Padri/Agostino/DisNT/179.txt Dalle parole dell'Apostolo Giacomo Gc 1,19.22: " Ognuno di voi sia pronto ad ascoltare, ma lento a parlare " e nello stesso passo, di quelle: " Ma siate di quelli che mettono in pratica la parola, e non ascoltatori soltanto " 1 - Si deve parlare del compito degli uni e degli altri, di chi ascolta e di chi predica la parola di Dio Il beato apostolo Giacomo si riferisce agli ascoltatori assidui della parola di Dio, dicendo: Ma siate di quelli che mettono in pratica la parola e non ascoltatori soltanto, ingannando voi stessi. ( Gc 1,22 ) Non ingannate certo colui al quale appartiene la parola, oppure colui che ne è ministro, ma ingannate voi stessi. A motivo dunque di questa affermazione, che sgorga dalla sorgente della verità per la parola veracissima dell'apostolo, anche noi prendiamo coraggio ad esortarvi e ad esaminare noi stessi, mentre facciamo ciò. È indubbiamente senza frutto chi predica all'esterno la parola di Dio e non ascolta nel suo intimo. Non siamo neppure così estranei alla condizione umana ed alla riflessione basata sulla fede da non avvertire, noi che predichiamo ai popoli la parola di Dio, i nostri personali pericoli. D'altra parte ci consola il fatto che là, dove siamo in pericolo nell'esercizio dei nostri ministeri, veniamo sostenuti dalle vostre preghiere. Appunto perché sappiate, fratelli, che, rispetto a noi, vi trovate in luogo più sicuro, vi espongo un'altra affermazione dello stesso apostolo, il quale dice: Ma ognuno di voi sia pronto ad ascoltare, lento però a parlare. ( Gc 1,19 ) In primo luogo pertanto parlerò di questo nostro ufficio, a motivo di quella affermazione, dalla quale siamo avvertiti di essere pronti ad ascoltare e più lenti a parlare, così dopo che avrò dato giustificazione dell'ufficio che riguarda noi che parliamo spesso, verrò allora a trattare di ciò che mi sono proposto come prima cosa. 2 - L'ascolto della parola di Dio è piú sicuro della predicazione È opportuno che io vi esorti a non essere soltanto ascoltatori della parola, ma di quelli che la mettono in pratica. In conseguenza, poiché vi parliamo spesso, chi non ci giudica, facendo poco conto del fatto che vi siamo obbligati, quando legge: Ma ognuno di voi sia pronto ad ascoltare, lento però a parlare? ( Gc 1,19 ) Ecco, la cura di voi non ci permette di mettere in pratica tale affermazione. Perciò dovete pregare, sostenere chi costringete ad essere nel pericolo. Nondimeno, fratelli miei, vi dirò ciò che voglio crediate, perché non potete vederlo nel mio cuore. Io che vi parlo frequentemente, per mandato del mio signore e fratello, il vostro vescovo, e perché voi lo domandate, allora sono veramente contento, mentre ascolto, non quando predico. Ripeto, allora la mia gioia è piena, quando ascolto, non quando predico. Allora infatti trovo piacere senza timore. Quel godimento non comporta orgoglio. Dove è la roccia della verità autentica, là non si può avere paura del precipizio della vanagloria. E perché sappiate che in realtà è così, ascoltate quel che è stato detto: Mi farai sentire gioia e letizia. Allora godo, quando ascolto. Proseguendo ha poi aggiunto: Esulteranno le ossa umiliate. ( Sal 51,10 ) Mentre ascoltiamo, quindi, siamo umili; ma quando predichiamo, se non siamo in pericolo per superbia, per lo meno è certo che ci sentiamo frenati. E se non mi esalto, sono però nel pericolo di esaltarmi. Quando invece ascolto, godo senza che alcuno m'inganni, mi diletto senza essere notato. Faceva esperienza di questa gioia anche quell'amico dello sposo che diceva: Chi possiede la sposa è lo sposo, ma l'amico dello sposo è là in piedi e l'ascolta. Ed è in piedi appunto perché lo ascolta. Poiché anche il primo uomo all'ascolto di Dio stette in piedi, ascoltando il serpente, cadde. Dunque l'amico dello sposo sta in piedi e lo ascolta ed esulta di gioia - dice - alla voce dello sposo. ( Gv 3,29 ) Non al suono della propria voce, ma alla voce dello sposo. Non precludeva tuttavia ai popoli la voce dello sposo che udiva interiormente. 3 - Gli uffici di Maria e di Marta. Buona l'occupazione di Marta. Il bene dell'accoglienza Questa occupazione si era scelta anche quella ben nota Maria, la quale, mentre la sorella si dedicava al servizio, occupata in varie faccende, sedeva ai piedi del Signore e se ne stava oziosa ad ascoltarne la parola. Giovanni stava in piedi, quella sedeva; ma quella era eretta interiormente e quello sedeva per umiltà. Giacché la posizione eretta significa la perseveranza, lo stare seduti l'umiltà. E affinché sappiate che lo stare in piedi significa la perseveranza, si dice che il diavolo, di cui sta scritto: Era omicida fin dal principio e non ha perseverato nella verità, ( Gv 8,44 ) non l'abbia avuta. Così pure, che lo stare seduti significhi l'umiltà, lo mostra quel Salmo che induce alla penitenza e dice: Alzatevi dopo essere stati seduti, voi che mangiate il pane del dolore. ( Sal 127,2 ) Che vuol dire: Alzatevi dopo essere stati seduti? Chi si umilia sarà esaltato. ( Lc 14,11 ) Parlando di Maria, che sedeva ai suoi piedi e ne ascoltava la parola, il Signore stesso attesta qual è il vantaggio che comporta l'ascolto. Indaffaratissima nel servire, la sorella di lei, lamentandosi infatti di essere stata lasciata sola da quella, sentì dirsi dal Signore a cui aveva fatto ricorso: Marta, Marta, tu ti preoccupi per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno, Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta. ( Lc 10,41-42 ) Che era forse male ciò che faceva Marta? Chi di noi ha parole sufficienti a spiegare che gran bene sia offrire ospitalità ai santi? Se vale per qualsiasi fratello nella fede, quanto più per il capo e le membra più ragguardevoli, Cristo e gli Apostoli? Non è vero che ciascuno di voi, considerando questo bene dell'ospitalità, nell'ascoltare quel che Marta faceva, ne godesse tra sé? Lei beata, lei felice che meritò di accogliere il Signore, che ebbe quali ospiti gli Apostoli in carne ed ossa! Perché tu non ti senta da meno in quanto nella tua casa non puoi ricevere Cristo insieme ai suoi santi Apostoli come Marta, egli stesso ti fa sicuro: Quando lo avete fatto ad uno solo di questi miei più piccoli, lo avete fatto a me. ( Mt 25,40 ) È perciò un'opera che vale molto, e assai eccellente ciò che prescrive l'Apostolo dicendo: Condividendo i bisogni dei fratelli nella fede, premurosi nell'ospitalità. ( Rm 12,13 ) Facendone le lodi, dice nella Lettera agli Ebrei: Per essa, senza saperlo, alcuni hanno ospitato gli angeli. ( Eb 13,2 ) Un servizio importante, quindi, un grande dono. Eppure Maria ha scelto la parte migliore perché, mentre la sorella era preoccupata, intenta a molte cose, se ne stava da parte, era seduta, ascoltava. 4 - Migliore la parte di Maria, perché non è tolta. È tolto l'operare di Marta, non la ricompensa Tuttavia il Signore rende chiaro il motivo per cui quella parte è migliore. Subito dopo aver detto: Maria ha scelto la parte migliore, quasi noi mostrassimo il desiderio di sapere perché migliore, proseguì con l'asserire: Quella che non le sarà tolta. ( Lc 10,42 ) Che cosa ci è dato capire, fratelli miei? Se ha scelto la parte migliore perché non le sarà tolta, indubbiamente Marta aveva scelto la parte che le sarà tolta. Propriamente sarà tolta ad ogni uomo, il quale somministra ai fratelli nella fede quelle cose che sono indispensabili al corpo; a costui sarà tolta la sua operosità. Non durerà sempre infatti il suo servizio a favore dei santi. In realtà a chi offre il suo servizio, se non all'infermo? Chi serve se non il mortale? Chi serve se non chi ha fame e sete? Tutte cose, queste, che cesseranno di esistere quando questo corpo corruttibile si vestirà di incorruttibilità e questo corpo mortale si vestirà d'immortalità. Una volta passata la stessa necessità, non ha ragione d'essere alcun servizio. Sarà eliminata la fatica, sarà data la ricompensa. A chi si darà cibo, dove nessuno ha fame? A chi si darà da bere, dove nessuno ha sete? Chi si ospiterà, dove nessuno è pellegrino? Infatti il Signore con i suoi discepoli, per aver modo di ricompensare tale opera, si degnò di aver bisogno. Anch'egli aveva fame e aveva sete; non perché era costretto, ma per degnazione. Era un bene davvero che avesse fame colui per il quale tutte le cose sono state fatte; in tal modo sarebbe stato felice chi lo avesse nutrito. E quando ognuno cibava il Signore, che dava? Chi era a dare? Da che dava? A chi dava? Che cosa dava? Dava cibo al " pane ". Chi era a Dare? Dava senz'altro uno che voleva ricevere di più. Da che gli veniva per darlo? Forse che dal suo? Che aveva infatti che non avesse ricevuto? A chi dava? Non lo dava forse a colui che aveva creato anche ciò che riceveva e l'uomo dal quale riceveva? Grande tale servizio, grande tale opera, grande il dono. Eppure Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta. Passa dunque la parte di Marta; ma, come ho detto, non passa la ricompensa data per quella. 5 - Com'è che non passa la parte di Maria La parte di Maria non passa davvero. Considerate com'è che non può passare. Di che godeva Maria mentre era in ascolto? Di che si cibava? Che cosa beveva? Sapete voi che cosa mangiava, che cosa beveva? Interroghiamo il Signore stesso che ai suoi preparava una tale mensa, interroghiamo proprio lui. Beati - egli dice - coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. ( Mt 5,6 ) La santa Maria, sedendo ai piedi del Signore, riceveva, affamata, alcune briciole da codesta sorgente, da codesto deposito. Il Signore le dava allora quel tanto di cui era capace. D'altra parte, né i discepoli e neppure gli stessi Apostoli avevano capacità di tutto - tanto però quanto egli darà in quella sua futura mensa - allorché diceva loro: Molte cose ho ancora da dirvi, ma ora non avete capacità per riceverle. ( Gv 16,12 ) Maria allora, come ho detto, di che si dilettava? Che cosa mangiava, che cosa beveva con la bocca avidissima del cuore? La giustizia, la verità. Si dilettava della verità, ascoltava la verità; anelava alla verità, sospirava verso la verità. Affamata, si nutriva della verità; assetata, beveva; Maria si ristorava e non si riduceva quello da cui attingeva. Di che si dilettava Maria? Che cosa mangiava? Indugio qui: è il mio godere. Giungo perfino a dire che mangiava lui stesso ascoltandolo. Infatti, se mangiava la verità, non è forse perché egli stesso ha detto: Io sono la verità? ( Gv 14,6 ) E che dirò di più? Si faceva mangiare perché era pane. Io sono - ha detto - il pane che sono disceso dal cielo. ( Gv 6,41 ) Ecco il pane che ristora senza venir meno. 6 - Nutrirsi della verità: la parte di Maria, quella che non passa. Il godere della luce della verità Pertanto la Carità vostra veda d'intendere. Ecco, noi parliamo del servizio ai fratelli nella fede: preparare il cibo, fornire da bere, disporre la mensa, lavare i piedi, allestire un letto, accogliere sotto il proprio tetto; tutto questo non è forse provvisorio? Ma chi oserà dire che della verità siamo nutriti ora, non saremo nutriti, però, quando giungeremo all'immortalità? Non è forse vero che se al presente siamo nutriti di briciole, avremo allora una mensa ben fornita? Il Signore parlava infatti di questo cibo spirituale quando lodò la fede del centurione. Disse allora: In verità vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. Perciò vi dico che molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. ( Mt 8,10-11 ) Lungi dalle nostre riflessioni il pensiero che gli alimenti della mensa di quel regno siano quelli di cui parla l'Apostolo: I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi; ma Dio distruggerà questo e questi. ( 1 Cor 6,13 ) Perché distruggerà? Perché là non ci sarà fame. Ciò che si mangerà non viene consumato. Infatti, promettendo ai suoi santi anche questa ricompensa in quel regno, afferma: In verità vi dico che li farà mettere a tavola; e passerà e li servirà. ( Lc 12,37 ) Che sta a significare: li farà mettere a tavola se non che li farà riposare, liberi da fatica? Che vuol dire: passerà e li servirà? Dopo questo passaggio li servirà. Infatti Cristo fece qui il passaggio; andremo a lui dove egli passò e non vi passa più. Infatti, la lingua ebraica dà il significato di " passaggio " anche alla Pasqua. Lo dimostrò il Signore, o meglio l'Evangelista, quando disse del Signore: Essendo giunta l'ora di passare da questo mondo al Padre. ( Gv 13,1 ) Pertanto, se qui ci alimenta, e ci alimenta in tale maniera, ivi come ci alimenterà? Di conseguenza, ciò che scelse Maria aumentava, non passava. Poiché il diletto del cuore umano trae origine dalla luce della verità, dall'affluire della sapienza. Il diletto del cuore umano è proprio del cuore fedele, del cuore santo; non si trova piacere al quale possa essere paragonato circa qualche aspetto, da potersi dire, almeno, minore. Tu dici minore un alcunché suscettibile di diventare pari per sviluppo. Non voglio dire " minore ", non faccio confronto; è di altro genere, è di gran lunga ben altro. A che si deve il fatto che ora siete tutti attenti, tutti in ascolto, tutti protesi? E perché quando si dice qualcosa di vero provate diletto? Che cosa avete veduto? Che cosa avete captato? Che colore si è fatto presente ai vostri occhi? Quale forma, quale figura, quale statura, quale la finezza dei tratti delle membra, quale la bellezza del corpo? Niente di tutto questo. Eppure voi amate. Quando mai sarebbero tali le vostre lodi se non amaste? Quand'è che amereste senza nulla vedere? Pertanto, senza che io mostrassi la bellezza del corpo, le fattezze, il colore, la grazia dei movimenti, senza che io mostrassi, tuttavia vi posate lo sguardo, amate, lodate. Se al presente è dolce tale godimento della verità, allora avrà una più grande dolcezza. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta. ( Lc 10,42 ) 7 - Dobbiamo mettere in pratica la parola interiormente ed esternamente Alla vostra dolcissima Carità ho mostrato, come ho potuto, secondo che il Signore si è degnato di aiutarmi, in quanto più sicura posizione di noi che predichiamo, siete voi ascoltando. Attualmente infatti voi fate ciò che allora faremo tutti. In realtà allora non ci sarà alcun maestro della parola, ma maestro sarà la Parola. Ne deriva, quindi, che a voi spetta realizzare, a noi esortare. Voi siete infatti gli ascoltatori della parola, noi i predicatori. Ma nell'intimo, dove nessuno vede, siamo ascoltatori tutti: interiormente nel cuore, nella mente, dove è nostro maestro egli che vi esorta a lodare. Io parlo infatti dall'esterno, egli vi anima all'interno. Interiormente, quindi, siamo tutti ascoltatori; ma tutti, sia all'esterno, sia nell'intimo alla presenza di Dio, dobbiamo essere realizzatori. In che senso realizzatori all'interno? Perché chi guarderà una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. ( Mt 5,28 ) E l'uomo può essere adultero senza che lo veda alcuno degli uomini, ma non senza che Dio lo punisca. Chi è allora colui che opera all'interno di sé? Chi la vede senza desiderarla. Chi è che opera all'esterno? Dividi il tuo pane con chi ha fame. ( Is 58,7 ) Anche il prossimo vede infatti quando si fa questo, ma con che animo lo fa lo vede solo Dio. Perciò, fratelli miei, siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, ingannando voi stessi; ( Gc 1,22 ) non Dio, non colui che predica. Indubbiamente da parte mia o di chiunque vi predica la parola non è veduto il vostro cuore: non si può giudicare che cosa facciate all'interno dei vostri pensieri. Cosa impossibile all'uomo, Dio scruta: a lui non può nascondersi il cuore umano. Egli nota con quale impegno ascolti, a che cosa pensi, che cosa comprendi, quanto profitto fai dei suoi aiuti, con quanta insistenza preghi, come implori Dio per ottenere ciò che non hai, come lo ringrazi di ciò che hai; lo sa chi dovrà rendere conto. Noi possiamo distribuire il denaro del Signore; verrà chi riscuote, egli che disse: Servo malvagio, dovevi dare il mio denaro ai banchieri, ed io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con gli interessi. ( Sal 73,27 ) 8 - Gli ascoltatori della parola: alcuni edificano sulla roccia, altri sulla sabbia Non ingannate voi stessi, fratelli miei, che pure siete venuti con desiderio ad ascoltare la parola; se non mettete in pratica ciò che avete ascoltato, smentendo voi stessi. Considerate che, se è attraente l'ascoltare, quanto più il realizzare. Se non ascolti, se trascuri di ascoltare, non edifichi nulla. Se ascolti e non metti in pratica, metti mano ad una rovina. A questo riguardo è stata offerta da Cristo Signore una similitudine perfettamente rispondente. Egli dice: Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica lo rassomiglierò ad un uomo saggio che edifica la propria casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa ed essa non cadde. Perché non cadde? Perché era fondata sulla roccia. ( Mt 7,24-25 ) Ne segue che ascoltare e mettere in pratica equivale ad edificare sulla roccia. L'ascolto stesso è appunto un edificare. Chi invece - dice - ascolta queste mie parole e non le mette in pratica lo rassomiglierò ad un uomo stolto che edifica. Anche costui edifica. Che cosa edifica? Questo: Edifica la propria casa; ma per il fatto che non mette in pratica ciò che ascolta, pur ascoltando edifica sulla sabbia. ( Mt 7,26 ) Insomma, edifica sulla sabbia chi ascolta e non mette in pratica; sulla roccia chi ascolta e mette in pratica. Chi non ascolta affatto non edifica né sulla roccia, né sulla sabbia. Ma fa' attenzione a quel che segue: Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande. ( Mt 7,27 ) Deplorevole spettacolo! 9 - Non ascoltare è come non edificare Quale necessità ho di ascoltare ciò che non intendo fare? dice allora qualcuno. Ascoltando infatti e non mettendo in pratica - dice - io metterò mano ad una rovina. Non è più sicuro non ascoltare affatto? In realtà, nella similitudine da lui proposta, il Signore non volle toccare questo caso, ma lo diede ad intendere. Infatti, in questa vita non hanno tregua la pioggia, i venti, i fiumi. Non edifichi sulla roccia, per non farti precipitare, se vi si abbattono? Non edifichi sulla sabbia nell'intento che, venendo, non mandino in rovina la casa? In conseguenza, resterai così, senza il riparo di alcun tetto se nulla ascolti. Viene la pioggia, straripano i fiumi; sei forse più sicuro per il fatto di essere trascinato via privo di tutto? Considera dunque quale parte vai a scegliere. Non ascoltando, non sarai sicuro, come credi; privo di ogni riparo è di necessità che tu sia sepolto, asportato, sommerso. Pertanto, se è un male edificare sulla sabbia, è anche un male non edificare affatto; altro non resta di bene che edificare sulla roccia. Non ascoltare è quindi un male; ascoltare e non mettere in pratica è un male: rimane l'ascoltare e mettere in pratica. Dunque: Siate come quelli che mettono in pratica la parola e non ascoltatori soltanto, ingannando voi stessi. ( Gc 1,19 ) 10 - L'ascoltatore sconsiderato non adduce a pretesto i difetti del predicatore Dopo una tale esortazione, con la mia parola, temo di non avere infuso coraggio ma di avere infranto ogni speranza. Probabilmente qualcuno, sia pure uno, siano due, siano proprio parecchi, in tale vostra assidua presenza mi giudica e dice: Vorrei sapere se costui che mi parla, da parte sua fa tutto quello che ascolta, oppure parla per gli altri. Gli rispondo: A me poco importa di venir giudicato da voi o in giudizio umano. ( 1 Cor 4,3 ) Perché anch'io posso sapere appena in parte che cosa sia ora; che sarò domani, io lo ignoro. Ma per quanto riguarda me, il Signore ha dato sicurezza a te, o chiunque sei così turbato. Poiché, se metto in pratica quelle cose che dico o quello che ascolto, siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo. ( 1 Cor 4,16 ) Se invece dico e non faccio, ascoltate il Signore: Quanto vi dicono, fatelo; ma non fate quanto essi fanno. ( Mt 23,3 ) Pertanto, se pensi bene di me, tu mi lodi; se pensi male, tu mi accusi, ma non giustifichi te. D'altra parte, come ti servirà di giustificazione il ritorcere le scuse contro chi ti parla la parola di Dio, predicatore della verità indegno e che compie personalmente opere cattive, dal momento che il tuo Signore, il tuo Redentore, colui che ha effuso il prezzo, aggregandoti alla sua milizia e facendo del servo suo il fratello suo, non cessa di ammonirti dicendo: Quanto vi dicono fatelo; ma non fate quello che essi fanno? Perché - afferma - dicono e non fanno. Dicono cose giuste, fanno opere perverse; tu ascolta le cose buone e non fare le opere cattive. A questo punto tu replicherai: Come ascolto cose buone da un uomo cattivo? Che forse si colgono uve dai rovi? ( Mt 7,16 )