Padri/Agostino/DisNT/105a.txt Sulle parole del Vangelo di Lc Lc 11,5-13: "Chi di voi, avendo un amico", ecc. Esortazione alla preghiera Gesù ci ha dato una grande speranza di ottenere quando ci ha esortati a pregare. 1 - Dio non guarda l'abbondanza ma la volontà Il santo Vangelo che abbiamo udito poco fa quando veniva letto, ci esorta alla preghiera. Ci dà una grande speranza, poiché non s'allontana a mani vuote dal Signore chi domanda, chiede e bussa alla sua porta. Poiché non ha detto che alcuni chiedono e non ricevono, ma chiunque - è detto - chiede, riceverà; chi cerca troverà e a chi bussa sarà aperta la porta. ( Lc 11,10, Mt 7,8 ) Ha narrato poi una parabola in senso opposto; se un amico si recasse da un amico e gli chiedesse tre pani poiché gli è giunto un ospite, e glieli chiedesse nell'ora in cui è una seccatura alzarsi e darli, quello risponderebbe di non poterglieli dare poiché già riposa e i suoi servi sono con lui nella stanza; se quel tale tuttavia non desistesse dal chiedere, io vi dico - afferma il Cristo - che non perché gli è amico, ma per togliersi dai piedi quel seccatore che lo importuna, si alzerà e gli darà tutti i pani di cui ha bisogno. ( Lc 11,8 ) Se non rifiuta di dare uno ch'è vinto dall'importunità, come potrà rifiutare un favore chi ci esorta a chiedere? Per darci questo insegnamento è stata narrata quella parabola. Se quel tale a chi glieli chiede non rifiuta tre pani perché è amico, e glieli dà non perché gli è amico, ma per non aver seccature, non darà forse a noi se stesso Dio, ch'è la Trinità, se lo chiederemo? Credo però che l'amico non avrebbe dato all'amico tre pani di cui uno fosse bianco, un altro comune e un altro d'orzo. Poiché dunque Gesù Cristo Dio, unigenito Figlio di Dio, ci ha dato una grande speranza di ottenere quando ci ha esortati a pregare, è necessario che sappiamo che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera. Chi infatti non prega Dio? Bisogna però considerare che cosa chiede. Pronto a dare è il datore ma deve correggersi l'imploratore. Ti alzi e preghi Dio per aver la ricchezza! È questo forse che dovrebbero chiedere a Dio come un gran bene i figli di Dio? Per questo motivo lo stesso Dio ha voluto dare la ricchezza anche a individui pessimi, perché i figli non la chiedano al loro Padre come un bene eccezionale. Dio infatti ci parla in certo qual modo mediante le stesse sue opere, e ci dice: "Perché mi chiedete le ricchezze? È forse questo tutto ciò che vi darò come un bene straordinario? Fate attenzione a chi le ho date e vergognatevi di chiedere una simile cosa". Un credente chiede ciò che possiede un commediante. Anche una matrona cristiana chiede ciò che ha una meretrice. Non dovete chiedere questi beni nelle vostre preghiere. Dio li dia se vuole, ma se vuole non li dia. È necessario infatti che prestiamo fede a Colui che afferma: Poiché la vita d'un uomo non dipende dall'abbondanza dei suoi beni. ( Lc 12,15 ) Perché? La ricchezza è nociuta a molti. Non so però se può trovarsi uno al quale abbia giovato. Può darsi che si trovi qualcuno a cui non è nociuta. Non so se si può trovare qualcuno al quale abbia giovato. Potrebbe darsi che uno dicesse: "Non è giovata dunque la ricchezza a chi ne fece buon uso dando da mangiare agli affamati, vestendo gli ignudi, accogliendo i pellegrini, riscattando i prigionieri? Chi compie tali opere, le compie perché la ricchezza non gli nuoccia". Ma che dire se uno non avesse la medesima ricchezza con cui compiere tali opere, e tuttavia fosse tanto virtuoso da compierle se l'avesse? Dio non guarda alla grande abbondanza dei mezzi ma alle volontà ricche di pietà. Erano forse ricchi gli Apostoli? Avevano abbandonato soltanto delle reti e una barca e avevano seguito il Signore. ( Mt 4,20 ) Abbandona molto chi abbandona la speranza del mondo, come fece anche quella vedova con due monetine di rame che aveva messo nella cassetta delle offerte. ( Lc 21,1-4 ) Nessuno - dice il Signore - ha offerto di più; eppure molti ch'erano ricchi avevano offerto molto, ma non avevano dato più di quella vedova in dono a Dio, cioè nella cassetta delle offerte. Molti ricchi mettevano molti soldi ed egli li osservava, ( Lc 21,1ss ) ma non perché mettevano molto. Quella al contrario entrò con due sole monetine. Chi s'era degnato di rivolgerle almeno uno sguardo? La osservò invece Colui che non guarda la mano piena, ma il cuore. Egli non solo la notò, ma la fece anche notare; mostrandola agli altri affermò che nessuno aveva messo una somma tanto grande. Nessuna persona infatti aveva offerto tanto quanto lei che non s'era lasciato nulla per sé. Se dunque avrai poco, darai poco; se avrai di più, darai di più. Tuttavia, quando del tuo poco darai poco, avrai forse di meno o riceverai di meno poiché hai dato poco? Se si esaminassero le cose che si offrono, alcune sono grandi, altre piccole; alcune sono molte e altre poche. Se invece si esaminasse il cuore di coloro dai quali vengono le offerte, si troverebbe alle volte in molti un cuore povero, in pochi un cuore ricco. Si considera infatti il molto offerto ma non si considera quanto ha lasciato per se stesso chi ha dato molto, quanto infine ha distribuito, quanto ha sottratto dai beni altrui chi da questi ne prende una parte per darla ai poveri, pensando così di corrompere Dio giudice. Con le tue elargizioni dunque tu fai in modo che la ricchezza non ti nuoccia, non che ti giovi. Poiché se tu fossi povero e dessi poco del tuo poco, ti sarebbe attribuito tanto merito quanto a un ricco che desse molto, o anche di più come a quella donna. Dobbiamo pensare infatti che il regno dei cieli si può comprare, per così dire, a prezzo di elemosine. Ci è stata profferta la compera d'un fertile e ricchissimo possedimento; se noi lo acquisteremo, se vi arriveremo, non dovremo lasciarlo ai nostri successori quando noi ce ne andremo, ma lo possederemo sempre, non lo lasceremo giammai. Non ce ne partiremo assolutamente mai. Grande possedimento, possedimento da comprarsi! Resta solo di cercare quanto vale, per vedere se per caso tu non abbia il prezzo corrispondente a quanto esso vale e tu non riesca a comprarlo, sebbene brami di possederlo. Perché tu non creda di non poterlo ottenere, te ne dico il prezzo: vale tanto quanto tu possiedi. Aggiungo un'altra riflessione affinché te ne rallegri, se non sei geloso. Quando Dio, di questo possedimento che si può comprare, ti avrà reso possessore, non ne escluderai un altro compratore. Lo comprarono i Patriarchi; ne esclusero forse i beatissimi Profeti? Lo comprarono i Profeti; non ammisero forse gli Apostoli a comprarlo? Lo comprarono gli Apostoli, eppure si aggiunsero ad essi altri compratori: i martiri. Infine, lo hanno comprato tante persone e tuttavia lo si può ancora comprare. Vediamo dunque se quel possedimento poterono comprarlo i ricchi ma non poterono comprarlo i poveri. Vediamo degli esempi più recenti, tralasciamo i compratori più antichi di questo possedimento. Dopo aver dato ai poveri la metà dei suoi beni, pur essendo molto ricco, lo comprò Zaccheo, capo dei pubblicani , ( Lc 19,1-10 ) il quale s'era arricchito assai. Si chiamavano "pubblicani" non quelli ch'erano considerati "popolari", ma coloro che prendevano l'appalto delle tasse. Ciò ve lo spiega il santo Vangelo quando parla della chiamata di un apostolo, di cui sta scritto: Vide un uomo seduto dietro il banco ove si pagavano le tasse, chiamato Matteo. ( Mt 9,9 ) Questo apostolo che Gesù chiamò dal banco dove si pagavano le tasse, in un altro passo è detto Matteo il pubblicano. ( Mc 2,14; Lc 5,27 ) Il suddetto Zaccheo, dunque, dopo che il Signore entrò in casa di lui, lo accolse in modo del tutto inaspettato. Bramava infatti di vederlo come una grazia straordinaria; poiché era piccolo di statura, non riusciva a vederlo tra la folla; salì quindi su un albero e di lì lo vide passare; per vedere Colui che per lui sarebbe stato appeso all'albero della croce, si sospese su di un albero. Essendo dunque il Signore entrato in casa di lui, fu ripieno di gioia, perché prima era già entrato nel suo cuore: la metà dei miei beni la dò [ ai poveri ]. ( Lc 19,8 ) Molto però s'era riserbato per lui. Fa' attenzione perché s'era messo in serbo l'altra metà: e se ho rubato a qualcuno, - disse - gli rendo quattro volte tanto quello che gli ho tolto. ( Lc 19,8 ) Era stato messo in serbo molto, non perché fosse posseduto, ma perché con esso fosse restituito il maltolto con le ruberie. Quel gran compratore sborsò molto. Poc'anzi ricco, all'improvviso povero! Per il fatto che comprò sborsando tanto denaro, non comprò forse il possedimento con le reti e la barca Pietro ch'era povero? All'uno e all'altro costò tanto quanto ciascuno possedeva. Dopo costoro lo comprò anche quella vedova. Offrì due monetine di rame e lo comprò. Esiste qualcosa di minor valore? Esiste! D'un possedimento così grande trovo un prezzo minore di quello rappresentato da quelle due monetine. Ascolta lo stesso venditore, il Signore Gesù: Se uno - dice - darà un bicchiere d'acqua fresca a uno di questi più piccoli, vi assicuro che non perderà la sua ricompensa. ( Mt 10,42 ) Che cosa c'è di minor valore d'un bicchiere d'acqua, e per giunta fresca, per cui uno non è costretto nemmeno a comprare la legna per riscaldarla? Non so se crediate che si possa trovare qualcosa di minor prezzo di questa cosa che costa così poco! Eppure esiste. Uno non ha quanto aveva Pietro, né tanto meno ha quanto aveva Zaccheo, né trova due monetine. Non c'è all'occorrenza un bicchiere d'acqua fresca? Pace in terra agli uomini di buona volontà. ( Lc 2,14 ) Non stiamo più oltre ad analizzare la differenza dei prezzi. Se saremo intelligenti, se penseremo secondo la verità, il prezzo di quel possedimento è la buona volontà. Fu essa la moneta con cui lo comprò Pietro, lo comprò Zaccheo, lo comprò quella vedova; con essa lo compra chi porge un bicchiere d'acqua fresca. È essa sola la moneta che lo compra se uno non ha nient'altro che questa. Dobbiamo sapere che cosa chiedere nella preghiera. 2 - Dobbiamo chiedere la buona volontà Perché abbiamo fatto questo discorso? Quale argomento ci eravamo proposti? Che dobbiamo imparare a conoscere che cosa chiedere nella preghiera prendendo lo spunto dal passo del Vangelo in cui il Signore ci ha dato una grande speranza dicendo: Domandate e riceverete, chiedete e troverete, bussate e vi sarà aperta la porta; poiché chi domanda riceve, chi chiede trova e a chi bussa viene aperta la porta. ( Lc 11,9-10; Mt 7,8 ) Poiché ci ha dato una grande speranza, dobbiamo sapere che cosa dovremo chiedere. Ecco perché vi ho esortati di non domandare, chiedere, bussare per avere come un gran bene la ricchezza quando pregate. Chi bussa vuol entrare. Stretta è la porta attraverso la quale tu entri. Perché porti un grosso fardello? Devi dunque mandare avanti ciò che porti per poter entrare facilmente senza il peso attraverso l'uscio stretto. Non dovete dunque domandare al Signore come un gran bene la ricchezza. Perché temi d'aver di meno e di non riuscire a comprare quel possedimento? Non ti ho detto che esso vale tanto quanto avrai? Anche se non avrai nulla, il prezzo di esso sarai tu, poiché anche se avrai molto, non lo comprerai se non darai anche te stesso. Forse voi mi risponderete: "Che cosa dobbiamo domandare a Dio?". Non dovete chiedere neppure la morte dei nemici. Preghiere di tal fatta sono ispirate dall'odio. Non so se tu sei esaudito per il tuo bene quando ti rallegri della morte d'un tuo nemico. Chi infatti non è destinato a morire? Chi sa quando morrà? Tu godi della morte d'un altro. Come sai che, mentre te ne rallegri, tu non esali l'estremo respiro? Impara a pregare come se fossi tu il tuo nemico: prega che muoia la stessa inimicizia. Il tuo nemico è l'uomo. "Uomo" e "nemico" sono due nomi. Viva l'uomo; muoia il nemico. Non ti ricordi come Cristo Signore con una sola parola dal cielo colpì, abbatté, uccise il suo nemico Saulo, accanitissimo persecutore delle sue membra? ( At 9 ) Lo uccise davvero, poiché morì come persecutore, risorse come predicatore. Se tu non credi a me ch'egli fosse morto, domandalo a lui stesso: si ascolti lui, si legga lui. Ascolta la sua voce in una sua lettera: Non sono però più io che vivo. ( Gal 2,20 ) Vivo - dice - ma non io. Egli dunque era morto. E come mai parlava? Ma chi vive in me è il Cristo. ( Gal 2,20 ) Prega dunque, per quanto puoi, che muoia il tuo nemico, ma ecco in qual modo potrà morire. Se infatti egli morrà senza uscire dal corpo, tu hai perduto solo un nemico e hai acquistato un amico. Non pregate dunque per domandare a Dio la morte anche visibile dei vostri nemici. Che cosa, mi dirai, domanderemo? Gli onori del mondo? Sono un fumo che svanisce. In basso stavi più sicuro. Hai forse intenzione di correre pericolo stando in alto? Gli onori inoltre, come la ricchezza, li dà veramente solo Iddio; ma affinché voi disprezzaste la ricchezza, vi ha richiamato alla mente anche a quali individui venga data; viene data ai buoni perché non si pensi che sia un male, ma viene data anche ai cattivi perché non si pensi che sia un gran bene. Così anche gli onori: li ricevono persone meritevoli; li ricevono anche persone che non li meritano, perché le meritevoli non li considerino come un gran bene. "Dicci dunque ormai - mi si dirà - che cosa dobbiamo chiedere". Non mi metto a declamarvi molte citazioni dal momento che ho ricordato l'affermazione del Vangelo: Pace in terra agli uomini di buona volontà. ( Lc 2,14 ) Domandate appunto la buona volontà. La ricchezza, gli onori e tutte le altre cose di tal genere vi rendono forse buoni? Quantunque siano dei beni, sono tuttavia beni di minimo valore, dei quali si servono bene i buoni e male i malvagi. È la buona volontà a renderti buono. Ebbene, non ti vergogni forse che vuoi avere dei beni ed essere cattivo? Hai molti beni: oro, argento, pietre preziose, poderi, servitori, armenti, greggi. Vergognati dei tuoi beni. Sii buono anche tu. Che c'è infatti di più infelice di te se è buona la tua casa di campagna, la tua tunica, le tue pecore, infine i tuoi sandali, e sarà cattiva l'anima tua? Imparate dunque a chiedere il bene, per così dire, "bonifico", il bene cioè che può rendere buoni. Se avete beni di cui si servono i buoni, domandate il bene mediante il quale voi siate buoni. È la buona volontà a rendervi buoni. Anche quegli altri infatti sono beni, ma non rendono buoni. Perché sappiate che quelli sono beni, sono tra quelle cose che il Signore ricordò: il pane, il pesce, l'uovo; ( Lc 11,11-12 ) perché sappiate che sono cose buone, egli dice: Se voi, pur essendo cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli. ( Lc 11,13 ) Siete cattivi ma date cose buone. Domandate che siate buoni. Per questo infatti li ammonì e disse: Se voi che siete cattivi, per insegnare loro che cosa dovevano domandare, cioè di non essere cattivi, ma di essere buoni. Egli stesso dunque c'insegni che cosa dobbiamo domandare. Lì, nello stesso brano del Vangelo ascoltate le sue parole successive: Se voi - disse - pur essendo cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, e tuttavia rimarrete cattivi; perché dunque non rimaniate cattivi, ascoltate quello che viene subito dopo: Con quanta maggior ragione Dio, vostro Padre celeste, darà lo Spirito buono a quelli che glielo chiedono. ( Lc 11,13 ) Ecco il bene mediante il quale potrete essere buoni. Lo Spirito buono di Dio produce negli uomini la buona volontà. Il prezzo di quel possedimento, chiamato vita eterna, è Dio stesso. A paragone della vita eterna che cosa avremo di più ricco? Che cosa, ripeto, avremo di più ricco, dal momento che il nostro possedimento sarà Dio? Ho forse offeso Dio dicendo che sarà il nostro possesso? Non l'ho offeso per nulla. So che cosa ho detto. Ho trovato un fedele servo di Dio che pregava dicendo: O Signore, porzione della mia eredità. ( Sal 16,5 ) Allarga il sacco della tua cupidigia, o avaro, e cerca di trovare qualcosa di più grande di Dio, qualcosa di più prezioso di Dio, qualcosa di meglio di Dio. Che cosa non avrai, quando avrai lui? Ma raduna pure in casa tua oro, argento, quanto ne puoi. Escludine i vicini; sii proprietario di possedimenti sempre più vasti; arriva ai confini della terra. Alle terre aggiungi i mari. Siano pure tue le cose che vedi; siano pure tue le cose esistenti sotto le acque e che tu non vedi. Nell'ipotesi che tu possegga tutte queste cose, che cosa possiedi se non possiedi Dio? Se dunque un povero è ricco perché ha Dio e un ricco è un mendìco perché non ha Dio, non domandare a Dio nulla all'infuori di lui. Che cosa non darà quando darà se stesso? Che cosa darà, se non darà se stesso? Domandate dunque lo Spirito buono; abiti nella vostra anima e sarete buoni: Tutti quelli infatti che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. ( Rm 8,14 ) Che cosa segue? Se siamo figli, siamo anche eredi, eredi invero di Dio, ed eredi insieme con Cristo. ( Rm 8,17 ) Perché desideravi la ricchezza? Sarà dunque povero l'erede di Dio? Se tu fossi l'erede d'un ricchissimo senatore, saresti ricco; ed essendo erede di Dio, sarai forse povero? Sarai povero tu, coerede di Cristo? Sarai tu povero quando lo stesso Padre diventerà la tua eredità? Domanda lo Spirito buono, poiché domanderai lo Spirito buono spinto già dallo stesso Spirito. Tu infatti possiedi qualcosa dello stesso Spirito perché tu possa chiedere il medesimo Spirito. Poiché se tu non avessi nulla di lui, non domanderesti nulla. Ma poiché non possiedi tanto quanto basta, da una parte lo possiedi e da un'altra lo chiedi, finché non si realizzi ciò che sta scritto: Colui che sazia con i suoi beni il tuo desiderio, ( Sal 103,5 ) finché non si avveri ciò che la Scrittura dice in un altro passo: Mi sazierò quando si manifesterà la tua gloria. ( Sal 17,15 ) Beati, dunque, coloro che hanno fame e sete della giustizia, non di questo pane terreno, non dell'acqua della terra, non del vino terreno ma della giustizia, poiché saranno saziati. ( Mt 5,6 )