grano è minore ma più consistente, è minore ma più pesante, minore ma più preziosa; per essa si affrontano fatiche, per tenerla al sicuro ci si preoccupa; ad essa è preparato il granaio, non il fuoco.

Nessuno dunque si congratuli con se stesso perché entra tra queste pareti; richiami alla propria mente l'intenzione [ con cui entra ], interroghi il proprio cuore; sia giudice assai severo di se stesso, affinché sperimenti Dio come padre misericordioso; non si lusinghi, si giudichi con imparzialità; sieda nel tribunale del proprio spirito; adoperi come carnefici della propria coscienza i timori, confessi a Dio chi egli sia; se si vede come frumento, si lasci opprimere, triturare, abbia la pazienza, non sia ansioso per il fatto d'esser mescolato con la paglia: può essere paglia con lui nell'aia, ma non sarà paglia nel granaio.

2 - Che cosa simboleggia l'emorroissa e la sua malattia

Orbene, poiché, fratelli amatissimi, lo abbiamo detto, cerchiamo di appartenere alle membra di Colei della quale quella donna era figura.

Ma la Carità vostra desidera sapere di chi era figura quella donna; ebbene, diciamo ch'essa era prefigurazione della Chiesa proveniente dai pagani; poiché veramente il Signore si recava a guarire la figlia di un capo-sinagoga.

La figlia del capo-sinagoga è simbolo del popolo giudaico; in realtà il Signore era andato solo ai giudei, come dice egli stesso: Sono stato mandato solo alle pecore sperdute della casa d'Israele. ( Mt 15,24 )

Così, per esempio, egli si recava dalla figlia del capo-sinagoga.

Essa allora arrivando da non so dove quasi inaspettatamente, senz'essere conosciuta perché non conosceva, toccò il Signore con la fede, dicendo: Se riuscirò a toccare solo l'orlo del suo vestito, sarò salva. ( Mt 9,21 )

Lo toccò e fu salva. Essa aveva una malattia abominevole: una perdita di sangue.

Tutti infatti inorridiscono al sentir parlare di questa malattia, o nel soffrirla; se dunque si spaventano della perdita di sangue nel corpo, cerchino di non patirla nel cuore.

È una malattia da evitarsi piuttosto nel cuore.

Ma non so in qual modo si dileguò la perversità dell'anima abitatrice quando si rivolse al suo abitacolo.

Il padrone della casa vuole sia guarita l'emorragia del corpo, cioè l'anima vuole sia guarito il corpo, così come uno che vi abita vuole risanare la stessa casa, cioè se stesso.

A che serve una casa di marmo, fornita di soffitti, dove il padre di famiglia non è sano?

Ma che ho detto? A che serve un corpo sano e incolume, quando l'anima è malata ed abita quel corpo?

Pertanto la perdita di sangue riguardo all'anima è la dissolutezza; allo stesso modo che gli avari sono simili agli idropici - poiché bramano bere - così i dissoluti sono simili a una perdita di sangue.

Gli avari infatti soffrono per la loro bramosia, i dissoluti per lo sperpero [ dei loro beni ]: da una parte è la brama, dall'altra la dissolutezza; l'una e l'altra però uccidono.

È necessario avere il medico che venne per curare le malattie dell'anima; ma volle guarire le malattie del corpo per mostrarsi salvatore dell'anima, perché è il creatore dell'uno e dell'altra.

Non è infatti vero che egli sia creatore dell'anima e non del corpo; ecco perché volle ammonire l'anima perché fosse guarita interiormente.

Ecco perché curò il corpo: l'anima nel corpo era attenta in modo da desiderare che si effettuasse nel suo intimo ciò che vedeva all'esterno effettuato da Gesù.

Che cosa aveva fatto Dio? Aveva guarito la perdita di sangue, il lebbroso, il paralitico.

Queste sono tutte malattie dell'anima.

Aveva guarito lo zoppo e il cieco: poiché zoppica chiunque non cammina dritto nella via della vita ed è cieco chi non crede in Dio; il dissoluto poi soffre perdite di sangue, ed è coperto dalle macchie della lebbra chiunque è volubile e bugiardo.

È necessario quindi che guarisca l'interno colui che guarì l'esterno, perché si facesse desiderare per guarire l'interno.

3 - Vestito del Signore sono gli Apostoli; orlo è Paolo

Quella donna soffriva dunque di perdite di sangue e viene guarita dalle passioni carnali, poiché perdeva tutte le sue forze; allo stesso modo l'anima correndo sempre dietro ai desideri carnali sperpera tutte le sue forze.

Quella donna inoltre aveva speso tutto il suo denaro con i medici: così sta scritto di lei. ( Lc 8,43 )

Allo stesso modo l'infelice moltitudine dei pagani che andava in cerca di felicità, che cercava d'avere un po' di forze o d'avere una medicina, quanto aveva speso con falsi medici, con astrologhi, con indovini, con i preti pagani in trance, con gl'indovini dei templi?

Tutti infatti promettono la salute ma non sono in grado di darla, poiché nemmeno essi hanno ciò che dovrebbero dare.

Aveva dunque speso tutto il denaro e non guariva.

Disse: "Toccherò la frangia del suo vestito"; la toccò e fu risanata.

Cerchiamo che cosa vuol dire l'orlo del vestito.

La Carità vostra faccia attenzione.

Per vestito del Signore s'intendono gli Apostoli uniti a lui.

Cercate quale Apostolo fu inviato ai pagani: troverete che fu inviato l'apostolo Paolo; la sua più grande attività la spese nell'apostolato tra i pagani.

L'apostolo Paolo inviato ai pagani è dunque l'orlo del vestito del Signore, poiché egli era l'ultimo degli Apostoli.

L'orlo non è forse l'ultima e più piccola parte d'un vestito?

L'Apostolo afferma di se stesso l'una e l'altra cosa: Ma io sono l'ultimo degli Apostoli, ( 1 Cor 15,9 ) e: Io sono il più piccolo degli Apostoli. ( 1 Cor 15,9 )

Lui l'ultimo, lui il più piccolo.

Lo stesso è la frangia del vestito: anche la Chiesa delle genti, come la donna che toccò l'orlo, soffriva perdite di sangue; lo toccò e fu guarita.

Anche noi dobbiamo toccare, cioè credere, per essere salvi.

[ Fine del discorso che tratta della donna che soffriva di perdite di sangue ].

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