Padri/Agostino/DisNT/094.txt Sulle parole del Vangelo di Mt Mt 25,24-30 Dove il servo pigro, che non volle dare il talento ricevuto, è condannato Significato del nome " vescovo " Alcuni signori, miei fratelli e colleghi nell'episcopato, si sono degnati di venirmi a far visita e di colmarmi di gioia con la loro presenza, ma non so per qual motivo non vogliono aiutarmi, stanco come sono. Questo ho voluto dire alla Carità vostra alla loro presenza affinché il fatto che voi avete sentito ciò interceda in qualche modo in mio favore presso di loro, in modo che, quando io li prego, tengano anch'essi l'omelia. Distribuiscano anch'essi ciò che hanno ricevuto e, più che scusarsi, si degnino di lavorare. Da me invece, che sono stanco e a stento riesco a parlare, ascoltate volentieri brevi parole. D'altra parte abbiamo una relazione scritta delle grazie concesse da Dio per intercessione del santo Martire; ascoltiamone insieme più volentieri la lettura. Che devo fare dunque? Che cosa devo dirvi? Avete sentito parlare nel Vangelo del premio dato ai servi solerti e del castigo dato a quelli infingardi. Ora, tutta la colpa di quel servo riprovato e severamente condannato fu questa: che non volle far fruttare il denaro ricevuto. ( Mt 25,24-30 ) Conservò intatta la somma ricevuta, ma il suo padrone voleva gl'interessi. Dio è avaro per quanto riguarda la nostra salvezza. Se così è condannato colui che non ha fatto fruttare il denaro per gli altri, che cosa devono aspettarsi coloro che lo dissipano? Noi dunque siamo i dispensatori, noi distribuiamo, voi ricevete. Noi andiamo in cerca di guadagni: vivete rettamente. Poiché i guadagni del nostro lavoro di dispensatori sono proprio questi. Voi però non dovete pensare che anche voi non abbiate il dovere di dare. Non potete dispensare la parola di Dio da questo luogo più elevato, ma potete farlo dovunque vi troviate. Dove Cristo è offeso, difendetelo; controbattete le critiche, rimproverate i bestemmiatori, tenetevi lontano dalla loro compagnia. In tal modo voi sarete dispensatori se guadagnerete qualcuno. Fate le nostre veci nella vostra casa. Il vescovo è chiamato così, perché sovrintende, perché si prende cura dei fedeli vigilando su di essi. Ciascuno dunque nella propria casa, se è a capo della propria famiglia, deve riguardare come suo l'ufficio del vescovo: deve cioè vigilare sulla fede dei suoi, perché nessuno di loro cada nell'eresia, né la moglie né il figlio né la figlia, nemmeno il servo poiché è stato comprato a sì caro prezzo. L'insegnamento dell'Apostolo ha posto il padrone al di sopra del servo e ha sottomesso il servo al padrone, ( Ef 6,5; Tt 2,9 ) ma Cristo tuttavia ha pagato un unico prezzo per il riscatto d'entrambi. Non disprezzate i più piccoli tra voi, ma procurate la salvezza dei vostri familiari con ogni sollecitudine. Se farete così, sarete dispensatori, non sarete servi infingardi, non avrete da temere una condanna tanto detestabile.