Discorsi sul Nuovo Testamento

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Sulle parole del Vangelo di Lc

Lc 17,3-4: "Se tuo fratello avrà peccato contro di te, riprendilo" ecc. Sulla remissione dei peccati

1 - Si deve perdonare a un fratello ogni qual volta ci offende e si pente
2 - Si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio
3 - Sull'esempio di Dio dobbiamo rimettere i debiti
4 - Il peccatore perdoni il peccatore
5 - Nella preghiera si chiede perdono a Dio col patto di perdonare agli altri

1 - Si deve perdonare a un fratello ogni qual volta ci offende e si pente

Il santo Vangelo, come abbiamo udito mentre veniva letto, ci ha dato degli ammonimenti circa il perdono dei peccati.

Su questo tema dovete essere richiamati dal nostro discorso.

Poiché noi siamo i servitori della parola, non nostra, ma appunto di Dio nostro Signore, che nessuno serve senza riceverne gloria, che nessuno disprezza senza incorrere nel castigo.

Nostro Signore Gesù Cristo, dunque che, rimanendo nel Padre, ci ha fatti e, fattosi uomo per noi, ci ha rifatti, Dio nostro Signore in persona ci dice, come abbiamo udito: Se un tuo fratello ti avrà fatto del male, rimproveralo; se si pentirà, perdonalo; e anche se ti offende sette volte al giorno e verrà da te per dirti: Mi dispiace, perdonalo. ( Lc 17,3-4 )

Dicendo: Sette volte al giorno non volle che s'intendesse se non "tutte le volte", per evitare che, se uno fosse offeso otto volte, non volesse perdonare.

Che significa dunque: Sette volte? Significa: Sempre, ogni qual volta uno farà del male e se ne pentirà.

Perché questo è il significato della frase: Sette volte al giorno ti loderò, ( Sal 119,164 ) come sta scritto in un altro salmo: La sua lode sarà sempre nella mia bocca. ( Sal 34,2 )

E perché invece di "sempre" troviamo scritto "sette volte" c'è un motivo sicurissimo: tutto il tempo si svolge in sette giorni che se ne vanno e che tornano.

2 - Si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio

Chiunque dunque tu sia che pensi a Cristo e desideri di ricevere quel che ha promesso, non devi essere pigro a fare ciò ch'egli ha comandato.

Che cosa ha promesso? La vita eterna.

E che cosa ha comandato? Perdona tuo fratello.

Fa' conto che ti abbia detto: "Tu che sei uomo, perdona un uomo, affinché, io che sono Dio, venga da te".

Ma tralasciamo o meglio lasciamo per il momento di parlare delle promesse divine più sublimi grazie alle quali il nostro Creatore ci renderà uguali ai suoi angeli, affinché viviamo eternamente in lui e con lui e di lui; per non parlare dunque per il momento di ciò, non vuoi ricevere da parte del tuo Dio la stessa cosa che ti comanda di dare a un tuo fratello?

La stessa cosa - ripeto che ti si comanda di dare a un tuo fratello, non vuoi forse riceverla da Dio tuo Signore?

Dimmi se non la vuoi e allora non darla.

Quale è questa cosa, se non che tu dia il perdono a chi te lo chiede, se tu chiedi che venga accordato a te quando lo chiedi?

Oppure, se tu non hai nulla da farti perdonare, io oso dire: "Non perdonare".

Tuttavia non avrei dovuto dire neppure ciò.

Anche se non hai nulla da farti perdonare, devi perdonare lo stesso; poiché perdona anche Dio che non ha nulla che gli si possa perdonare.

3 - Sull'esempio di Dio dobbiamo rimettere i debiti

Tu però dirai: "Ma io non sono Dio, sono un peccatore".

Sia ringraziato Dio che ammetti d'aver dei peccati.

Perdona dunque affinché sia perdonato a te.

Tuttavia ci esorta lo stesso nostro Dio d'imitare lui.

Innanzitutto ci esorta lo stesso Cristo nostro Signore del quale l'apostolo Pietro dice: Il Cristo è morto per noi, lasciandoci l'esempio affinché seguiamo la sua condotta. ( 1 Pt 2,21 )

Eppure egli non aveva certamente alcun peccato, ma è morto per i nostri peccati e ha sparso il suo sangue per la remissione dei peccati.

Prese su di sé per noi il peccato, che non avrebbe dovuto addossarsi, per liberarci dal debito.

Non era lui che doveva morire, ma eravamo noi che non dovevamo vivere.

Perché? Perché eravamo peccatori.

Né a lui era dovuta la morte né a noi la vita.

Prese su di sé ciò che a lui non era dovuto, e diede a noi ciò che non ci era dovuto.

Ma poiché si tratta della remissione dei peccati, affinché non crediate che sia per voi una cosa gravosa imitare il Cristo, ascoltate l'Apostolo che dice: Perdonandovi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi per mezzo di Cristo. ( Ef 4,32; Col 3,13 )

Siate dunque - sono parole dell'Apostolo, sue non mie - siate dunque imitatori di Dio. ( Ef 5,1 )

È forse da superbi imitare Dio? Imitatori di Dio! Forse è da superbi.

Siccome siete figli molto amati. Sei chiamato figlio: se rifiuti l'imitazione, perché cerchi l'eredità?

4 - Il peccatore perdoni il peccatore

Direi così, anche se tu non avessi alcun peccato, che desidereresti ti fosse rimesso.

Ora invece chiunque tu sia, sei un uomo; anche se tu fossi giusto, sei un uomo; se sei un laico, sei un uomo; anche se sei un monaco, sei un uomo; fossi tu un chierico, sei un uomo; anche se tu fossi un vescovo, sei un uomo; anche nell'ipotesi che tu fossi un apostolo, sei sempre un uomo.

Ascolta la voce d'un apostolo: Se noi diremo d'essere senza peccati, inganniamo noi stessi. ( 1 Gv 1,8 )

Chi lo ha detto? Proprio quel grande Giovanni evangelista che nostro Signore il Cristo amava più di tutti gli altri, che mentre era a tavola con Gesù posava il capo sul suo petto; ( Gv 21,20 ) è proprio lui a dire: Se diremo.

Non dice: "Se direte d'essere senza peccato", ma: Se diremo d'essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. ( 1 Gv 1,8 )

Si unì nella colpa, per trovarsi unito anche nel perdono.

Se diremo. Vedete chi lo dice.

Se diremo d'essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.

Se invece confesseremo i nostri peccati, egli che mantiene la sua parola ed è giusto, ci perdonerà i nostri peccati e ci libererà da tutte le nostre colpe. ( 1 Gv 1,8-9 )

In che modo "libererà"? Perdonando.

Non immaginiamo che non trovi colpe da punire ma ne trovi da perdonare.

Se dunque abbiamo peccati, fratelli, concediamo il perdono a quelli che ce lo chiedono, concediamolo a coloro che si pentono.

Non conserviamo nel nostro cuore l'inimicizia.

Se infatti conserviamo ad oltranza l'inimicizia, questa corrompe lo stesso nostro cuore.

5 - Nella preghiera si chiede perdono a Dio col patto di perdonare agli altri

Desidero dunque che tu conceda il perdono poiché ti considero come uno che lo chiedi anche tu.

Ne vieni pregato? Perdona.

Tu ne vieni pregato e lo implorerai tu stesso.

Se ne vieni pregato, perdona, come anche tu preghi di essere perdonato.

Ecco: verrà il momento di pregare; con le parole che pronuncerai, ti metterò con le spalle al muro.

Tu dirai: Padre nostro, che sei nei cieli. ( Mt 6,9-12 )

Ebbene, non sarai annoverato tra i figli, se non dirai: Padre nostro.

Dirai dunque: Padre nostro, che sei nei cieli. Seguita: Sia santificato il tuo nome.

Di' ancora: Venga il tuo regno.

Prosegui ancora: Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra.

Vedi ora che cosa soggiungi: Dacci oggi il nostro pane quotidiano.

Dov'è la tua ricchezza? Ecco, tu chiedi l'elemosina.

Tuttavia dopo aver detto: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, di' ancora ciò di cui si tratta, di' quel che segue: Rimetti a noi i nostri debiti.

Sei arrivato a ciò ch'io dicevo. Rimetti, è detto, i nostri debiti.

Fai dunque ciò che segue. Rimetti a noi i nostri debiti.

Con qual diritto? A qual patto? Con qual accordo? Leggendo quale impegno sottoscritto di proprio pugno?

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Non ti basta il fatto che non condoni, ma tu mentisci per di più anche a Dio.

È stata stabilita la condizione; è stabilita solidamente la legge. Perdona tu, come perdono io.

Dio dunque non ti perdona, se tu non perdoni. Perdona, come perdono io.

Tu vuoi che ti si dia il perdono quando lo chiedi, dàllo anche tu a chi te lo chiede.

Questa preghiera l'ha dettata il giurisperito celeste. Non t'inganna.

Chiedi conforme alla giustizia celeste, di': Perdona, come perdoniamo anche noi.

Fa' però quel che dici. Chi mentisce nel pregare, si priva della grazia.

Chi mentisce nel pregare, non solo perde la causa, ma trova il castigo.

Se poi uno mentisce all'imperatore, quando verrà questi, quello verrà convinto che mentisce; quando invece tu mentisci nel pregare, vieni convinto dalla stessa preghiera.

Poiché Dio, per convincerti, non ha bisogno di testimoni contro di te.

Colui che ti ha dettato la preghiera è il tuo avvocato; se però mentisci, è tuo testimonio; se non ti correggi, sarà tuo giudice.

Perciò non solo devi dire quella frase, ma devi pure metterla in pratica; poiché se non la dirai, per il fatto che chiedi contro la legge, non otterrai; se poi la dirai e non la metterai in pratica, sarai anche colpevole di menzogna.

Non è possibile passar oltre questo versetto se quel che dici non è messo in pratica.

Potremo forse cancellare questo versetto dalla nostra preghiera?

Oppure volete che ci sia la frase: Rimetti a noi i nostri debiti e cancelliamo quella che segue: Come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori?

Non dovrai cancellarla per non essere prima cancellato tu stesso.

Nella preghiera dunque tu dici: Da', dici: Perdona, affinché tu riceva ciò che non hai e ti siano perdonate le tue colpe.

Vuoi ricevere? Da'. Vuoi essere perdonato? Perdona.

È un breve dilemma. Ascolta Cristo in un altro passo: Perdonate e sarete perdonati.

Date agli altri e Dio darà a voi. ( Lc 6,37-38 )

Perdonate e sarete perdonati. Che cosa perdonerete? Le offese commesse dagli altri contro di voi.

Che cosa vi sarà perdonato? Vi saranno perdonate le offese commesse da voi.

Ma voi: Date agli altri e Dio darà a voi.

Voi, che desiderate la vita eterna, ristorate la vita temporale dei poveri; sostentate la vita temporale dei poveri e in cambio di questo seme tanto piccolo e terreno riceverete come messe la vita eterna. Amen.

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