Padri/Agostino/DisNT/163.txt Dalle parole dell'Apostolo Gal 5,16-21: " Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne " Tenuto nella Basilica di Onorio il 24 settembre 1.1 - Dedicazione di un tempio già profano Se consideriamo, fratelli, che cosa siamo stati prima della grazia del Signore e che cosa abbiamo cominciato ad essere, senza dubbio troviamo che come gli uomini cambiano in meglio, così anche dei luoghi della terra, che già furono in contrasto con la grazia di Dio, sono ora dedicati alla grazia di Dio. Noi infatti siamo - come dice l'Apostolo - il tempio del Dio vivente; a motivo di ciò dice Dio: Abiterò in mezzo a loro [ e con loro ] camminerò. ( 2 Cor 6,16 ) Ma ai simulacri che vi furono era toccato di avere una collocazione, non di camminare. Passa invece in mezzo a noi la presenza della maestà, se trova l'ampiezza della carità. Esortandoci a questo, l'Apostolo afferma: Fate posto nei vostri cuori, non lasciatevi legare al giogo insieme agli infedeli. ( 2 Cor 6,13-14 ) Se facciamo posto nel cuore, Dio ha modo di passare in noi. Ma perché in noi si crei spazio, Dio stesso operi. Infatti se è la carità a fare spazio, essa che non conosce strettezze, notate che è Dio a procurarselo in noi, come dice appunto l'Apostolo: La carità è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. ( Rm 5,5 ) Grazie a tale ampiezza, ripeto, Dio cammina in noi. 2.2 - In noi, come in un tempio profano, alcune cose sono da eliminare altre da consacrare Ora, mentre si proclamava la Lettera dell'Apostolo, abbiamo ascoltato: Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito desideri contrari alla carne. Queste cose si oppongono a vicenda, così che voi non fate quello che vorreste. ( Gal 5,16 ) Parlava ai battezzati, ma andava edificando il tempio di Dio, non lo dedicava ancora. Notate fratelli miei come alcune cose si demoliscono e si mandano in frantumi, altre si trasformano, in vista di usi più nobili; come quando i luoghi profani si impiegano in modo migliore, così è di noi. Ci sono state in noi le opere della carne. Avete ascoltato poiché sono state ricordate. D'altra parte le opere della carne - dice - sono ben note. Esse sono: peccati carnali, impurità, idolatria, stregonerie ( non hanno senso buono ma stanno come uso di veleni ), dissensi, inimicizie, fazioni, invidie, ubriachezze e cose del genere; vanno stroncate, non trasformate. Circa queste cose vi preavviso - egli dice - come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. ( Gal 5,21 ) Tali cose in noi vanno demolite come idoli. Si devono destinare invece ad usi più nobili le stesse membra del nostro corpo, perché quelle membra che servivano all'immonda concupiscenza, servano alla grazia della carità. 3.3 - L'edificazione per la fede, la dedicazione per la risurrezione Notate, però, che cosa ha detto, e ponetevi diligente attenzione. Siamo gli operai di Dio, è ancora in costruzione il tempio di Dio. Nel suo capo è stato già dedicato, poiché il Signore risuscitò dai morti, vinta la morte, superata la mortalità, salì al cielo; era infatti riferito a lui il Salmo della dedicazione della casa. Per questo, dopo la passione, dice: Hai mutato il mio lutto in gaudio, hai lacerato la mia veste di sacco, e mi hai rivestito di un abito di gioia, perché inneggiate la mia gloria e io resti desolato. ( Sal 30,12-13 ) Così, dopo la passione, avvenne la dedicazione della risurrezione. Quindi anche l'edificazione di noi avviene ora mediante la fede perché si compia anche la dedicazione stessa nella risurrezione finale. E quindi, dopo questo Salmo della dedicazione della casa, dove si dimostra la risurrezione del nostro Capo; dopo questo Salmo, non prima di esso, c'è un altro Salmo, che ha per titolo: Quando si edificava la casa dopo la schiavitù. ( Sal 96 ) Ritornate con il pensiero alla schiavitù in cui ci siamo trovati prima, quando il diavolo possedeva tutto il mondo come una massa di infedeli. A causa di questa schiavitù venne il Redentore; pagò il nostro prezzo, il suo sangue; versato il suo sangue, distrusse i documenti comprovanti la nostra servitù. La Legge - dice l'Apostolo - è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. ( Rm 7,14 ) Prima venduti come schiavi del peccato, ma poi liberati dalla grazia. Dopo quella servitù, ora si costruisce la casa; e perché si costruisca, si predica il Vangelo. Quel Salmo inizia così infatti: Cantate al Signore un cantico nuovo. E perché tu non giunga a pensare che questa casa si costruisce in un luogo a sé stante, come costruiscono scismatici ed eretici, nota ciò che segue: Cantate al Signore da tutta la terra. ( Sal 96,1 ) 4.4 - Il canto nuovo. Cristo salvezza di Dio, il desiderato dagli antichi giusti Cantate al Signore un canto nuovo, di fronte al canto vecchio, il Testamento Nuovo, perché prima il Testamento Vecchio; l'uomo nuovo perché si deponga l'uomo vecchio. Spogliatevi - dice - dell'uomo vecchio con le sue azioni, e rivestitevi del nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità. ( Col 3,9-10; Ef 4,22-24 ) Pertanto: Cantate al Signore un canto nuovo; cantate al Signore da tutta la terra. ( Sal 96,1-2 ) Cantate e costruite; cantate e benedite. Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza. Annunziate di giorno in giorno il suo Cristo. Che vuol dire infatti: la sua salvezza, se non "il suo Cristo"? Per questa salvezza si levava la nostra preghiera nel Salmo: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. ( Sal 85,8 ) Desideravano questa salvezza gli antichi giusti, dei quali il Signore parlava ai discepoli: Molti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non poterono. ( Lc 10,24 ) E donaci la tua salvezza: Questo dissero gli antichi giusti: Donaci la tua salvezza: ci sia dato di vedere nella carne Colui che può liberarci dalla carne; venga la carne che monda la carne; sia nella passione la Carne e riscatti lo spirito e la carne. E donaci, Signore, la tua salvezza. Viveva in tale desiderio il santo vecchio Simeone; in tale desiderio, ripeto, viveva quel santo vecchio pieno di merito presso Dio, Simeone; senza dubbio diceva anch'egli: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. A questo desiderio, a tali invocazioni ebbe come risposta che non avrebbe visto la morte senza aver visto il Cristo del Signore. Nacque Cristo, l'uno veniva, l'altro se ne andava; ma finché non fosse venuto il Cristo, l'altro non voleva partire. La vecchiaia avanzata non lo concedeva, ma la pietà sincera lo tratteneva. Ma invece quando venne, ma invece quando nacque, ma invece quando lo vide nella braccia della Madre, e la pia vecchiaia lo riconobbe nella divina infanzia, lo prese tra le mani e disse: Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. ( Lc 2,26-30 ) Ecco perché diceva: Mostraci, Signore, la tua misericordia, e donaci la tua salvezza. Fu appagato il desiderio del vecchio quando andava declinando la vecchiezza del mondo stesso. Venne egli stesso dall'uomo invecchiato colui che trovò vecchio il mondo. Perciò, se trovò vecchio il mondo, il mondo ascolti: Cantate al Signore un canto nuovo; cantate al Signore da tutta la terra. La vecchiezza sia fatta sparire, sorga la novità. 5.5 - La predicazione di Cristo. Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore. Osservate la gara dei costruttori. Cantate al Signore, benedite il suo nome. Annunziate buone parole, è ciò che in greco sta per "evangelizzate". Che cosa? Da giorno a giorno … Quale giorno da giorno? La sua salvezza. Quale giorno da giorno? Luce da Luce il Figlio dal Padre, la sua salvezza. Annunziate in mezzo ai popoli la sua gloria, in tutte le nazioni i suoi prodigi. Ecco come si costruisce la casa dopo la schiavitù. È terribile sopra tutti gli dèi. Sopra quali dèi? Poiché tutti gli dèi delle nazioni sono dèmoni; ma il Signore ha fatto i cieli. ( Sal 96,1-5 ) Ha fatto i santi, ha fatto gli Apostoli. Poiché i cieli narrano la gloria di Dio. Non sono linguaggi, non sono parole di cui non si oda la loro voce. Per tutta la terra se ne diffonde il suono; ( Sal 19,2.4-5 ) perché tutta la terra canta il canto nuovo. 5.6 - La lotta della carne e dello spirito Quindi ascoltiamo l'Apostolo, architetto del maestro: Come sapiente architetto - dice - ho posto il fondamento. ( 1 Cor 3,10 ) Quindi ascoltiamo questo architetto che costruisce delle cose nuove e ne demolisce alcune delle vecchie. Dice: Camminate secondo lo Spirito; ecco la nuova costruzione: e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; ecco la demolizione delle cose vecchie. La carne infatti - egli dice - ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne. Queste cose infatti si oppongono a vicenda, così che non fate quello che vorreste. ( Gal 5,16-17 ) Siete tuttora in costruzione, non siete ancora dedicati. Così che non fate quello che vorreste. 6.6 - Che volete dunque? Che assolutamente non esistano desideri di perversi e illeciti piaceri. Qual è il santo che non voglia queste cose? Ma non si consegue: finché si vive quaggiù, questo non si raggiunge. La carne infatti ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne. Queste cose infatti si oppongono a vicenda, così che quello che vorreste - che non siano affatto in voi desideri di cose illecite - non vi sia possibile. ( Gal 5,16-17 ) Che resta allora? Poiché non potete raggiungere di far scomparire i desideri della carne, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne. Certo dovete essere decisi a farli scomparire e a spegnerli e ad estirparli radicalmente in ogni modo, ma finché si trovano in voi, e nelle vostre membra c'è un'altra legge che si oppone alla legge della vostra mente, non date soddisfazione ai desideri della carne. Che cosa volete allora? Che non esistano assolutamente i desideri della carne. Non vi consentono di raggiungere ciò che vorreste; non permettete che si sazino di ciò che vogliono. Che cosa volete? Che non ci siamo affatto. Ma ci sono. La carne ha desideri contrari allo spirito: abbia lo spirito desideri contrari alla carne. Così che non fate quello che vorreste, vale a dire affinché non siano in voi proprio i desideri della carne; né appunto facciano ciò che vogliono, con l'assecondarne voi il compimento. Se non si arrendono a te del tutto, anche tu non cedere. Si adegui prima la lotta perché un giorno ci sia la vittoria. 7.7 - Dopo la risurrezione la vittoria. Perché la vittoria è differita Effettivamente ed immancabilmente ci sarà, fratelli miei; crediamo, speriamo, amiamo; ci sarà un giorno la vittoria, alla dedicazione della casa che si costruisce ora, dopo la schiavitù. Infatti la morte, ultima nemica, sarà distrutta, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità, e questo corpo mortale d'immortalità. Presentite le parole dei vincitori: Dov'è, o morte, la tua vittoria? ( 1 Cor 15,55 ) Questo è il grido dei vincitori, non dei combattenti. Ecco invece il grido di chi è nella lotta: Pietà di me, Signore, vengo meno; risanami, Signore; tremano le mie ossa e l'anima mia è tutta sconvolta; ma tu, Signore, fino a quando? ( Sal 6,3-4 ) Vedi chi soffre nella lotta: ma tu, Signore, fino a quando? Che significa: fino a quando? Fino a quando puoi avere la prova che io soccorro. Infatti, se intervenissi immediatamente, non avvertiresti lo sforzo; se non avvertissi lo sforzo, ti vanteresti come di un potere tuo; e, per tale superbia, non giungeresti mai alla vittoria. È vero che è stato detto: Mentre ancora parli, dirò: Eccomi, ( Is 58,9 ) ma Dio è presente anche quando differisce, ed è presente perché differisce, ed è presente nel differire; perché non sia che, assecondando un volere precipitoso, non ottenga una perfetta guarigione. 8.8 - La medicina dell'orgoglio in Paolo Non è infatti, fratelli miei, che Dio non fosse vicino all'apostolo Paolo, il quale temeva di inorgoglirsi mentre si trovava a lottare. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle mie rivelazioni, egli dice. Vedete uno che lotta nel conflitto, reagendo alla spinta, non ancora un vincitore nella sicurezza. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle mie rivelazioni. Chi è che dice: Perché non montassi in superbia? Quale terrore e quale trepidazione! Chi è che dice: Perché non montassi in superbia? Sono pur tante le sue parole che rintuzzano l'orgoglio, che smontano la baldanza, e dice: Perché non montassi in superbia. Ammettendo: Perché non montassi in superbia, dice poco; considerate la medicina che riconosce essergli applicata. Perché io non montassi in superbia, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di Satana. Quale veleno, che non si cura se non con il veleno! Mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana, incaricato di schiaffeggiarmi. ( 2 Cor 12,7 ) Veniva colpito il capo perché proprio il capo si mantenesse in umiltà. Quale antidoto che quasi si fa derivare dal serpente e pertanto è denominato theriacum. Il serpente, quello infatti, insinuò la superbia. Mangiate e sarete come dèi: ( Gen 3,5 ) è l'insinuazione della superbia. Da dove cadde, da lì fu scacciato. A ragione quindi il veleno del serpente si neutralizza con il veleno del serpente. Che cosa dice l'Apostolo? A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Dov'è: Mentre ancora parli, dirò: Eccomi? ( Is 58,9 ) A causa di ciò, non una volta sola, ma una seconda e una terza volta, ho pregato il Signore. Non è vero forse che anche egli diceva: Ma tu, Signore, fino a quando? Per questo forse, per il fatto che differiva, non era vicino e: Mentre ancora parli, dirò: Eccomi, non era secondo verità? Come mai? Il medico quando dà ciò che desideri, è presente; quando taglia non lo è? Non è vero che sotto il ferro del medico tu gridi perché ceda e, perché più è vicino, più taglia? Insomma, perché tu sappia che era presente notate che cosa ha risposto a chi gli ripeteva tre volte la preghiera: Egli mi disse - riporta - ti basti la mia grazia; infatti è nella debolezza che si manifesta la potenza. ( 1 Cor 12,8-9 ) Io so, dice, da ottimo medico. Io so, dice, in che sorta di timore degeneri ciò che voglio curare. Affìdati alla mia competenza. Ti basta la mia grazia: non ce la fai con la volontà tua. Tali erano certamente le parole di chi sosteneva la lotta, trovandosi in pericolo nel conflitto e insistendo nel richiedere l'aiuto divino. 9.9 - La vittoria si consegue con l'umiltà Ma quali saranno le parole del vincitore? Voci di chi lotta mentre si costruisce la casa; voci di chi trionfa alla fine, quando la casa viene dedicata. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Ma il pungiglione della morte è il peccato. ( 1 Cor 15,55-56 ) L'Apostolo usciva in queste espressioni così come vi si trovasse personalmente. Quindi, dopo queste parole che si sa riguardano l'esperienza che si attende, non lo stato attuale di conflitto, dal momento che dice: Allora si compirà; non si compie ora, ma si compirà allora. Che cosa si compirà allora? Il contenuto di ciò che è stato scritto: La morte è stata assorbita dalla vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Allora avverrà che non ci sia più il pungiglione della morte, che in nessun luogo si possa trovare il peccato. A che tanta fretta? Allora si compirà, allora si compirà. Sia di merito in te l'umiltà, perché allora si compia in te; che non sia di ostacolo la superbia perché si compia in te almeno allora. Allora si compirà. Ora intanto, mentre sei nella lotta, mentre ti affatichi, mentre sei in pericolo, ripeti, ripeti: Rimetti a noi i nostri debiti. ( Mt 6,12 ) Dillo soprattutto quando combatti, dillo, dillo veramente, dillo di cuore: Se diciamo che non abbiamo peccato, inganniamo noi stessi. Tu sarai il diavolo per te stesso. Inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. ( 1 Gv 1,8 ) Non diciamo il vero, infatti, se diciamo che non abbiamo peccato, dal momento che quaggiù non siamo senza peccato. Diciamo perciò la verità, per trovare un giorno la sicurezza. Sia la verità nella lotta, affinché si raggiunga la sicurezza nella vittoria. Allora si compirà: Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Ma il pungiglione della morte è il peccato. 10.10 - La legge senza la grazia Tu presumi della legge, perché ti è stata data la legge e ti è stato dato il precetto. È un bene per te che lo Spirito ti vivifichi perché non ti uccida la lettera. Desidero che tu voglia, non basta che tu voglia. Hai bisogno di aiuto perché la tua volontà sia piena e possa adempiere ciò che vuoi. Vuoi sapere infatti che cosa valga la lettera che comanda senza lo Spirito che aiuta? Lo ha detto là. Quando è stato detto: Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Ma il pungiglione della morte è il peccato; subito ha aggiunto: Ma la forza del peccato è la legge. ( 1 Cor 15,54-56 ) Che vuol dire: la forza del peccato è la legge? Non con l'imporre azioni cattive, o con l'impedire opere buone; certamente no, anzi, al contrario, vietando opere cattive e imponendo opere buone. Ma la forza del peccato è la legge; perché, egli dice: La legge sopraggiunse perché abbondasse il peccato. Che vuol dire: perché abbondasse il peccato? Perché dove mancava la grazia, il divieto accrebbe il desiderio; e, come quando si presume della propria forza, il male si fece grave. Che cosa fece, però, la grazia? Là dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia. ( Rm 5,20 ) È venuto il Signore; ha perdonato interamente, ha annullato interamente tutto ciò che hai ereditato da Adamo, tutto ciò che tu hai aggiunto con la tua perversa condotta; ha insegnato a pregare, ha promesso la grazia; ha prescritto il combattimento, ha soccorso chi era nella fatica, ha dato il premio al vincitore. Così - dice l'Apostolo - la legge è santa e santo e giusto e buono il comandamento. Ciò che è bene, allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato. ( Rm 7,12 ) Quando non ti era vietato, esisteva infatti, ma non si manifestava. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza - egli dice - se la legge non avesse detto: Non desiderare. Il peccato, pertanto, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto, e per mezzo di esso mi ha dato la morte. ( Rm 7,7-8 ) Ecco che cosa significa: La lettera uccide. ( 2 Cor 3,6 ) 11.11 - Necessità dell'aiuto divino Perciò, se vuoi sottrarti alla legge che minaccia, ripara dallo Spirito che soccorre. La fede spera ciò che la legge impone. Grida al tuo Dio che ti aiuti. Non restare reo sotto la legge, ma Dio ti aiuti con il suo Spirito; perché il superbo Giudeo non sia simile a te. Essendo il peccato il pungiglione della morte e la legge, d'altra parte, la forza del peccato, che avrebbe potuto fare la debolezza umana, in cui la volontà era fiaccata? Il desiderio del bene è alla mia portata, ma non sono capace di attuarlo. ( Rm 7,18 ) Che avrebbe potuto fare allora? Ecco: Il pungiglione della morte è il peccato. Ecco: La forza del peccato è la legge. La legge sopraggiunse perché abbondasse il peccato. Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge. La Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato. ( Gal 3,21 ) In che modo ha rinchiuso? Perché tu non divagassi, non precipitassi, non affondassi, la legge ti ha precluso ogni via così che non trovando come uscirne, passassi alla grazia. La Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato perché la promessa … Chi promette s'impegna a ciò che dipende da lui, non a ciò che tu fai. Se l'avessi fatto tu, Dio sarebbe stato come chi prevede, non come chi promette. La Scrittura invece - egli dice - ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato perché la promessa venisse data ai credenti in virtù della fede in Gesù Cristo. ( Gal 3,22 ) Sta' a sentire: venisse data. Di che sei orgoglioso? Fa' attenzione: venisse data. Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? ( 1 Cor 4,7 ) Appunto perché il pungiglione della morte è il peccato, ma la forza del peccato è la legge; anche questo proviene dalla salutare provvidenza di Dio, così che tutti gli uomini fossero ridotti sotto il peccato, cercassero un soccorritore, cercassero grazia, cercassero Dio, non facessero affidamento sulla loro forza. E allora, però, avendo detto: Il pungiglione della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge, perché temi? Perché ti preoccupi? Perché ti affanni? Ascolta ciò che segue: Siano rese grazie a Dio che ci ha dato la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. ( 1 Cor 15,56-57 ) Di sicuro ti darai la vittoria? Siano rese grazie a Dio che ci ha dato la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. 12.12 - Si deve invocare l'aiuto divino Quindi, quando cominci a sentire la fatica lottando contro i desideri perversi della carne, cammina secondo lo spirito, invoca lo spirito, domanda il dono di Dio. E se la legge che è nelle membra si oppone alla legge che è nella tua mente dalla parte inferiore, cioè dalla carne, rendendoti schiavo sotto la legge del peccato, anche questo sarà purificato, anche questo si trasformerà nei diritti della vittoria. Tu grida soltanto, tu invoca soltanto. Bisogna pregare sempre senza stancarsi. ( Lc 18,1 ) Invoca solo, invoca aiuto. Mentre ancora parli - dice - eccomi. ( Is 58,9 ) Dopo vedi di capire, e tu avverti che dice alla tua anima: Io sono la tua salvezza. ( Sal 35,3 ) Perciò, quando la legge della carne comincia ad opporsi alla legge della mente, e a renderti schiavo sotto la legge del peccato, che è nelle tue membra, di' pure mentre preghi, dillo nel riconoscerlo: Sono uno sventurato. Che altro è l'uomo infatti? Che cosa è l'uomo perché di lui ti ricordi? ( Sal 8,5 ) Dillo: Sono uno sventurato, perché, se non fosse venuto il Figlio dell'uomo, l'uomo sarebbe andato perduto. Grida nelle angustie: Chi mi libererà dal corpo di questa morte? ( Rm 7,22 ) Quando la legge che è nelle mie membra si oppone alla legge della mia mente. Mi compiaccio infatti della legge di Dio secondo l'uomo interiore. ( Rm 7,23-24 ) Chi mi libererà dal corpo di questa morte? Se lo dici con fede, se lo dici con umiltà, è immancabile la risposta: La grazia di Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. ( Rm 7,25 ) Rivolti al Signore …