Discorsi sul Nuovo Testamento

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Discorso

1 - L'amore giusto ci rapisce verso il cielo, l'immondo ci sprofonda nell'abisso
2 - Per vincere l'amore di molti beni, è necessario l'amore per l'unico bene
3 - Tutte le cose create non sono paragonabili col Creatore
4 - Belle e buone sono le creature, ma molto migliore è il Creatore
5 - Si devono amare i genitori, ma non al di sopra di Cristo
6 - L'insegnamento e l'esempio di Cristo circa l'amore verso i genitori e i congiunti
7 - La parentela carnale e quella spirituale; la Chiesa sposa e madre di Cristo
8 - Si devono amare i genitori, ma di più Cristo
9 - Non amano affatto i figli i genitori che cercano di allontanarli da Cristo
10 - Se deve temersi la separazione dalla moglie, tanto più quella dal Creatore
11 - Cristo deve essere amato in misura maggiore degli stessi consanguinei
12 - Per tutti i benefici ricevuti da Dio, devi restituirgli te stesso, sua creatura
13 - Una sola cosa deve desiderarsi: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della nostra vita

1 - L'amore giusto ci rapisce verso il cielo, l'immondo ci sprofonda nell'abisso

Il Signore, esortandoci al suo amore, cominciò col ricordare le persone che noi giustamente amiamo: Chi amerà - dice - il padre o la madre più di me, non è degno di me. ( Mt 10,37 )

Se dunque non è degno di Cristo chi pone il padre al di sopra di Cristo, in qual modo sarà degno di seguire in qualche modo Cristo chi pone l'oro al di sopra di Cristo?

Vi sono infatti cose che si amano male nel mondo e rendono immondo chi le ama.

L'amore illecito è un grande inquinamento dell'anima e un peso che opprime chi desidera volare.

Infatti quanto l'animo è rapito verso l'alto da un amore giusto e santo, altrettanto è sprofondato negli abissi da un amore ingiusto e immondo.

Accade a ciascuno di essere portato là dove ha da portarlo il proprio peso, cioè il proprio amore.

Poiché non è portato dove non dev'essere portato, ma dove deve.

Chi poi ama il bene sarà trasportato verso ciò che ama, e dove sarà se non dov'è il bene ch'egli ama?

Con la prospettiva di quale premio Cristo Signore ci esorta ad amarlo, se non quello che si compia quanto chiede al Padre: Voglio che anche questi siano con me dove sono io? ( Gv 17,24 )

Desideri essere dov'è il Cristo? Ama Cristo e da questo peso verrai trasportato dove si trova il Cristo.

Ciò che ti trascina e ti rapisce verso l'alto non ti permette di cadere in basso.

Non cercare nessun altro mezzo per salire in alto: amando fai leva, amando sei trasportato in alto, amando ci arrivi.

Ti sforzi infatti quando lotti con l'amore immondo, vieni trascinato quando vinci, ci arrivi quando vieni coronato.

Chi mi darà ali - dice un amante - come quelle d'una colomba, e volerò e mi riposerò? ( Sal 55,7 )

Cercava ancora le ali, ancora non le aveva e per questo gemeva; ancora non godeva, ancora lottava, ancora non veniva trasportato.

2 - Per vincere l'amore di molti beni, è necessario l'amore per l'unico bene

Siamo dunque assediati dalle voci di amori contrari alla legge di Dio.

Da ogni parte seducono e trattengono chi vuole volare, dappertutto le realtà visibili ci costringono per così dire ad amarle.

Ma cerchiamo di non farci costringere, di giudicarle per quello che sono, di non lasciarcene vincere.

Il mondo è attraente e ci lusinga con la varietà delle sue molte bellezze.

Non si possono contare quante ce ne presenta ogni giorno allo spirito l'amore illecito.

Ma l'amore molteplice si vince con l'unico amore.

Per vincere l'amore per molti beni è necessario l'amore per un sol bene; l'unico amore buono contro tutti quelli cattivi.

Poiché l'unità vince la varietà e la carità vince la cupidità.

Quel tale diceva: Chi mi darà le ali? per avere il mezzo di volare al riposo, poiché neppure nei beni di quaggiù, che si chiamano beni in questo mondo, trovava riposo colui che amava un altro bene.

Chi ama la patria trova amaro perfino un esilio delizioso tra molte cose che invitano ad essere amate.

È una gran pena non avere ciò che si ama.

Non si ha infatti ciò che si ama; si ha bensì ciò che si può amare, ma non si ha ciò che si è cominciato ad amare.

A che vale se è presente ciò che si può amare, quando è assente ciò che si ama?

È un tormento del cuore amare una cosa e non possederla.

Uno, per esempio, ama la patria e possiede il denaro.

Non amerebbe il denaro in cambio della patria.

Se nel suo soggiorno al di fuori della patria amasse il denaro che possedesse in abbondanza mentre è lontano dalla patria, sarebbe forse proprio il denaro a trattenerlo e a impedirgli il ritorno.

Di' quel che vuoi, ma gl'impedirebbe il ritorno.

Se invece egli ha quell'unico bene che ama, esso gli basta; tutti gli altri beni, che non lo aiutano ad arrivare alla patria ch'egli ama, sono ritenuti superflui.

Se al contrario gli si dicesse: "Il denaro ti aiuta per poter tornare in patria", se ne servirebbe, lo terrebbe stretto, lo bramerebbe, ma non per il denaro in se stesso.

Se gli si dicesse: "Ti può essere d'aiuto una nave", la bramerebbe, ma non per la nave in se stessa.

"Ti sono d'aiuto i marinai, il pilota, chi carica le provviste", tutte queste cose verrebbero usate, sarebbero bramate, ma non per se stesse.

Tutte le altre cose vengono usate, ma una sola è amata.

Di tutte le altre cose uno si serve per arrivare a ciò che ama.

3 - Tutte le cose create non sono paragonabili col Creatore

Possiamo forse dire: Una sola cosa ho chiesto al Signore? ( Sal 27,4 )

Diciamolo dunque, diciamolo se possiamo, diciamolo come possiamo, quanto lo possiamo.

Osservate quanto è felice il cuore che può già dire questa frase nel proprio interno dove solo la sente colui al quale viene rivolta; ma molti dicono di fuori ciò che non hanno all'interno, poiché se ne vantano all'esterno, non già nel cuore.

Veda dunque ciascuno quanto felice sia il cuore che dice nel suo interno ove conosce quanto dice: Una sola cosa ho chiesto al Signore, solo questa ricercherò. ( Sal 27,4 )

Ma che cos'è proprio questa cosa? Parla infatti o d'una cosa o d'una petizione?

Qual è questa cosa? Di abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita per gustare la dolcezza di Dio. ( Sal 27,4 )

Ecco l'unica cosa, ma quanto buona!

Pesa quest'unica cosa in confronto con altre cose.

Se dunque hai un po' di buon senso, se dunque la ricerchi un poco, se sai infiammarti di santo desiderio per essa, pesa quest'unica cosa a paragone di molte altre, sorreggi la bilancia della giustizia, poni su un piatto oro, argento, pietre preziose, onori, dignità, poteri, nobiltà, lodi umane - quando arriverò ad enumerare ogni cosa? - poni su di essa tutto il mondo; vedi se v'è alcuna proporzione, vedi se puoi porvi sopra queste stesse due cose, tutto il mondo con il Creatore del mondo, almeno per valutarle.

4 - Belle e buone sono le creature, ma molto migliore è il Creatore

Che cosa mi dice l'oro? "Amami". Ma che mi dice Dio?

"Mi servirò di te in modo che tu non mi trattenga e separi me da te".

Qualunque altra cosa che mi dicesse: "Amami", è una creatura. Io amo il Creatore.

Buono è ciò che ha fatto, ma quanto migliore è Colui che lo ha fatto!

Non vedo ancora la bellezza del Creatore, ma la più smorta immagine delle creature.

Ciò che non vedo lo credo, credendo lo amo ed amando lo vedo.

La smettano dunque di adescarmi le cose destinate a morire, tacciano l'oro e l'argento, non mi attragga lo splendore delle gemme, tacciano infine le seduzioni di questa luce terrena; non mi lusinghino tutte le cose.

Ho una voce più chiara che voglio seguire, capace di commuovermi di più, di eccitarmi di più, d'infiammarmi d'un ardore più intimo.

Non ascolto lo strepito delle cose terrene.

Che dire? taccia l'oro, taccia l'argento, tacciano tutte le altre cose di questo mondo.

5 - Si devono amare i genitori, ma non al di sopra di Cristo

Dica pure mio padre: "Amami". Dica pure mia madre: "Amami".

A queste parole risponderò: "Tacete".

Non è forse giusto ciò che esigono? Non contraccambierò il dono che ho ricevuto?

Il padre dice: "Io ti ho generato". La madre dice: "Sono stata io a darti alla luce".

Il padre dice: "Sono stato io a farti istruire". La madre dice: "Sono stata io a darti il nutrimento".

Forse sono giuste le parole di coloro che dicono: "Sulle sue penne tu vuoi essere portato, ma non volare mentre sei debitore, rendici quello che ti abbiamo dato prima".

Rispondiamo al padre e alla madre che giustamente dicono: "Amaci".

Rispondiamo: "Io vi amo in Cristo, ma non vi amo in luogo di Cristo.

Siate con me in lui, ma non io con voi senza di lui".

"Ma noi - dicono - non amiamo Cristo". "Ma io amo Cristo più di voi".

Terrò conto del genitore e perderò il Creatore?

Rispondo al padre: "Tu mi hai generato spinto dalla sensualità, Egli creò me e te spinto dalla bontà.

Poiché esistiamo, viene disprezzato Colui che ci ha amati prima che esistessimo?".

Anche alla madre diciamo: "Tu hai potuto concepirmi, ma avresti forse potuto anche crearmi?

Hai potuto portare il grembo gravido della mia carne, ma avresti forse potuto infondere anche l'anima alla carne?

Quando mi portavi racchiuso nel grembo non sapevi se fossi femmina o maschio!

Forse che allo stesso modo che tu eri ignara di quanto portavi nel grembo, così Dio lo era di quel che operava?".

Tu osi dire: "Non andiamo da lui", mentre non vuoi ascoltare me che ti dico: "Andiamo insieme".

Io invece lo ascolto, lo temo e lo amo più di te.

D'altronde tu non mi hai dato più di quanto mi ha dato chi mi ha creato per mezzo di te < … > se non perché è stato creato per me.

Poiché Colui per mezzo del quale è stata creata ogni cosa, è stato creato per noi al di sopra di tutte le cose.

Amando mia madre disprezzerò forse Cristo che, pur essendo Dio, ha voluto avere una madre per me?

Forse ha voluto avere una madre, per avere una persona per mezzo della quale m'insegnasse a trascurare il padre e la madre per il regno dei cieli.

6 - L'insegnamento e l'esempio di Cristo circa l'amore verso i genitori e i congiunti

Rivolgendosi ai suoi discepoli egli dice: E non chiamate col nome di padre nessuno di voi sulla terra, poiché l'unico vostro Padre è Dio. ( Mt 23,9 )

Per questo motivo insegnandoci a pregare c'istruì a dire: Padre nostro che sei nei cieli. ( Mt 6,9 )

Il padre che avevo sulla terra l'ho posto nel sepolcro, ma ho sempre il Padre nel cielo.

Non chiamate col nome di padre nessuno sulla terra, poiché l'unico vostro Padre è Dio. ( Mt 23,9 )

Sarebbe sembrata una cosa crudele imporre un tale precetto, se non avesse offerto un esempio.

Mentre Gesù stava parlando del regno dei cieli con i suoi discepoli, sua madre era rimasta fuori; gli fu riferito che sua madre era lì fuori. ( Mt 12,46-47 )

Gli fu riferito - ripeto che era lì fuori sua madre con i suoi fratelli, cioè con i suoi parenti.

Ma quale madre? La madre che l'aveva concepito in virtù della fede, la madre che lo aveva dato alla luce rimanendo vergine, la madre fedele e santa; ecco la madre che gli fu riferito trovarsi lì fuori.

Pertanto, se egli avesse troncato il discorso che stava facendo ai discepoli e si fosse recato da lei, avrebbe fatto prevalere nel suo cuore un sentimento puramente umano, non divino.

Perché tu non dessi ascolto a tua madre che ti volesse allontanare dal regno dei cieli, egli per discorrere del regno dèi cieli trascurò perfino Maria, la virtuosa sua madre.

Se Maria, la fedele serva di Dio, che desidera vedere Cristo, viene trascurata, quale madre sarà ascoltata, se cerca d'impedire di vedere Cristo?

Ricordiamo che cosa egli rispose quando gli fu annunciato che sua madre con i suoi fratelli, cioè con i parenti stretti della sua famiglia, stava di fuori.

Che cosa rispose? Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?

Poi, stendendo la mano verso i propri discepoli: Questi - disse - sono i miei fratelli.

Chi fa la volontà del Padre mio che mi ha mandato, è davvero mio fratello, mia sorella e mia madre. ( Mt 12,48-50 )

Rigettò la sinagoga, da cui era stato generato, trovò quelli ch'egli aveva rigenerato.

Ma se sono madre, sorella, fratello coloro che fanno la volontà di Colui che inviò il Cristo, tra questi c'è Maria sua madre.

7 - La parentela carnale e quella spirituale; la Chiesa sposa e madre di Cristo

Chi fa la volontà di Colui che mi ha inviato, questo mi è fratello, sorella e madre.

Hai la possibilità d'essere fratello di Cristo: ama con lui l'eredità paterna.

Hai la possibilità d'essere sorella di Cristo: ama con lui la medesima eredità.

Hai la possibilità d'essere madre di Cristo, se concepirai nel cuore ciò che lei concepì nel seno materno.

Riguardo a simili termini di parentela l'affetto umano è messo alle strette.

Riguardo alla propagazione carnale nessuno può essere fratello e madre di un'unica persona umana.

Chi ignora che non può esserlo? La carità però non si trova alle strette.

La Chiesa è certamente coniuge del Cristo, la Chiesa è la sposa del Cristo.

Noi sappiamo in vista di quale mistero nella prima profezia riguardante l'uomo sia stato detto: Saranno due in una carne sola. ( Gen 2,24; Ef 5,31 )

Sappiamo come l'Apostolo spieghi questo testo dicendo: Io dico ciò riguardo a Cristo e alla Chiesa. ( Ef 5,32 )

Se dunque senza dubbio la Chiesa è sposa del Cristo, la Chiesa tuttavia può essere in un certo altro modo, in un certo altro giusto senso, madre del Cristo.

Se infatti, a proposito d'una persona qualunque, è stato possibile dire: Chi fa la volontà di Colui che mi ha inviato mi è fratello sorella e madre con quanto maggior ragione può dirsi ciò a proposito della Chiesa intera, la quale ogni giorno, a proposito dei catecumeni, concepisce le membra di Cristo e, da infedeli, li partorisce quali membra del Cristo?

Voi poi - dice l'Apostolo - siete il corpo e le membra di Cristo. ( 1 Cor 12,27 )

Vi rivolgo questa domanda, o membra di Cristo: "Quale madre vi ha partoriti?".

Voi rispondete: "La madre Chiesa".

Come potrebbe non essere madre la Chiesa che partorisce le membra di Cristo?

Ecco la casa in cui preferiva abitare Colui che chiedeva una sola cosa. ( Sal 27,4 )

Come non disdegnerebbe la propria sposa uno che volesse abitare nella sposa di Cristo?

Come non disdegnerebbe la propria madre uno che desidera abitare nella madre del Cristo?

Come non trascurerebbe il padre uno che desidera avere per padre il Padre del Cristo?

I genitori non si sdegnino poiché molto onore viene conferito a coloro ai quali solo Dio è preferito.

Oppure, se non vogliono che nemmeno Dio sia loro preferito, che cosa desiderano, che cosa consigliano? Ascoltiamoli!

Penso che non oseranno dirci: "Preferisci noi a Dio". Non lo dicono.

Non lo dice nemmeno un pazzo. Non lo dice al proprio figlio nemmeno chi dice nel proprio cuore: Dio non esiste. ( Sal 14,1 )

In nessun modo, quindi, un padre o una madre oserà dire d'essere preferito a Dio.

Non dico d'essergli preferito, ma neppure d'essergli paragonato.

Che cosa dicono dunque? "Dio ti ha ordinato". Che cosa mi ha ordinato? Onora tuo padre e tua madre. ( Es 20,12; Ef 6,2 )

Lo so, Dio me l'ha ordinato.

Tu però non ti sdegnare quando metto al di sopra di te solo Colui che ha dato questo precetto.

Io amo, amo senza dubbio, amo anche te.

Ma migliore di te è Colui che mi ha insegnato ad amare te.

Tu devi soltanto evitare di trascinarmi contro di lui e devi amare con me Colui che mi ha insegnato ad amarti, ma non più di lui.

8 - Si devono amare i genitori, ma di più Cristo

Chi ama suo padre o sua madre più di me, non è degno di si me. ( Mt 10,37 )

Aggiunge però: più di me. "Ama - dice - i tuoi genitori, ma non più di me".

La sua sposa ti dice a gran voce: Ponete in me ordine alla carità. ( Ct 2,4 )

Ama con ordine in modo da vivere ordinato. Da' alle cose il proprio valore e il proprio peso.

Ama tuo padre e tua madre, ma tu hai una persona che devi amare più di tuo padre e di tua madre; se li amerai di più, sarai condannato, come sarai condannato se non li amerai.

Dobbiamo accordare ai genitori l'onore, ma dobbiamo preferire a loro il nostro Creatore, che amiamo di più, col temerlo, amarlo, ubbidirgli, onorarlo, credere a lui e desiderarlo.

Chi ama suo padre o sua madre più di me, non è degno di me.

Si mettano dunque un pochino da parte i genitori senza però che siano disprezzati ma onorati ordinatamente.

9 - Non amano affatto i figli i genitori che cercano di allontanarli da Cristo

La moglie e i figli di chiunque richiedono a gran voce: "Amaci". Rispondi loro: "Io vi amo".

Di' a tua moglie: "Se non ti avessi voluto bene, non ti avrei sposata".

Di' ai tuoi figli: "Se non vi avessi voluto bene, non vi avrei generati né educati".

Ma che cos'è che desiderate? Mentre un martire va incontro a Cristo, ma non per abbandonarvi, voi volete distoglierlo e private del premio colui che voi amate?

Rendetegli il contraccambio. Egli vi ama, amatelo anche voi.

Perché mai egli vi ama e voi lo odiate? Ecco, se rinnega Cristo, viene condannato.

Considerate che cosa avete fatto. Vorreste forse che venisse condannato da un giudice terreno colui che voi amate?

Se lo voleste, certamente non gli vorreste bene.

Ma siccome gli volete bene, preferite che non venga condannato dal giudice terreno.

Se infatti rinnegherà il Cristo, non verrà condannato sulla terra, ma sarà condannato da chi ha fatto il cielo e la terra.

Perché non avete paura che sia condannato dal giudice supremo colui che amate?

Il giudice terreno infierisce fino ad infliggergli la morte.

Costui incrudelisce fino a punirlo con la morte, ma quello in seguito anche oltre la morte.

Che fate dunque con l'infliggere un male a colui che amate? Da che cosa distogliete colui che amate?

Voi fate in modo ch'egli abbia la geenna e non abbia la corona.

Questo significa amare? Ma poiché volete ch'egli non patisca per il Cristo tali sofferenze, voi non avete fede.

Se invece aveste fede, voi non lo distogliereste dal subire la sofferenza, ma desiderereste soffrire con lui.

10 - Se deve temersi la separazione dalla moglie, tanto più quella dal Creatore

Riguardo ai figli il problema è facile.

È la moglie a fare pressioni maggiori: "Non mi lasciare - dice - tu te ne andrai e io rimarrò vedova.

Ci ha uniti Dio, l'uomo non deve separarci".

Ribatti tali affermazioni; non lasciarti piegare, non lasciarti abbattere da esse.

Sono ingiuste, sono da scacciare. Non per il fatto che citando il Vangelo ti ha detto: L'uomo non deve separare ciò che Dio ha unito, ( Mt 19,6 ) tu devi temere questi rimproveri al punto di separarti da Dio volendo rimanere unito a tua moglie.

Se dev'essere temuta la separazione dalla moglie, quanto più quella dal Creatore?

Dio ha unito, l'uomo non deve separare.

Ma non ti separerai nemmeno dalla moglie, dal momento che la precedi al premio eterno per il nome di Cristo.

La vedova che tu abbandoni ha in te il proprio difensore, poiché non hai nemmeno abbandonato colei che hai lasciata a causa di questi ideali.

Ma se, indipendentemente dai patimenti sopportati per il Cristo, dati gli accidenti umani, tu avessi incontrato la morte, si sarebbe forse chiamata separazione?

Se muore prima il marito, non avviene la separazione?

Donna malvagia, ciò che vuoi non è provvedere a te ma voler male al marito.

Ma rimarrai vedova? Più felice sarai se persisterai a rimanere vedova.

Ma sei preoccupata che una si lasci sedurre dall'idea di seconde nozze?

Le seconde nozze sono bensì lecite, ma forse rimarrai al sicuro anche da questo punto.

Tu, coniuge d'un martire, ti vergognerai di sposare un altro.

11 - Cristo deve essere amato in misura maggiore degli stessi consanguinei

Nessuno deve amare padre, madre, moglie e figli più di quanto deve amare Cristo.

Le stesse cose che si amano rettamente, che si amano santamente, a causa delle quali si commette peccato se non si amano, nessuno deve amarle più di quanto si deve amare Cristo, nessuno deve amarle al pari di Cristo.

Se uno le ama così, potrà dirsi che le ama "secondo la norma dell'amore" ma non "secondo la vera misura dell'amore".

Che vuol dire: "secondo la norma dell'amore, non secondo la vera misura dell'amore"?

Vuol dire "non in modo carnale", ma "in modo spirituale".

Tu però non devi amare in questo modo, cioè altrettanto e in misura uguale.

Poiché non solo è peccato amare uno più di Cristo, ma è peccato anche non amare Cristo più di un altro.

"Non lo amo di più" dice uno. Ecco, tu non pecchi ma io dovrei sentire un'altra risposta.

In qual misura lo ami? Tu rispondi: "Amo Cristo nella stessa misura con cui amo i genitori, la moglie e i figli".

Ancora commetti un peccato. Come peccheresti preferendoli, così pecchi mettendoli sullo stesso piano.

Ti pare forse giusto che Cristo sia amato da te tanto quanto il padre, la madre, la moglie?

È giusto per te mettere il Creatore allo stesso livello della creatura? È forse giusto?

Dove va a finire ciò che ci viene proclamato: Ponete in me ordine alla carità? ( Ct 2,4 )

Non è morto per te né tuo padre, né tua madre, né i tuoi figli.

Se ti incombesse un pericolo, vorrebbero che tu vivessi, ma preferirebbero sopravviverti.

Se capitasse che venisse detto ad un padre: "O morrai tu o tuo figlio", si troverebbe forse alcuno che rispondesse: "Preferisco morire io anziché mio figlio"?

Crediamo forse che ci sia un padre, un vecchio tanto magnanimo il quale non preferirebbe conservare la propria vita, anche se destinata a finire presto, anziché sacrificarla per il figlio?

Pochi giorni restano a quel vecchio, decrepito, affaticato, incurvato, eppure non vuole facilmente sacrificare quei medesimi suoi pochi giorni per i giorni più numerosi del proprio figlio.

Sotto il peso della vecchiaia è ormai vicino al sepolcro, ma per il desiderio della luce preferisce rimanere privo di figli anziché morire.

Quale luce risplenderà per lui dopo la perdita del figlio?

Quanto sgradita, quanto triste, quanto amara!

Eppure la luce è amata e il figlio viene seppellito!

12 - Per tutti i benefici ricevuti da Dio, devi restituirgli te stesso, sua creatura

Il Cristo ti ha amato prima che tu fossi; ti ha creato; ti ha predestinato prima della creazione del mondo; ti ha nutrito per mezzo di tuo padre e di tua madre, dopo ch'eri stato già creato.

Poiché non l'hanno prodotto loro quel che ti trasmettono i genitori.

Ti ha amato, ti ha creato, ti ha nutrito, ha sacrificato se stesso per te, ha dovuto subire insulti e ferite per te, ti ha redento col proprio sangue.

Non hai paura e non esclami: Che cosa renderò in cambio al Signore per tutto quello che mi ha dato? ( Sal 116,12 )

Che cosa renderai al Signore per tutto ciò che ti ha dato?

Ascolta le sue parole: Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me. ( Mt 10,37 )

Ascolta le sue parole, temi le sue minacce, ama le sue promesse.

Che cosa hai reso in cambio al Signore per tutto quel che ti ha dato? Ecco, già glie l'hai reso.

Che cosa gli hai reso? Hai forse salvato lui come egli ha salvato te?

L'hai introdotto nella vita eterna com'egli ha introdotto te? Lo hai creato com'egli ha creato te?

L'hai forse fatto Dio com'egli ti ha fatto uomo? Che cosa gli hai dato in compenso, se non il fatto che tornasse da te?

Se rifletti bene alla verità, non hai restituito a lui, ma hai dato a te stesso.

E tuttavia neppure ciò l'hai avuto da te stesso.

Che cosa infatti hai senza averlo ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )

Perché non trovi che cosa restituire al Signore?

Restituisci te stesso a lui, restituiscigli ciò che ti ha fatto.

Restituisci te stesso, non le tue cose; la sua creatura, non la tua iniquità.

13 - Una sola cosa deve desiderarsi: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della nostra vita

Così formato, così equipaggiato, così istruito dalla legge di Dio, una sola cosa devi chiedere a Dio: questa devi ricercare. ( Sal 27,4 )

Non ti mancherà nulla: ( Sal 23,1 ) Dio non priverà dei beni coloro che camminano nell'innocenza. ( Sal 84,13 )

Ora, non è innocente chi nuoce a se stesso.

Perché desideri d'aver compassione d'un altro, tu che forse non sai averla per te?

Abbi compassione dell'anima tua piacendo a Dio. ( Sir 30,24 )

Tu vuoi che Dio piaccia a te, ma non vuoi piacere a Dio.

Tu infatti sei tanto cattivo che Dio non può piacere a te.

Poiché ti piacerà solo quando sarà favorevole ai tuoi peccati!

Hai amato - dice il salmista - l'iniquità, credendo che sarò simile a te. ( Sal 50,21 )

Abbi compassione dell'anima tua piacendo a Dio.

Non è bene che, quando tu sei malvagio, ti piaccia Dio. Correggiti.

Non voler rendere storto Dio. Cerca di piacere a Dio e Dio piacerà a te.

Sii retto, per evitare di cercare d'esser perverso non solo te stesso, ma che lo sia anche Dio.

Tu te ne stai senza far nulla e t'immagini Dio secondo le tue passioni.

"Oh se Dio - si dice facesse ciò! Oh se facesse quest'altro ".

Dio farà solamente il bene. Ai cattivi però Dio dispiace.

Quanto è buono Israele ai retti di cuore! ( Sal 73,1 )

Una sola cosa dunque, fratelli, dobbiamo chiedere al Signore.

Quando lo dico a voi, lo dico anche a me stesso.

Chiediamo tutti quest'unica cosa. Ascoltiamo ciò tutti da uno solo.

Chiedano una sola cosa al Signore, questa sola ricerchiamo: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della nostra vita.

Tutti gli stessi giorni sono un solo giorno eterno.

Quando senti dire: tutti i giorni della mia vita, ( Sal 27,4 ) non temere ch'essi debbano finire.

Questi giorni in realtà non avranno fine poiché quando ci saranno non desidereremo neppure un giorno umano.

Non resta fermo presso di noi un sol giorno; neppure un sol giorno perdura presso di noi: fuggono tutti.

Prima che arrivi il seguente, se ne va il precedente.

Di questo giorno quanto n'è già fuggito da quando parliamo!

Non possiamo trattenere neppure l'ora in cui viviamo.

Fugge anch'essa, ne giunge un'altra, neppure essa destinata a restare ma a fuggire!

Che cosa ami? Afferra pure ciò che ami, possiedi ciò che ami, ma esso non dura, né ti permette di durare.

Ogni carne è come l'erba e ogni gloria dell'uomo come il fiore dell'erba.

L'erba si secca, il fiore s'è appassito. ( 1 Pt 1,24-25 )

Tutte queste cose fuggono. Vuoi tu durare? Ma la parola del Signore dura in eterno.

Persisti dunque nel Verbo di lui che dura in eterno e ascoltalo, e con lui rimarrai in eterno.

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